“Magia… mistero… apparizioni… sparizioni…” recitava uno dei (tanti) tormentoni lanciati da Ezio Greggio all’epoca di Drive In (trent’anni or sono, ma non sembrano), ed ecco lo scrivente, nient’affatto disperso, riprendere le redini della rubrica che tanto piace ai nostri lettori (degli uffici stampa). Quattro province, per giunta caudate, son davvero troppe e dunque procediamo di crestomazia ragionata, rimandandovi al sapiente Calendazzo la cui compilazione è costantemente in fieri (ossia: controllatelo più volte, ché l’inserimento di spettacoli è continuo).
Martedì e mercoledì − Teatri di Confine e César Brie tra Pontedera e Pisa
La sera del 24, al Sant’Andrea di Pisa, prosegue la nomade rassegna Teatri di confine ed è la volta di Piero della Francesca. Il punto e la luce, ideato da Lucia Franchi e Luca Ricci, per la regia di quest’ultimo. In scena, Arianna Di Stefano e Gabriele Falsetta, per un’immersione nel mondo di un artista tra i più importanti della nostra pittura, focalizzata sul tarlo del dubbio rispetto alla carica innovativa del proprio linguaggio, destinato a cambiare in profondità il concetto di arte della propria epoca e delle successive. Spettacolo ambizioso, anche in chiave formale, sappiamo per certo che lo vedremo e ve ne parleremo.
Il Teatro Era di Pontedera martedì e mercoledì ospita un habitué di quelle parti, ossia Cèsar Brie impegnato in Ero, un monologo polifonico, forse persino autobiografico, senza dubbio intimo, attraverso temi eterni dell’esistenza quali l’amore, la morte, il dolore, la gioia (e, detto così, pare un po’ di banalizzare). La parola all’artista argentino: «Credo che il reale non sia ciò che si vede. Che il reale sia in agguato dietro le vicende e le situazioni. Di quel reale “in agguato” mi occupo da tempo. Cerco di “non recitare”, di avere onestà, verità, esposizione e poesia nella finzione della recita. La scena non è per me uno spazio dove dire testi scritti da altri. Non è un luogo naturale. Non esiste la “scena” in natura. La scena esiste ogni volta che indago, osservo e abito l’esistenza senza volerci soltanto vivere. Scena come luogo in cui appare ciò che non è visibile» e su questo, possiamo ben concordare. Anche qui: andremo e vi diremo.
Spettacolini infrasettimanali a Carrara, Santa Croce sull’Arno (PI) e Altopascio (LU)
Non è snobismo: chi ci segue sa che siamo gente di bocca ottima e che la puzza al naso la (con)cediamo ad altri. Detto ciò, ci permettiamo di distinguere il grano dal loglio e, quindi, non è reato dirvi che dal Tradimenti a firma Michele Placido (al secondo lavoro teatrale, ci sembra), nonostante il testo di Pinter, non ci attendiamo una rilettura sorprendente (in tal senso, ci fideremmo di più dei lavori di Dario Marconcini). Ciò non toglie che, di sicuro, andremo a vedere Ambra Angiolini (sì, proprio lei), Francesco Scianna e Francesco Biscione impegnati, martedì e mercoledì, alla Nuova Sala Garibaldi di Carrara e giovedì al Verdi di Santa Croce sull’Arno.
Ad Altopascio, invece, si apre mercoledì la stagione dell’intraprendente Puccini con Signori in carrozza!, per una serata che saprà senz’altro intrattenere il pubblico della cittadina celebre per il pane. Si tratta, come potete apprendere da un nostro recente sguardazzo, di uno spettacolo ricco di spunti e qualità (otto interpreti, quattro musicisti), che probabilmente non cambierà la storia del teatro, ma non è che questo lo si possa pretendere ogni sera. Difficilmente ci saremo, ma vi invitiamo comunque ad andare, se vi va.
Fine settimana − Occasioni a San Miniato (PI), Porcari (LU), Cascina (PI) e Castiglioncello
Da rivista ognivora, supportiamo tutto ciò di cui ci cale, da rivista piccola, abbiamo in simpatia gli spazi a noi proporzionali. Per questo vi ci mandiamo volentieri e, dunque, vi diciamo che venerdì, a Spam! in quel di Porcari, un gruppo storico della danza contemporanea italiana ed europea quale Abbondanza-Bertoni (attivo dal 1988) presenta I Dream, primo a-solo scenico di Michele Abbondanza, un lavoro che, nelle stesse parole del danzatore, implica una sorta di outing coreografico a proposito del presente in forma di memoria: “Proprio la forma, dopo iniziali effluvi di parole, è uscita fuori prepotentemente e così partito da un punto, mi ritrovo misteriosamente in un altro. Un punto non a caso; un punto che in fondo, conosco bene, dove il corpo, i suoi contorni, spasmi, fragilità, eccessi e difetti, assurgono a unici e definitivi simboli”. La riflessione prosegue, a dire il vero (qua), e ve la segnaliamo perché ci pare interessante: andremo a vederlo, sicuramente.
