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    ARCHIVIO SPETTACOLI

    Il cavaliere inesistente, Calvino-Certini (2015)

    Titolo: Il cavaliere inesistente

    di e con Alessandro Certini musica
    suoni Spartaco Cortesi / dramaturg
    testi Matteo Siracusano
    produzione Company Blu
    con il sostegno di MiBACT e REGIONE TOSCANA

    “Era un’epoca in cui la volontà e l’ostinazione d’esserci, di marcare un’impronta, di fare attrito con tutto ciò che c’è, non veniva usata interamente, dato che molti non se ne facevano nulla – per miseria o per ignoranza o perché invece tutto riusciva loro bene lo stesso – e quindi una certa quantità ne andava persa nel vuoto”. (Capitolo IV, pag. 31) Il testo, allegro e aperto, è tradotto in scena con nuovi linguaggi fisici e visivi. Ci sono rimandi alla Storia che, oltre i costumi e il relativismo del tempo, chiama sempre tutti noi a rispondere ai valori del superamento dei limiti umani e ci guida alla ricerca della perfezione ideale ma che, fiabe a parte, inevitabilmente riporta l’uomo all’universale ironico (e qualche volta grottesco) ticchettio meccanico delle contraddizioni. “Il cavaliere inesistente” di Italo Calvino è un’opera per ragazzi sull’identità, sul chiedersi chi si è, perché, per sé e per gli altri. La storia è narrata da Suor Teodora che ha anche una vita segreta da guerriera, con il nome Bradamante. Il protagonista è Agilulfo, un cavaliere perfetto e impeccabile che esiste solo grazie alla propria forza di volontà e alla Sua armatura. Un cavaliere singolare, senza macchia né altro (non c’è null’altro infatti!) dell’esercito dei Franchi a cui l’ormai vecchio Re Carlo Magno assegna ironicamente come scudiero un assurdo personaggio che non sa nemmeno di esserci, Gurdulù. Una notte Agilulfo incontra Rambaldo, un giovane alla sua prima battaglia, che vuole vendicare il padre ucciso dai nemici (cosa non facile, tra le mille regole della cavalleria medioevale)… In battaglia Rambaldo viene salvato da Bradamante, e scopre dopo che è una donna di cui, ovviamente, si innamora presto ma senza successo, perché lei ama Agilulfo e la Sua perfezione ideale. “Perfezione ideale” che viene però messa in crisi da Torrismondo, un altro giovane cavaliere che si ribella a tutte le ipocrisie del mondo cavalleresco. Agilulfo colpito profondamente nell’onore, dopo varie avventure, per la vergogna si dissolve nell’aria e lasciata la Sua armatura a Rambaldo. Questi, grazie all’armatura di Agilulfo seduce Bradamante la quale si rifugia in convento e scrive questo racconto fantastico nei panni di Suor Teodora.

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