Saracinesca abbassata su Contemporanea Festival 2015 e si attende l’avvio delle stagioni regolari: i maggiori spazi istituzionali hanno già chiuso e presentato i cartelloni definitivi, altri teatri lo devono ancora fare, nei giorni scorsi qualcuno ha provveduto, come Spam! che, tra Porcari e Ponte a Moriano (provincia di Lucca), dà in questi giorni il via alla consueta mini-stagione autunnale (quattordici appuntamenti spalmati su diciassette giorni di programmazione). Per un panorama (quasi) completo, rimandiamo, come sempre, al provvido Calendazzo.
Da giovedì a domenica − Utoya… a Prato
La attualità che irrompe nella storia: in un mondo ad altissima densità fattuale, la quantità di eventi in grado di segnare un’epoca è tale da incorrere nel paradosso di poter addirittura inficiare la dimensione epocale degli stessi. Cosa vogliamo dire: più che i fatti, conta l’utilizzo dei medesimi, e la capacità di renderli sia significanti sia memorabili. Purtroppo, assistiamo, più o meno indirettamente, a una mole gigantesca di eventi potenzialmente storici (l’esodo siriano, il conflitto russo-ucraino, le stragi legate al narcotraffico messicano), ma la frequenza e il disordine con cui ne veniamo a conoscenza finisce per mescolare tutto in una sorta di quadro offuscato, dai contorni indistinguibili. Un evento recente pare aver catalizzato l’attenzione di alcuni teatranti, negli ultimi mesi, ossia la strage di Utoya, occorsa il 22 luglio 2011, quando Anders Behring Breivik ha ucciso 77 persone (per la maggior parte ragazzi legati al partito laburista norvegese) per difendere la cultura conservatrice europea.
Dal memoriale del terrorista (2083 – Una dichiarazione europea d’indipendenza), lo svizzero Milo Rau ha tratto uno spettacolo presentato questa estate a Santarcangelo (la stampa nazionale ha preferito, però, concentrarsi su questioni urinarie, ma è un altro discorso); adesso, è il drammaturgo Edoardo Erba a misurarsi con l’accaduto. Il risultato è, appunto, Utoya, per la regia di Serena Sinigaglia [a destra], in scena due interpreti del calibro di Arianna Scommegna e Mattia Fabris. Li vedremo, di sicuro, al Magnolfi (spazio ormai consacrato alla nuova drammaturgia), ché l’allestimento sosterà sino al 25 ottobre e, sinceramente, ci interessa non poco: «il Teatro non è il luogo della documentazione e dell’informazione in primis, è la sede di una riflessione[…], che se non ci darà tutto il filo per uscire da quel labirinto, per lo meno a sprazzi, ne illuminerà alcune zone oscure con la luce della poesia».
Giovedì 8 − La Cina è vicina… a Buti (PI)
Lo abbiamo visto (parliamo al plurale in quanto identità collettiva arlecchina: tipo Wu Ming, ma meno spocchiosi) a Pontedera, e ne parleremo. Non escludiamo che altri arlecchini presenzino, dunque, alla replica butese (al Teatro Francesco di Bartolo, per la rassegna Piccoli Fuochi) di Made in China. Postcards from Van Gogh, scritto, diretto e interpretato da Simone Perinelli, affiancato in scena da Claudia Marsicano. In attesa che l’inviato pontederese verghi la sua versione, vi lasciamo ancora alle parole del regista: «La ricerca scenica punterà a trovare delle note nuove circa il lavoro attoriale a due, cercando di contrastare quelle che sono le garanzie, ma anche i cliché, del rapporto uomo-donna sulla scena. Lo stile del tutto sarà suggerito dal titolo dello spettacolo». Potrebbe valere la pena.
