Metà d’ottobre, s’inizia a fare sul serio: al debutto le stagioni regolari di Pistoia e Lucca, ormai inoltrato il programma di Pontedera, a Bientina si dà l’ultima (bella!) tappa di Utopia del Buongusto, a Pisa prosegue il cartellone operistico, a Buti il festival Piccoli fuochi, Prato continua nella sovrapposizione con Utoya, e infine, dalle parti di Lucca, s’abbatterrà il ciclone Rezza per la ministagione di Spam!; niente male davvero e, nelle righe sotto, vediamo di vederci più chiaro. Per un panorama (quasi) completo, rimandiamo, però, all’insostituibile Calendazzo.
Da martedì a domenica − Teatro pugilistico a Pontedera (PI)
Difficile, dinanzi al titolo Boxe attorno al quadrato, prossima fatica a firma Sabino Lo Sicco e Manuela Civilleri, non pensare al bel volume di Franco Ruffini, Teatro e boxe, con la chiosa artaudiana L’atleta del cuore nella scena del Novecento (Bologna, Il Mulino, 1994). Scorrendo le note di regia del duo siculo, si ha la sensazione d’uno spettacolo che, nella metafora ciclica dello sport, individua un assurdo e inquietante meccanismo sisifeo: “È la favola nera di un uomo eletto rappresentante del nulla che lo circonda, stretto nella morsa di un sistema in caduta, che non si rende conto di andare verso una sicura sconfitta”. Cercheremo senz’altro di vedere e, ovviamente, parlarvene.
Da martedì a domenica (ancora) − Prato diventa Utoya
Si perdoni la ripetizione della foto (a destra) rispetto alla scorsa settimana, ma quest’immagine ha esercitato, sin dalla sua prima diffusione, un peculiare fascino per il nostro occhio. Si tratta di Anders Behring Breivik, responsabile di una delle più incredibili stragi mai avvenute in Europa: 77 vittime in un giorno, tutte di sua mano (in gran parte giovani attivisti del partito laburista norvegese), gesto motivato su base nazionalista e antiprogressista. A quel tragico evento, svoltosì per lo più sull’isola di Utoya, s’ispira il testo di Edoardo Erba. Rinnoviamo (lo faremo sino al 24 ottobre), l’invito a recarsi presso il Teatro Magnolfi per assistere all’allestimento diretto da Serena Senigaglia, con Arianna Scommegna e Mattia Fabris.
Da mercoledì a domenica − Sacchi e Orsini (ma non solo) a Pistoia
In quel di Pistoia, continua l’epopea fantaucronica dei Sacchi di Sabbia che, al Teatro Bolognini (ore 19), traducono in scena il radiodramma I Quattro Moschettieri in America. Nel weekend, inoltre, viene inaugurato il cartellone di prosa del Manzoni, con un immarcescibile Umberto Orsini che torna ad Arthur Miller in Il prezzo. Impreziosisce il tutto la prima regia assoluta di Massimo Popolizio, a comporre, con il sopracitato Orsini, un quartetto d’assi che comprende Alvia Reale ed Elia Schilton. Non foss’altro per vedere quattro interpreti di tal calibro, viaggio e biglietto varrebbero senz’altro la spesa. La doppietta coi Sacchi, poi, sarebbe da veri appassionati.
Giovedì 15 − Guy de Maupassant a Buti (PI)
Ancora Piccoli fuochi, al Francesco di Bartolo, per una breve (circa trenta minuti a quanto pare) immersione teatral-letteraria dal titolo Dunkel (in tedesco scuro, come sapranno tutti gli appassionati di birra), idea e realizzazione scenica di Silvia Guidi, con il contributo musicale di Alessio Riccio: si parte, senz’altro, dai Racconti fantastici di Maupassant, per poi trascorrere in un’indefinita serie di altrove (Berlino, New York, Praga, Buenos Aires?) sulla scorta di Borges, Poe, Kafka, Scott Fitzgerald, per un viaggio che, speriamo, di non dimenticare. Guidi è un’attrice performer molto interessante, formatasi a Sesto Fiorentino con Barbara Nativi, autrice di un percorso molto personale (La novella del Visconti, allestito da giovanissima, nel 1990, presso l’allora Ex Emerson a Firenze fece davvero sensazione) che le ha fatto guadagnare il titolo (ambito?) di dark lady dell’underground fiorentino, qualsiasi cosa indichi un’espressione simile. Cercheremo di inviare qualche sguardatore anche a Buti.
