ARCHIVIO SPETTACOLI
A drum is a woman, L.Renzini-M.Giovannini (2015)
Titolo: A drum is a woman
ideazione, creazione, regia, suono Letizia Renzini
creazione, coreografia, intepretazione Marina Giovannini
realizzazione Lastra Matteo Menduni
programmazione software Riccardo Canalicchio
produzione tecnica Avuelle
amministrazione Cab 008
residenza creativa CanGo Cantieri Goldonetta
organizzazione e produzione Luisa Zuffo
tecnica Eva Sgrò, Marco Santambrogio
La performance prosegue il lavoro sugli Slavery Tales iniziato da Letizia Renzini e Marina Giovannini con il lavoro sul’apartheid Dei Secoli, presentato a Fabbrica Europa nel 2008. Drum is a Woman si pone inoltre al centro di un’indagine sul manufatto artistico. All’origine della ricerca c’è le modalità della body painting, qui sostituita da una traccia organica, che diviene pittura grazie all’efficacia dei materiali e della tecnologia (il supporto in plexiglass, e l’uso dei led sullo spessore della lastra). Ciò che viene reso visibile non è altro che l’ombra della rappresentazione, la visione attraverso il diaframma: qui è il supporto stesso ad essere diaframma, e cornice di un corpo che compie un’azione. ciò che resta è il residuo del gesto, l’ombra dell’ombra: quello che vediamo non è l’ombra della rappresentazione (Platone) e non è la “traccia del corpo su di un altro corpo” (Spinoza); è il corpo stesso che si rende ombra nel rappresentarsi; e ciò che si vede è la traccia di quel gesto. Tra essere e rappresentare, tra differire ed assimilarsi, l’eterno dilemma del diverso.