Venerdì 9 − Franco Stone all’Internet Festival di Pisa
Inutile provarci: siamo sempre a inseguire. Mentre scriviamo, riceviamo la segnalazione di questo spettacolo (?) che, in occasione dell’edizione 2015 dell’Internet Festival a Pisa, vede la partecipazione di alcuni artisti che conosciamo e apprezziamo: da I Sacchi di Sabbia a Marco Azzurrini, da Gipi (accreditato addirittura «con la partecipazione straordinaria», ah… la fama!) a Sergio Costanzo, e poi I Gatti Mezzi, Carlo Ipata, Guido Bartoli, Rosa Maria Rizzi e Chiara Aurora Gagliano. Insomma, un’ammucchiata allo scopo di «raccontare la biografia di questo straordinario personaggio, in bilico tra scienza, filosofia e… fantascienza!!» Lo confessiamo: non abbiamo capito granché di ciò che potrebbe succedere venerdì sera in quel della Leopolda pisana (leggere qui non è che abbia aiutato, ma questi appuntamenti sono sempre così: densissimi e variopinti, ostinatamente multitasking, e ggiovani… aiuto!), né di come tutto questo possa concretarsi in alcunché di teatrale, ma per spirito fusionale, stanchezza, affetto e consuetudine, ve lo segnaliamo.
Sabato 10 − Si zoppica ancora, Casciana T.me (PI), con Kaemmerle e Goretti
Ci siamo riusciti! E, giurin giurello, se i prossimi giorni lo consentono (non è detto), ne scriveremo: siamo andati al Lux di Pisa ad assistere a Naturalmente zoppica un po’, vedere finalmente in azione il buon vecchio Andrea Kaemmerle e saldare un altro debito morale con Riccardo Goretti. Dello spettacolo diremo di certo, ma, intanto, vi segnaliamo l’altra replica, sempre in provincia di Pisa, dello spettacolo uscito dalla folle penna del leggendario Jiga Melik (al secolo
Alessandro Schwed), ispirato alle pagine dello scrittore statunitense d’origine ebraiche Bernard Malamud. Per non bruciare le idee che stiamo carezzando in vista dello sguardazzo, ribadiamo l’invito degli artisti medesimi: «Vi sbuccierete il cuore tramite risate sonanti e graffianti scoperte». Andateci.
Sabato e domenica − Verdi al Verdi (Pisa)
Prima stagionale per l’opera, a Pisa, con Simon Boccanegra, nella versione emendata (a circa vent’anni dal debutto veneziano del 1857) da Arrigo Boito. Lo spettacolo, che è un nuovo allestimento, vede la partecipazione produttiva di molti soggetti (Teatro di Pisa, Teatro del Giglio di Lucca, Teatro Goldoni di Livorno, Teatro Sociale di Rovigo), il che ci pare saggio e lodevole. Sul podio, Ivo Lipanovic, con la regia di Lorenzo Maria Mucci, scene di Emanuele Sinisi e costumi di Massimo Poli. A suonare sarà l’Orchestra della Toscana, mentre si alterneranno nei ruoli principali Stefano Antonucci e Elia Fabbian (Simon), Valeria Sepe e Ilona Mataradze (Valeria), Roberto Scandiuzzi e Andrea Concetti (Jacopo), Stefano La Colla e Ivan Momirov (Gabriele). Magari un arlecchino andrà.
Sabato e domenica − Qualcosa si muove… a Spam! (Porcari, LU)
Si parte venerdì 9, a dire il vero, con l’intitolazione della sala di Spam! ad Arnaldo Cestaro, il pensionato vicentino che, nei mesi passati, ha vinto il ricorso presso la Corte di Strasburgo a proposito delle violenze perpetrate dalla forze dell’ordine su pacifici manifestanti alla scuola Diaz, a margine del G8 di Genova del 2001. Ad accompagnare Cestaro vi sarà il giornalista Lorenzo Guadagnucci, anch’egli presente alla scuola in quella terribile notte. Seguirà una serata danzante (!) con il gruppo Manolo Strimpelli Nait Orchestra, benché il “vero” cartellone spettacolare inizi la sera successiva, con la prima di due repliche di In girum imus nocte (et consumimur igni), palindromica performance concepita e diretta da Roberto Castello e, nel pomeriggio di domenica, con Fuor di misura, un’interessante lettura leopardiana a cura di Valeria Cavalli e della compagnia Quelli di Grock. Consigliamo vivamente.
Buone visioni a tutti.