Un anno da ricordare – Selezione arlecchina 2016

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Un demone tentatore bussa ogni anno, verso la fine di dicembre, alla porta di giornalisti, critici e amatori d’ogni disciplina. È un essere infame e mostruoso, ma assai allettante: con le sue lusinghe invita il presuntuoso pennaiolo a compilare una graduatoria di ciò che vale la pena salvare (o buttare) dell’anno soccombente. I migliori dischi dell’anno, i gol più belli, le serie tv più entusiasmanti e quelle più stupide, l’abito più brutto indossato da Ilary Blasi, la barzelletta sporca più sporca, e così via.

Ebbene, inutile girarci intorno, anche la redazione di LSDA ha ceduto alla tentazione.
Quella che segue è la raccolta delle scelte fatte dagli arlecchini: tre titoli per ciascuno, tre spettacoli da consigliare, da rivedere o, soltanto, da non dimenticare e, va da sé, opportunamente legati alle (eventuali) relative recensioni.

Andrea Balestri
Loro – Storia vera del più famoso rapimento alieno in Italia, Maurizio Patella
Un gioco infantile tra racconto e cronaca, con il fascino tipico dei misteri italiani.
Il colore rosa, Aline Nari
Mostra la libertà ai bambini, mettendoli in contatto con linguaggi a cui non sono abituati
La signorina Felicita ovvero la felicità, Lorena Senestro e Massimo Betti Merlin
Collage di poesie che, allo stesso tempo, tradisce e riverbera la poetica di Guido Gozzano.

Sara Casini
MDLSX, Motus (regia Enrico Casagrande & Daniela Nicolò, con Silvia Calderoni)
Per la sincerità.
I quattro moschettieri in America, I Sacchi di Sabbia
Perché uno spettacolo per bambini può e in questo caso è bello per tutti.
Minimacbeth, Giovanna Daddi e Dario Marconcini (altro sguardazzo qui)
Per la semplicità e efficacia.

Francesca Cecconi
The Pride, regia Luca Zingaretti

Un’ottima recitazione sullo sfondo del tema dell’omossesualità ancora troppo “attuale”.
Chi è di scena, Alessandro Benvenuti
Ironia e comicità dominano la scena con un super finale a sorpresa.
Pavla nad prepadom, regia Matjaž Pograjc
 Un’ammirevole prova fisica e attoriale.

Alessandro Cei
Laika, Ascanio Celestini (altro sguardazzo qui)
Perché è indispensabile raccontare il presente, perché molte voci convergono in una sola voce, in un solo corpo. E questa è la condizione indispensabile per un buon racconto.

MDLSX, Motus (regia Enrico Casagrande & Daniela Nicolò, con Silvia Calderoni)
Perché sì!

Maria Feliciano
Ci scusiamo per il disagio, Gli Omini
Interessante lavoro di ricerca che traspone il reale sul palcoscenico.
Kansas City, di Claudio Riggio (altro sguardazzo qui)
Ottima trasposizione onirica e musicale del testo scritto, integrazione di numerosi codici perfettamente fruibili dallo spettatore.
 The Pride, regia Luca Zingaretti
Tematica interessante e attuale, stimolante la realizzazione scenica per la recitazione e il light design.

Gemma Salvadori 
• Livada de vişini- Il giardino dei ciliegi
, di Roberto Bacci
Per il modo in cui Lopachin guarda Ljuba addormentata tra le valige.
• Dopo la tempesta. L’opera segreta di Shakespeare
, di Armando Punzo
Per la continua impressione di cercare qualcosa in un baule di vecchi costumi di scena.
• I duellanti
, di Alessio Boni e Roberto Aldorasi  
Perché è divertente uscire dal teatro e avere un valido motivo per lamentarsi.

Elena Modena  
• Loro – storia vera del più famoso rapimento alieno in Italia, Maurizio Patella
Per tornare bambini rapiti da un racconto-cronaca messo in scena in un mondo di cartone, protagonisti Ken e bambolotti. 
• Ubu Roi, Roberto Latini (altra recensione qui)
Perché c’è tutto e il contrario di tutto.
Le nozze di Figaro, direttore Franz Welser-Möst, regista Frederic Wake-Walker
Perché sono rimasta incantata per più di tre ore. In piedi, in galleria.

Francesco Tomei 
Ubu Roi, Roberto Latini (altra recensione qui)
Una delle migliori riscritture degli ultimi anni. Per la capacità di trasportare lo spettatore in un immaginario vasto e sorprendente.
Cirino e Marilda si può fare, Anna Marchesini
Un atto di grande amore al teatro. L’ultima pagina di un’immensa Anna Marchesini.
La tragedia di Riccardo III, di Renata Palminiello
Perché avrei voluto vederlo, e per avere riportato l’attenzione nella riscruttura di un classico sul corpo dell’attore, un corpo che canta senza orpelli o sovrastrutture.

Carlo Titomanlio
•  Balla, Andrea Kaemmerle
Perché non mi sembra di aver visto niente di meglio, eccetto lo spettacolo seguente.
Strategie fatali, Compagnia Musella-Mazzarelli
Perché è bellissimo.
Non ti pago!, Compagnia De Filippo
Perché non non mi sembra di aver visto niente di meglio, eccetto lo spettacolo precedente.

Igor Vazzaz
Io mostro – esperimenti sociali in archivio, Tindaro Granata
Lavoro inconsueto, aperto, acuminato e, soprattutto, onesto, su un tema tutt’altro che banale.
 Minimacbeth, Giovanna Daddi e Dario Marconcini (altro sguardazzo qui)
Uno Shakespeare da vedere e rivedere, profondo, coinvolgente e profondamente teatrale.
Mondo cane,  Daniele Turconi
Quando la forma supera e sfarina la forma stessa, per un nuovo teatro rabbioso.

Giacomo Verde
  Minimacbeth, Giovanna Daddi e Dario Marconcini (altro sguardazzo qui)
Oltre il tempo e gli spazi consueti dello spettacolo. Un teatro di qualità superiore.

•  Il colore rosa, Aline Nari
Per la capacità di comunicare ai bambini un bel messaggio rivoluzionando i classici schemi della narrazione fiabesca e del teatro ragazzi.

•  MDLSX, Motus (regia Enrico Casagrande & Daniela Nicolò, con Silvia Calderoni)
Anche se ho criticato l’uso del video in scena rimane comunque uno spettacolo indimenticabile, di ottimo livello.

Questo è quanto. E voi? Ci sono spettacoli visti in questo 2015 che vorreste “portare con voi”?
Scrivetelo, se volete, ad arlecchino@losguardodiarlecchino.it; vi sarà risposto. Forse.

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