La stessa sera, al Teatrino dei Fondi di Corazzano (PI), Marina De Juli va in scena con un piccolo classico della famiglia Fo (triplice firma: Dario, Jacopo e Franca Rame, per l’occasione regista), ossia Tutta casa letto e chiesa, una serie di monologhi al vetriolo su… vabbè, il titolo è chiaro. Andateci e, forse, ci andremo anche noi.
Dopo il debutto pistoiese, sabato e domenica, L’apparenza inganna firmato da Federico Tiezzi e Sandro Lombardi (il testo è di Thomas Bernhard) approda a Castiglioncello. Un arlecchino andrà per voi, mentre, la sera prima, è quasi certo che diserteremo (non per cattiveria, s’intende) il 2×2=5 L’uomo dal sottosuolo con Cacà Carvalho (peraltro reduce da una fortunata tournée brasiliana) che abbiamo recensito non una, ma ben due volte. Non che una terza sia esclusa, ma non ci sentiamo di promettere niente e, dunque, alla Città del Teatro di Cascina vi lasciamo andare in pace.
Sabato e domenica istituzionali: prosa a Pisa, lirica a Livorno
Sulle tavole del Verdi pisano, approda Morte di un commesso viaggiatore, nella versione del Teatro dell’Elfo, per la regia di Elio De Capitani. Il celebre testo di Arthur Miller, nella traduzione di Masolino D’Amico, è tradotto in scena con grande cura e l’abbiamo sguardazzato al suo (peraltro rimandato) passaggio pistoiese, la scorsa primavera. Tre ore sono tante (seguiteci, ché sulla lunga durata, ci esprimeremo compiutamente tra qualche giorno), ma per chi ama il genere, in questo caso, lo sforzo può valere la pena. Sabato e domenica.
Stessi giorni per la sosta livornese (Teatro Goldoni) del Simon Boccanegra in coproduzione tra Pisa, Lucca, Livorno e Rovigo. Il relativo sguardazzo è già sulle nostre colonne, possiamo solo ricordare che sul podio salirà Ivo Lipanović e che la regia è firmata da Lorenzo Maria Mucci. Per altri dettagli, vi basta un clic poco sopra; vi anticipiamo solo che, comunque, vale la pena.
Oltre i confini anche i bambini − Prato e Firenze
Con una sapida rimetta, segnaliamo, infine, quel che andrem(m)o a vedere nelle province teatralmente amiche: a Prato (Teatro Magnolfi) replica sino a domenica 29 Virtù dell’oscurità, con Elena Ghiaurov: lo abbiamo già detto, ve lo ridiciamo.
Al Metastasio, invece, tempo di Scandalo, testo di Arthur Schnitzler, regia di Franco Però, con Stefania Rocca (la cui prima, ci pare, prova teatrale non entusiasmò chi scrive, ma non dispiacque affatto a un altro futuro arlecchino) e Franco Castellano; commedia famigliare, tuttora inedita in Italia, su un “amore impossibile”, ad alta focalizzazione femminile. Non escludiamo sguardazzi.
Ci prendiamo una deroga (scriviamo di teatro ragazzi solo in circostanze precise) e segnaliamo, sabato e domenica, due spettacoli della Compagna TPO, rispettivamente al Fabbrichino (Prato) e al Florida (Firenze): si tratta di Il gioco dell’acqua (con Giulia Aiazzi e Riccardo Goretti), spettacolo concepito come un percorso attraverso vari ambienti che ci parlano dell’acqua vista attraverso uno sguardo bambino, suddiviso in quadri a rappresentare il ciclo che l’elemento compie in natura, e di Babayaga, tratto da un’opera illustrata di Rébecca Dautremer ispirata a sua volta a una leggenda slava che narra del viaggio avventuroso di una bambina costretta a lasciare la famiglia per essere affidata a una temibile orchessa. Da quasi fans della compagnia pratese, vi consigliamo entrambi, vivamente, ed è quasi certo che ve ne riparleremo.
Anche per questa volta è (forse) tutto. Da redivivi reggitori della rubrica, in spregio a chi auspicava sparizioni protratte, vi auguriamo buone visioni.