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“Numero Primo”: Marco Paolini against the Future

Sguardazzo/recensione di "Numero primo"

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Cosa: Numero primo
Chi: Marco Paolini
Dove: Camaiore (LU), Teatro dell’Olivo
Quando: 05/11/2015
Per quanto: 120 minuti

Apertura stagione teatrale al Teatro dell’Olivo di Camaiore: Marco Paolini e il suo Numero Primo-studio per un nuovo Album ottengono senza sforzo il tutto esaurito. Anzi, sul palcoscenico, proprio a un passo dal leggio dell’attore, unico oggetto scenico insieme a un’altalena delle giostre delle fiere, debbono essere aggiunte due file di poltroncine a causa della grande affluenza di pubblico.

Prima di iniziare lo spettacolo vero e proprio, l’attore consegna a questi fortunati spettatori-coprotagonisti, quaderni e penne su cui appuntare eventuali considerazioni circa l’allestimento che, di lì a poco, vedranno, poiché ancora embrionale e in fase di lavorazione.
In effetti, la peculiarità di questo lavoro, specialmente rispetto agli altri Album dell’artista, è il cambio di personaggio: dall’alter ego franco-veneto di Paolini, Nicola, al piccolo Nicolas Fermat che ama farsi chiamare Numero Primo.
Chi è costui, veramente? È un bambino di cinque anni? Un genio della matematica e della fisica? È un Cyber-bambino? Un mezzo per spiare l’uomo e la sua razza? Molte, troppe le domande che il pubblico finisce per porsi di fronte a questo nuovo album paoliniano.

Indubbia è la bravura del narrattore veneto, pur con qualche sbavatura dovuta allo stato tuttora “aperto” della messinscena e “il desiderio di raccontare fin dove si sa, di leggere quando non si ricorda più e improvvisare quando non si ha più niente da leggere”.
Questo spettacolo, infatti, mostra scorci differenti, attraverso la storia narrata a volte al limite del surreale e priva di un ritmo sempre convincente: da quelli familiari, di un passato ancora vicino, ai frammenti di un presente che potrebbe essere così, come lo si narra, ma anche no, sino a intravedere schegge di un futuro inquietante, a tratti disumano. Paolini propone una visione di quel che ci si può aspettare che è quasi di soprannaturale superamento oltreumano, una cannibalistica prospettiva di manipolatoria disumanizzazione dei sentimenti e delle emozioni di ciascuno di noi.

Lo spettatore ha poco da decifrare a livello scenico e moltissimo da risolvere e comprendere a livello d’intreccio e di scenari. Gli elementi più strani del paesaggio umano e geografico di quest’Italia del futuro sono: la multinazionale Balocchi, specializzata nella riproduzione in scala di tutto, le bianche scogliere di Porto Marghera, diventate un centro di produzione di neve finta e la Scuola Elementare Steve Jobs (Carducci) di Trieste che permette ai genitori di seguire in diretta, tramite collegamento, la vita scolastica dei figli. In questa miscellanea di contenuti a volte disturbanti e inquietanti, altre giocosi e ironici, l’importante per lo spettatore è ricordarsi, come dice Paolini alla fine, dopo quasi due ore d’ascolto, che “Tutto questo non è la fine”.

VERDETTAZZO

Perché:
Se fosse... un film sarebbe... "Blade Runner"

Locandina dello spettacolo



Titolo: Numero primo

Marco Paolini con Album presenta l’ultimo capitolo del racconto autobiografico che ha per protagonista Nicola, un personaggio che ha già abitato alcuni dei suoi lavori (iniziata con Adriatico e proseguita poi Tiri in porta, Liberi tutti, Aprile ’74 e 5, Stazioni di transito, Miserabili). In questo nuovo spettacolo riprende il filo di memorie, luoghi, facce ed esperienze che hanno descritto la geografia e la storia recente del nostro Paese. “Per alcuni gli album sono un racconto generazionale, uno sguardo ironico girato all’indietro, io stavolta vorrei cambiare registro – spiega Marco Paolini –. Ho un’età in cui non sento il bisogno di guardare indietro, di ricostruire, preferisco sforzarmi di immaginare il futuro, così vorrei fare un Album (almeno) al tempo presente”.  

Viola Giannelli
Nella vita, fa, ha fatto o fece un sacco di cose tra cui: due figli, un libro (altri ne seguiranno: di libri, sui figli non si scommette), l’università, il conservatorio e altre amenità che riempirebbero due o tre esistenze. Ama il teatro, la lirica, la letteratura e ha persino senso dell’umorismo.