ARCHIVIO SPETTACOLI
La classe, N. Garella (2013)
Titolo: La classeRegia: Nanni Garella
regia Nanni Garella
con Nicola Berti, Giorgia Bolognini, Luca Formica, Pamela Giannasi, Maria Rosa Iattoni, Iole Mazzetti, Fabio Molinari, Mirco Nanni, Lucio Polazzi, Deborah Quintavalle, Moreno Rimondi, Roberto Risi
luci Paolo Mazzi
regista assistente Gabriele Tesauri
produzione Arena del Sole – Nuova Scena – Teatro Stabile di Bologna
Associazione Arte e Salute onlus
Ho pensato di affidare questi personaggi agli attori di Arte e salute, perché l’infanzia ha per loro un significato molto particolare: forse più che per altri, essa è separata dal resto della vita, come divelta dallo scorrere naturale della maturazione e dell’età; ed è per loro più facile che per altri rappresentare la bellezza e l’insostituibile pienezza di felicità del tempo perduto dei banchi di scuola.
Il risultato è che la rappresentazione di un mondo perduto, morto, sepolto nella memoria, si trasforma in un trepidante, violento, commovente inno alla vita; una vita tutta ormai vissuta che ritorna nella sua pienezza solo a patto di fare i conti con il nulla della morte.
Il rapporto imprescindibile dell’uomo con la morte è un tema che la società contemporanea rifugge dall’affrontare, per rincorrere una vita di facili e avide conquiste di benessere materiale. Nel nostro spettacolo, il confronto con la morte è vissuto sulla pelle da attori che hanno perduto una parte importante della propria vita, spezzata dalla malattia e dalla sofferenza; e che hanno imparato, proprio dal confronto aspro con le forme teatrali dei personaggi, a riconquistare la dignità e la pienezza dell’esistenza e della propria umanità.
Nanni Garella
In scena dodici personaggi ormai trapassati in una sorta di limbo, nel luogo dei giorni ineffabili dell’infanzia. Gli attori-pazienti psichiatrici di Arte e Salute, con il loro vissuto di sofferenza, si sono dimostrati gli interpreti perfetti di questa rappresentazione della bellezza e dell’insostituibile pienezza di felicità del tempo perduto dei banchi di scuola. Il risultato è un commovente inno alla vita, ormai passata ma che ritorna nella sua pienezza solo a patto di fare i conti con il nulla della morte.