ARCHIVIO SPETTACOLI

    Dopo la tempesta, A. Punzo (2016)

    Titolo: Dopo la tempesta. L'opera segreta di Shakespeare
    Regia: Armando Punzo

    regia e drammaturgia Armando Punzo

    musiche originali e sound design Andrea Salvadori
    scene Alessandro Marzetti, Silvia Bertoni, Armando Punzo
    costumi Emanuela Dall’Aglio
    aiuto regia Laura Cleri
    movimenti Pascale Piscina
    assistente alla regia Alice Toccacieli
    video Lavinia Baroni in collaborazione con VaiOltre!
    aiuto scenografo Yuri Punzo
    collaborazione drammaturgica Giacomo Trinci, Lidia Riviello
    collaborazione artistica Adriana Follieri, Daniela Mangiacavallo, Pier Nello Manoni, Marco Mario Gino Eugenio Marzi, Debora Mattiello, Francesco Nappi, Marta Panciera, Luisa Raimondi, Francesca Tisano, Carolina Truzzi
    assistenti stagisti Marta Fasulo, Gabriella Indolfi, Azzurra Lochi, Eleonora Risso, Edoardo Trentini

    direzione tecnica Carlo Gattai
    light designer Andrea Berselli
    suono Alessio Lombardi

    con Armando Punzo
    e gli attori della Compagnia della Fortezza Salvatore Altieri, Sebastiano Amodei, Vincenzo Aquino, Mohammad Arshad, Andrey Ayala, Saverio Barbera, Nikolin Bishkashi, Pellumb Brhama, Rosario Campana, Maxwell Caratti, Roberto Cecchetti, Ivan Chepiga, Giuliano Costantini, Ismet Cuka, Pierluigi Cutaia, Gianluigi De Pau, Luigi Di Giovanni, Amar Papa Diouf, Oktavian Dumitru, Nicola Esposito, Mohammed Essalmi, Vincenzo Fagone, Alban Filipi, Pasquale Florio, Heros Gobbi, Arian Jonic, Ibrahima Kandji, Nasser Kermeni, Kujtim Kodra, Giuseppe Lamacchia, Carmelo Dino Lentinello, Hai Tzen Lin, Matteo Macchiarelli, Domenico Maggio, Antonino Mammino, Massimo Marigliano, Paolo Marino, Gianluca Matera, Gaspare Mejri, Edmond Parubi, Bledar Peskura, Marian Petru, Ciprian Putanu, Hamadi Rezeg, Vincenzo Rubino, Tip Saiw Sai, Alvaro Sapana, Mario Serban, Vitaly Skripeliov, Lucian Tarara, Massimo Torre, Fabio Valentino, Alessandro Ventriglia, Sinan Wang, Tony Waychey, Qin Hai Weng

    e con Elisa Betti, Eva Cherici, Gillo Conti Bernini, Giulia Guastalegname, Francesca Tisano

    e i giovanissimi Gregorio Mariottini, Marco Piras, Andrea Taddeus Punzo de Felice, Tommaso Vaja

    produzione VolterraTeatro/Carte Blanche

    con il sostegno di MiBACT Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Regione Toscana, Provincia di Pisa, Comune di Volterra, Comune di Pomarance, Comune di Castelnuovo V.C., Comune di Montecatini V.C., Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra, Ministero della Giustizia C.R. Volterra

    Quattrocento anni dalla morte di William Shakespeare, secoli di esercizi sulla sua opera, di traduzioni, trasposizioni, di diatribe filologiche, di regie critiche, di adattamenti monologanti, di letture psicanalitiche, postmoderniste, destrutturaliste; “tradire per rispettare”, “ridurre per enfatizzare”: secoli di teatro come corpo a corpo ossequioso, sempre e comunque, con quell’affresco perfetto dell’umanità che il massimo autore inglese ha consegnato nei suoi testi, un travasare perpetuo da una forma all’altra un essere umano che si immagina scritto per sempre nelle pieghe meravigliosamente complesse di quei personaggi.

    Con Dopo la tempesta. L’opera segreta di Shakespeare, Armando Punzo prova invece a mandare definitivamente all’aria ogni forma, ogni esercizio, dispositivo, e a dare vita a uno spettacolo liquido, un’opera monumentale che si confronti con tutto Shakespeare e con l’eredità filosofica che rappresenta. Un’opera totale che stravolga il canone occidentale di cui anche l’autore inglese è stato inventore, che stravolga il tempo, lo spazio, il ritmo, per mettere in discussione l’uomo, la sua forma rigida, la sua storia ingessata: l’apoteosi di quella utopia della libertà di poter sempre riscrivere tutto, anche quello che sembra impossibile da cambiare e da reinventare.

    Di buchi neri, d’altronde, è disseminata l’opera di Shakespeare. Dentro quei testi Punzo cerca allora con la Compagnia della Fortezza il grande testo segreto, l’antidoto, il mistero che si nasconde nello spazio vuoto tra le parole, nelle maglie degli indugi di Macbeth e dei dubbi di Amleto. Tra quei fatti, tra quelle azioni e parole che vogliono rappresentare l’uomo c’è infatti uno spazio infinito da indagare, interrogare, che promette altro.

    SGUARDAZZI/RECENSIONI