Venerdì 16 − Mastrella-Rezza sono… Io (Ponte a Moriano, LU)
Potrebbe essere, a occhio, la sesta volta che lo vedremo. Chissà quand’è che vinceremo una bambolina. Scherzi a parte, dopo il (prevedibile e previsto) successo del maggio 2014 (sempre grazie a Spam!) coll’ormai classico Pitecus, Flavia Mastrella e Antonio Rezza portano il secondo capitolo compiuto della loro teatrografia. Io, delirio solipsistico, “figlio di Noi”, improbabile e sfuggente (non) personaggio che ha solo un amico “me − ossia sé − stesso”, e solo un grande nermico: “te stesso”. Variopinto, inarrestabile e spiazzante, più che consigliarlo, vorremmo imporvelo: andateci. Ma, attenzione: evitate, per questa volta, le prime file. Ci ringrazierete.
Venerdì 16 − Ottavia Piccolo è Anna Politkovskaja a San Miniato (PI)
La vicenda è (quasi) nota, ma non troppo: una giornalista freddata a colpi di pistola, nell’ascensore del palazzo moscovita in cui abitava, nel giorno del cinquantaquattresimo compleanno di Vladimir Putin, suo dichiarato nemico politico. Stefano Massini ne ha ricavato un testo, Memorandum teatrale dal titolo Donna non rieducabile, “cucito” addosso a Ottavia Piccolo. Venti quadri, venti racconti, per raccontare una donna, attraverso i suoi stessi occhi. Operazione interessante, che apre la stagione del Teatrino dei Fondi, in quel di Corazzano (PI). Postilla: lo stesso testo è stato ripreso in questi giorni da un’altra (brava) attrice, Elena Arvigo: cercheremo di vedere entrambe le versioni.
Venedì 16 − Ancora nei pressi di Don Giovanni al Verdi (Pisa)
Un tuffo nel primo Settecento per la stagione lirica pisana, con Il trionfo dell’onore, del palermitano Alessandro Scarlatti (libretto di Francesco Antonio Tullio): si tratta di un’opera comica ambientata nelle campagne pisane dell’epoca e legata, in qualche modo, alla figura del celebre Dom Juan. Un articolato gioco delle coppie (addirittura quattro) che offre un ampio ventaglio di soluzioni compositive, per un capolavoro che segnerà la successiva evoluzione del genere buffo. Sul podio a dirigere, troveremo Federico Bardazzi, la regia è affidata, invece, a Mario Setti, con l’orchestra Ensemble San Felice, polo produttore dell’intera operazione. Proveremo a mandare qualche melomane arlecchino.
Da venerdì a domenica − “Qualcuno volò…” con Alessandro Gassman a Lucca
Ah, i misteri della programmazione! Lucca è una città viva culturalmente (ma non lo dite ai suoi cittadini: vi risponderebbero a smorfie), ma che in materia teatrale avrebbe qualcosa da imparare gettendo lo sguardo verso altre piazze di analoghe dimensioni. Salutando, dunque, il debutto del cartellone 2015-16 con Qualcuno volò sul nido del cuculo (regia di Alessandro Gassman), non possiamo che rimaner basiti dalla concomitanza con il magnifico Rezza a Ponte a Moriano, pochi chilometri di strada dal Giglio. Siamo così sicuri che non valga la pena coordinarsi? Detto ciò: ha inizio un’altra stagione a costo zero che punta molto sul consenso e che rinnova le perplessità consuete circa la gestione dello spazio. La traduzione scenica del romanzo di Ken Kesey, reso ancor più celebre dal film di Miloš Forman con Jack Nicholson, prevede un’ambientazione nell’Italia del 1982, per “Una lezione di impegno civile, uno spietato atto di accusa, una potente metafora sul rapporto tra individuo e Potere costituito, sui meccanismi repressivi e di condizionamento della società. Un emozionante inno alla libertà”. Vedremo.
Sabato 17 − Utopia con Teatro Sotterraneo (Bientina, PI)
Penultima cena con spettacolo per quest’anno: nondimeno, una gran bella occasione per il pubblico bientinese del Teatro delle sfide. Arrivano, infatti, i fiorentini di Teatro Sotterraneo con Homo ridens, una performance comica che riflette… sui meccanismi della comicità. L’allestimento è realizzato come un “esperimento su campione, un test sul pubblico-cavia chiamato a reagire a determinati stimoli che attengono al riso e ai suoi meccanismi. Il progetto rivede e aggiorna i risultati delle proprie ricerche in ogni città e di conseguenza ne prende il nome. L’intento è quello d’indagare l’attitudine umana alla risata, misurandone i limiti e la complessità”. E ancora: “Sappiamo che la coscienza di sé permette all’uomo di vedersi dall’esterno. Sappiamo che la coscienza di sé rende l’uomo consapevole della morte. Ma cosa c’è da ridere?” Sarà interessante scoprirlo con loro.
Buone visioni a tutti.