ARCHIVIO SPETTACOLI

    Rien ne va plus (M. Romondia, 2015)

    Titolo: Rien ne va plus

    di e con Marina Romondia
    ispirato a un racconto di Alberto Di Lupo
    regia Nicoletta Robello Bracciforti
    drammaturgia della scena Nicoletta Robello Bracciforti, Marina Romondia
    disegno luci Maurizio Coroni
    musiche originali Arturo Annecchino
    sonorizzazioni audio Raffaele Natale
    realizzazione scene Luigi Di Giorno
    foto Alice Casarosa
    produzione Fondazione Sipario Toscana Onlus – La Città del Teatro Centro di Produzione Teatrale

    Note di regia: Che cos’è il gioco, o meglio l’azzardo che del gioco è la febbre essenziale, se è vero che sembra far parte della natura umana tanto da far apocrifa comparsa anche nella storia di Cristo con le sue vesti di condannato a morte contese a dadi dalle guardie ai piedi del Golgota?

    Martina sembra non aver dubbi; è il brivido. La straziante tensione verso il piacere, il momento di sospensione che precede l’appagamento del desiderio. Questo è ciò che Martina ricerca su tutto e al quale tutto è pronta a sacrificare.

    Il bel testo che Marina Romondia scrive a partire dalla sua personale esperienza dimoderatore di siti dedicati al gioco d’azzardo, frequentati da centinaia di persone dominate da quella tensione solitaria, va a fondo. Protagonista ne è Martina, una ragazza come tante, che vive con la nonna e attraversa esperienze e scelte che segnano come in una sequenza cabalistica i suoi 17, 21 e 24 anni, dando via libera alla vertigine di giocare e puntare sempre di più. Giocare per Martina non ha niente a che fare con la vincita o la perdita, che si equivalgono e sono solo il trascurabile esito dell’atto di giocare, quanto appunto con quella natura che evocata nella sua essenza e lasciata libera di fluire, senza argini, fa paura.

    Nicoletta Robello Braccaforti

    di e con Marina Romondia
    ispirato a un racconto di Alberto Di Lupo
    regia Nicoletta Robello Bracciforti
    drammaturgia della scena Nicoletta Robello Bracciforti, Marina Romondia
    disegno luci Maurizio Coroni
    musiche originali Arturo Annecchino
    sonorizzazioni audio Raffaele Natale
    realizzazione scene Luigi Di Giorno
    foto Alice Casarosa

    La storia di Martina, una ragazza come tutte le altre, ma con una particolarità: è una giocatrice.
    Il gioco, quello d’azzardo l’accompagna in tutte le tappe della sua vita. 
    Il gioco, sì, lui solo, la fa sentire viva, lui solo può rendere tangibile l’illimitatezza del possibile. E Il possibile è lo spazio stesso della libertà e per Martina l’atto del gioco è l’affermazione suprema e derisoria della propria libertà. Una libertà è assurda, vuota, un’illusione mortale.
    La roulette, la regina di tutti i giochi, crea e distrugge fortune effimere suggerendo con il suo movimento circolare l’instabilità e la fragilità dell’esistenza umana. 
    Che cos’è il gioco d’azzardo? Chi è il giocatore? Sacro o diabolico all’origine del fascino del gioco vi è certamente qualcosa che rasenta il soprannaturale…

    SGUARDAZZI/RECENSIONI