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Gli Omini e la giustizia

Sguardazzo/recensione di "Più carati"

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Cosa: Più carati
Chi: Gli Omini
Dove: Pistoia, Piccolo Teatro Mauro Bolognini
Quando: 19/11/2016
Per quanto: 90 minuti

È in un giorno umido che va in scena la prima, dopo “l’assaggio” estivo a Castiglioncello, del nuovo spettacolo degli Omini, Più carati. Lo spettacolo vede la drammaturgia e l’ideazione sì degli Omini ma, al loro fianco, del drammaturgo Armando Pirozzi. Scenografia essenziale: a destra, un tavolo di legno, su cui si stagliano un portatile e una bottiglia d’acqua; a sinistra, una lampada, anch’essa di fattura semplice.
Immobili sulla scena, tre figure iniziano il racconto poco per volta, facendo affiorare il ricordo di un periodo strano, il momento in cui è successo: cosa ancora non è dato saperlo. Al tempo i tre amici avevano circa quarant’anni, la schiena di uno dei tre (Luca Zacchini) si era bloccata alzando l’asciugacapelli, e ascoltavano solamente Un ragazzo di strada dei Corvi: “ci era presa così” spiega semplicemente Francesca Sarteanesi. Tre personaggi caratterizzati in modo preciso, semplici e ormai decaduti.
Questa prima immomini-piu-caratiagine rivela immediatamente la cifra stilistica dello spettacolo: un’ironia smaccata, espressa da personaggi convinti della assoluta serietà di ciò che raccontano.

Zacchini rimane solo in scena, la schiena dolorante, aspettando ansioso i due amici ritardatari: i tre devono partecipare a un bando, manca solo la parte amministrativa, e il tempo sta scadendo.
Gli altri due (Sarteanesi e Francesco Rotelli) tornano in scena: nascondono un segreto, ed ecco che lentamente, tra divagazioni e incitazioni varie, viene rivelato l’accaduto. La donna, in un bar in centro a Firenze, ha raccolto una busta piena di soldi probabilmente caduta a un passante: la descrizione è lenta, tanto esasperata da farsi esilarante. 2460 euro e un anello con smeraldo dal valore indefinito: è intorno a ciò che i personaggi prendono a svelarsi, lentamente va delineandosi il conflitto.
I tre esultano, convinti di poter iniziare una nuova vita, e una serie di sogni ad occhi aperti, ridicoli quanto semplici, alimentano l’eccitazione generale, che arriva al culmine quando, nel tentativo di delineare il valore dell’anello, arrivano a pensare cifre incredibili, moltiplicate esponenzialmente: più carati più soldi, più soldi più carati, mantra ripetuto più e più volte, trasportandoli in uno stato di semi-allucinazione per cui ogni fantasia pare divenire finalmente realizzabile.
Il sogno torna alla realtà poco per volta: dapprima uno pone un dubbio, poi l’altra si ferma a pensare, lo smeraldo pare brillare di luce propria, e inonda la scena di verde, sfumando man mano che i dubbi divengono reali e l’esaltazione inquietudine.

Si torna all’inizio, con una punta di nostalgia per una speranza che ormai si può solo dimenticare, perché, concludono, si è fatta “la cosa giusta sbagliata”.
Lo spettacolo termina tra risate e applausi.

Rispetto ai lavori precedenti (vedete qui, qui e qui), Più carati risulta fin troomini-carati-320x252ppo semplice, e qui forse sta l’inghippo: se lo spettacolo, di per sé, è assolutamente apprezzabile e, anzi, liberatorio nella sua leggerezza, le note di regia ci fanno venire il dubbio che il proposito della performance fosse differente. Craxi, in copertina allo spettacolo, pare sussurrarci che l’intento di quella che ci è parsa una serata assolutamente divertente, fosse di innescare una riflessione morale e forse addirittura socio-culturale, che però pare essersi persa sotto un linguaggio forse troppo facile.

VERDETTAZZO

Perché:
Se fosse... dentro l'astuccio di un bambino sarebbe... la cancellina

Locandina dello spettacolo



Titolo: Più carati

drammaturgia Armando Pirozzi, Giulia Zacchini
ideazione Gli Omini, Armando Pirozzi
con Francesco Rotelli, Francesca Sarteanesi, Luca Zacchini
produzione Gli Omini/Associazione Teatrale Pistoiese
con il sostegno di Regione Toscana, Armunia e Corsia OF – Centro di Creazione Contemporanea

 


Cosa succede se il caso pone tre amici che condividono tutto di fronte a un dubbio esistenziale? Cosa succede a tre persone che hanno in comune lavoro, vita e passione, tre persone che tirano a campare insieme, cercando idee comuni in tutto quello che fanno, per rispetto, affetto, estrema confidenza, quando un piccolo evento fa porre domande che rimangono solitamente sottaciute e che mettono a rischio gli equilibri di una vita intera, anzi, tre vite intere più quella del gruppo? Gli Omini si erano posti come obiettivo per il loro nuovo spettacolo di indagare insieme al drammaturgo Armando Pirozzi sulla condizione della nostra generazione e in particolare proprio su quel punto di rottura che fa crollare ogni certezza, che fa vacillare di fronte a dilemmi morali più alti di noi. Cercavano un’idea che contenesse tutto questo e hanno trovato un mucchio di soldi per terra. Dal mucchio di soldi nasce Più carati.

Sara Casini
Sedicente studentessa universitaria, apparentemente giovane: nella realtà ha almeno il doppio degli anni e il triplo della malvagità dimostrate dagli occhioni azzurri e il sorriso inoffensivo.