Che roba strana, il teatro, non smettiamo di sorprenderci al riguardo. Nel suo essere arte residuale, poco o nulla cavalcata dai politici poiché quasi del tutto inutile a creare consenso, forse proprio per questa lateralità manifesta, l’arte scenica sa regalare sorprese, a prescindere dal pedigree o dalle aspettative o dai roboanti annunci delle note registiche. E capita d’imbattersi in autentici gioielli che, ma guarda un po’, faticano mortalmente a trovar distribuzione, a vantaggio di allestimenti nati già morenti, o ancor peggio.
Ne parleremo, ché l’ormai archiviata rassegna Lucca Comics & Games 2019, anche in fatto di teatro, ci ha regalato una perla, anzi, un fiore destinato a crescere, in bellezza e profumo; ve ne parleremo prossimamente: ne accenniamo adesso perché la settimana, in zona, presenta di nuovo appuntamenti one shot che potrebbero rivelarsi imperdibili. Sarebbe molto bello che questo riuscisse a scuotere, almeno un po’, anche i luoghi, e gli enti, più istituzionali, ma, come scrive Leo Ortolani, «la vita non è un fumetto», variante dell’adagio d’un nostro conoscente, tecnico luci erotomane, alla lettere «life is not a porn movie».
Bando alle ciance e via di Calendazzo, non solo in lucchesia.
Provincia di Lucca – Donne fantastiche (e terribili), l’economia per Cosentino-Castello
Prosegue l’articolatissima rassegna Wonder Women, meritevolmente promossa da ALDES/SPAM!, con l’intento di attrarre l’attenzione su una serie di lavori realizzati da artiste, talvolta non sufficientemente conosciute. A breve, uscirà uno sguardazzo su una delle prime performance, ma, intanto, nei prossimi giorni vi sarà un doppio appuntamento: martedì 5, a Porcari (SPAM!), sarà di scena Evidence of Things not Seen, protagonista la danzatrice Stephanie Kayal su musica di Abed Kobeissy, lavoro cui seguirà a ruota Being and Nothingness, di e con Paola Lattanzi. Non abbiamo elementi da aggiungere, se non che, data l’esperienza, testimoniamo tranquillamente come la programmazione della compagnia e dello spazio porcarese sia più che affidabile, e così vi consigliamo di andare.
Allo stesso modo, e a conferma di quanto appena scritto, vi vorremmo, se potessimo, ordinare di non prendere appuntamenti per venerdì 8, giacché al Teatro San Girolamo di Lucca, sarà la volta di Heroides, una serie di improvvisazioni e scritture sceniche operate da due artisti di grandissimo calibro quali Elena Bucci e Marco Sgrosso, partendo dal testo ovidiano, con musiche originali dal vivo a cura di Giorgio Distante, per la presenza in scena di un gruppo di interpreti formato da Giorgia Cocozza, Alessandra De Luca, Angela De Gaetano, Emanuela Pisicchio, Maria Rosaria Ponzetta, Anđelka Vulić. Sgrosso e Bucci sono, di fatto, Le Belle Bandiere, storica compagnia emiliana, nome che testimonia l’omaggio a un celebre scritto di Pier Paolo Pasolini: di Bucci, attrice davvero sublime, abbiamo scritto più volte (qui, qui, persino qui e qui). Non escludiamo arlecchini in sala.
Facciamo un passo indietro: mercoledì 6, in quel di Capannori, presso l’infaustamente candido e vetrato Spazio Artè, avremo l’opportunità di riassistere al Trattato di economia offerto, con arguzia, umorismo e (parecchio) grano salis, da Andrea Cosentino e Roberto Castello. Si tratta di uno spettacolo che conosciamo piuttosto bene, avendo pubblicato addirittura due recensioni (eccone una, ecco l’altra) ai tempi del primo passaggio in area lucchese: francamente, non riteniamo affatto che un simile lavoro possa essere (ancora?) superato, e dunque torneremo a vederlo, cercando di convincere più persone possibile a venire. Merita.
Infine, ultima proposta a Lucca: sabato 9, presso lo Spazio Lum (un posto quasi underground ove ci è già capitato di vedere cose molto interessanti sotto il profilo musicale), prima assoluta di Anna Cappelli, protagonista un ragazzo che ben conosciamo e non poco stimiamo, ossia Andrea Mattei. Il testo è uno dei capolavori del drammaturgo partenopeo Annibale Ruccello, portato in scena da numerose grandi attrici (su due piedi, ci sovvengono i nomi di Anna Marchesini e Maria Paiato), l’interprete è (stato) anche un giovinazzo arlecchino, ed è un aspirante attore con tante buone idee, miste al rischio di confonderle. Interessante il fatto che si cali in fogge muliebri, in una storia complessa, che ci fa pensare a un progetto interessantissimo di cui lui stesso ci ha fatto confidenza qualche mese e che, per pudore, adesso tacciamo, dicendovi di dare una chance a questo lavoro e andare a vederlo. Al 99%, un arlecchino sarà lì, vigile, per saggiare la bravura d’un sostanziale collega. Consigliato.
