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    ARCHIVIO SPETTACOLI

    Sarto per signora, V. Binasco (2014-15)

    Titolo: Sarto per signora
    Regia: Valerio Binasco

    di Georges Feydeau
    traduzione, adattamento e regia Valerio Binasco
    con Emilio Solfrizzi
    scena Carlo De Marino
    costumi Sandra Cardini
    produzione ErreTiTeatro30

    Tournée:

    http://www.erretiteatro30.com/#!calendario/c1zef

    Note di regia: E’ talmente pura l’arte comica di Feydeau, che molti miei colleghi ne restano imbarazzati. Io invece ritengo Feydeau uno dei più grandi autori del mondo.
    Il fatto, poi, che abbia scritto soltanto esilaranti commediedi situazione, che già alla sola lettura fanno ridere perché stimolano irresistibilmente l’immaginazione scenica, lo colloca nel ristretto numero degli autori teatrali ‘puri’, che non fanno letteratura, ma grande Teatro. C’è una poesia tutta speciale, nell’arte di far ridere. Ed è la poesia dei ‘caratteri’. Dell’umanità stramba. Che si ficca in situazioni impossibili, e ne esce all’ultimo secondo con un impossibile balzo. E’ il balzo che tutti vorremmo saper fare. Lo sguardo di Feydeau sui temi più importanti della vita (come l’amore, il matrimonio, il successo sociale) è talmente immorale e superficiale, che sembra riscattare beffardamente la pesantezza della vita.
    Ha fatto scandalo ai suoi tempi, e in modo diverso continua a farlo.
    Un tempo era uno scandalo legato ad eccessive libertà sessuali.
    Oggi lo scandalo è intimo, quasi ideologico, e deriva non più dalla sua immorale superficialità, ma dalla sua capacità di suggerire un senso della vita talmente lieve e godibile, da farci desiderare di essere immuni da ogni peso , da ogni esponsabilità , come tutti i suoi personaggi, del tutto immuni da qualsiasi senso di colpa. E’ un poeta capace di creare esseri senza peso, immersi in situazioni pesantissime. Questa leggerezza gli viene dal teatro dei burattini, e mi sembra che sia una magnifica eredità, che tutti i teatranti dovrebbero prima o poi condividere. E’ un poeta del comico del tutto libero da qualsiasi tentazione intellettualistica. Impressiona il fatto che il ‘suo’ teatro sia fiorito – con grandioso successo di pubblico – nell’epoca dei grandi concettualismi, di tutti gli ‘ismi’ possibili. Nell’epoca che si preparava alla guerra , il teatro reclamava un posto importante nella società, e si trasformava in letteratura. Feydeau invece si rivolge agli attori e al pubblico. Scrive un teatro che necessita solo di un palcoscenico e di grandi interpreti. Interpreti che sappiano essere ‘grandi’ come i burattini del Guignol. E che se ne freghino di tutto il resto. Sono onorato di dirigere questo capolavoro della leggerezza, e di poterlo fare con un ensemble di attori come questa. Come spesso accade, tra le righe di un capolavoro di leggerezza, ci sono poi tanti livelli da esplorare. Quello più impressionante, per me, è la cura che questo grande scrittore dedicava a tutti i dettagli del comico. È una macchina che scorre velocissima, la sua, ma il meccanismo è delicato e minuzioso. Bisognerà stare attenti a non trascurare nemmeno il rumore della maniglia di una porta, perché è ‘pensato’ per contribuire a quella sinfonia perfetta che sono i suoi copioni. Occorre molta delicatezza, e molta leggerezza d’animo, per accostarsi a una scrittura come questa. Il regista deve trasformarsi in una specie di direttore d’orchestra, attento ad ogni minimo strumento. Ma così è, quando si incontra il grande teatro scritto per il palcoscenico e per gli attori. L’unico teatro capace di creare pura gioia.

    Sarto per signora, del 1887, è il primo lavoro di George Feydeau, eccellenza del teatro comico francese: un divertente vaudeville fatto di colpi di scena travolgenti e gag irresistibili, affidati alla versatilità e brillantezza di uno spumeggiante Emilio Solfrizzi.

    Si narrano le vicende del Dottor Moulineaux, un vero farfallone che per incontrare in libertà le sue amanti, affitta un appartamento, già sede dell’atelier di un sarto per signora. Ma Moulineaux non è il solo a coltivare amori segreti… In un susseguirsi in equivoci e triangoli adulterini, una girandola imbarazzante di mariti, mogli, amanti si concentra tutta in un solo luogo e coloro che non si sarebbero mai dovuti incontrare finiscono per ritrovarsi insieme in una matassa così ingarbugliata da non far prevedere soluzione…

    In Sarto per signora c’è già tutto l’estro di Feydeau, uno stile impeccabile, un ritmo serrato, una trama ingegnosa, intrecciata in un crescendo di incredibili sotterfugi e esilaranti bugie che convergono senza freno verso un finale dalla comicità esplosiva.

    SGUARDAZZI/RECENSIONI