Pisano – Personaggi mitologici e televisivi, mamme e misantropi
Da venerdì a domenica al Teatro Francesco di Bartolo (Buti) troviamo una coppia che amiamo particolarmente: Giovanna Daddi e Dario Marconcini (di quest’ultimo, affiancato da Stefano Geraci, la regia) interpretano La mamma sta tornando povero orfanello. Il testo è di Jean Claude Grunberg, drammaturgo francese che affronta la tragedia subìta dal popolo ebraico mantenendo un tono delicatissimo. Sulla scena anche Emanuele Carucci Viterbi, che molte volte abbiamo visto assieme a Daddi e Marconcini: sempre positivamente, peraltro (vedete qui, qui, qui e pure qui). «Un bambino di 62 anni chiama sua madre, vorrebbe tanto che lo prendesse per mano e trascorressero insieme una domenica felice. Delle voci gli rispondono, dei personaggi gli appaiono: la madre con i suoi rimproveri, un Dio che può far ben poco, un anestesista inquietante, un invadente direttore di una casa di riposo e, infine, il padre che non ha mai conosciuto e che gli chiede come vanno ora le cose nel mondo, dopo il nazionalismo, la caccia ai diversi, i campi di concentramento…». Consigliatissimo, noi cercheremo di esserci.
Alla Città del Teatro di Cascina arrivano due attori che dal grande schermo si proiettano sulla scena: Chiara Francini e Alessandro Federico si mettono alla prova sulla commedia di Dario Fo e Franca Rame Coppia aperta quasi spalancata. La regia è di Alessandro Tedeschi, già interprete di Carrozzeria Orfeo. Riportiamo due righe dalle note di regia: «una classica commedia all’italiana che racconta la tragicomica storia di una coppia di coniugi, figli del sessantotto e del mutamento della coscienza civile del bel paese. L’evoluzione del matrimonio borghese è visto alla luce delle riforme legislative degli anni Settanta e le trasformazioni dei nuclei familiari e del loro andamento del punto di vista socioantropologico». Se avete un feticismo per l’accento toscano esasperato dalla protagonista, andate pure. Noi evitiamo.
Lo stesso giorno, però, al Teatro delle Sfide di Bientina ci sono Massimiliano Civica e I Sacchi di Sabbia, che promettono risate a crepapelle con la loro rielaborazione del mito di Andromaca. «Andromaca è un testo decisamente anomalo nella produzione euripidea: non vi si staglia alcun protagonista, nessun dio compare, come pure nessun “eroe tragico”; il mondo, svuotato di presenze eccezionali, sembra ospitare solo uomini incapaci di decidere del proprio destino. Le speranze si alternano alle tragiche disillusioni, in una danza meccanica, così macabra e spietata da sembrare comica». Abbiamo avuto il piacere di vedere questo spettacolo poco più di un anno fa (senza però scriverne, alle volte ci distraiamo) e non possiamo che consigliarlo con tutto il cuore. Se ancora non li avete letti (ci pare strano, ve li riproponiamo continuamente), questi alcuni articoli in cui parliamo dei Sacchi di Sabbia: uno, due, e tre. Portateci amici, genitori, figli, nipoti e zii.
Chiudiamo con la provincia pisana informandovi poi che nel finesettimana al Teatro Era di Pontedera ci sarà il Misantropo di Molière per la regia di Nora Venturini. Alceste viene impersonato da Giulio Scarpati. Assieme a lui anche Valeria Solarino e Blas Roca Rey. «L’aspetto privato, in questo capolavoro che si muove sempre in equilibrio tra commedia e tragedia, è altrettanto importante dal punto di vista teatrale, di quello sociale, perché ne evidenzia il fattore umano e, dalla corte del re Sole, lo porta dritto a noi». Noi vi s’è detto, a voi la scelta.
Oltreconfine − Tribunali e ghiacciai
Debutto importante in quel di Prato: Claudio Morganti presenta il suo Il caso W., lavoro con cui affronta la storia di Johann Christian Woyzeck, occupandosi del processo, la parte di cui Büchner non parla nel suo dramma. Lo spettacolo è scritto da Rita Frongia, che sarà in scena con il regista. Scrivono nelle note di regia: «All’epoca quel processo sembrò una farsa e fu chiaro l’intento esemplare/repressivo di quest’esecuzione. E le farse odierne? Il grottesco nei tribunali? Büchner non ebbe il tempo di scrivere la sua farsa grottesca e nessuno mai potrà farlo, noi scriveremo la nostra». Tenitura bisettimanale al Fabbricone: da giovedì 7 a domenica 17, con riposo il lunedì e orari da controllare attentamente.
Da giovedì a domenica, al Bolognini di Pistoia, saranno in scena gli Omini con il secondo episodio di Circolo Popolare Artico. Si tratta del lavoro in (almeno) tre parti che la compagnia ha tratto dai racconti che Jørn Riel scrive nei suoi anni in Groenlandia. «Circolo Popolare Artico è il manifesto sregolato di un uomo che fatica a stare al passo con il mondo e non trova altra via che costruirne un altro, artico. Regolato da un decalogo di ventisette regole, aperto solo di notte, pronto ad accogliere nuovi iscritti, fondato per gestire le vertigini ed esaltare la solitudine, popolato da trichechi profetici, affezionati compagni di baracca, orsi con problemi di letargo, bufere, acquavite, donne immaginarie, visitatori bizzarri e addestramenti paradossali». Abbiamo più volte apprezzato questa compagnia, quindi consigliamo a occhi chiusi, magari con il proposito di raccontarvene.
Andate a teatro invece di brandire improbabili mazze contro zucche indifese.