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Chi è di scena? La stranissima coppia: Benvenuti e Cioni

Sguardazzo/recensione di "Chi è di scena"

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Cosa: Chi è di scena
Chi: Alessandro Benvenuti, Paolo Cioni, Maria Vittoria Argenti
Dove: Carrara, Nuova Sala Garibaldi
Quando: 03/02/2016
Per quanto: 75 minuti

E se, durante uno spettacolo, l’attore in scena citasse con convinzione Nietzsche: «I critici vogliono il nostro sangue, non il nostro dolore», il povero cronista scenico come potrebbe recensire la performance? Lo farebbe con piacere, perché il sangue versato in questo caso è dolce e di buon gusto, e la citazione di Alessandro Benvenuti non ci intimorisce.

Una stanza buia: due sedie in proscenio, poste ai lati e obliquamente rispetto all’arcoscenico, permettono di intravedere sul fondale una chaise longue su cui è adagiata una figura femminile avvolta in una veste di velluto rosso, che lascia scoperta la schiena. Sulla seduta di sinistra, immobile, Alessandro Benvenuti attende l’ingresso in scena della sua controparte, il divertente Paolo Cioni (già visto nell’esilarante Pinocchio di Arca Azzurra, nella rilettura del toscano Ugo Chiti).

chièdiscena ph VannelliChi è di scena ha una trama semplice e lineare: un artista che non si esibisce da cinque anni decide di concedere un’intervista a un incauto giornalista, per rivelare così i motivi del proprio allontanamento e la sua attuale situazione. Se non fosse per la complessità dei contenuti e delle strutture verbali che si avviluppano in vortici serrati, la vicenda ci parrebbe alquanto banale. Non lo è affatto.

Benvenuti lascia lo spettatore sospeso, non gli dà il permesso di ridere, per non sopraffare, con la risata, l’incalzante sproloquio che il suo peculiare personaggio deve proferire. Una vita criptica, anomala, di un soggetto al limite di una crisi di nervi che, punzecchiato da opportune domande concordate, ripercorre la propria biografia. Non si tralasciano le prime masturbazioni, i propri pensieri sul teatro, come il rifiuto nell’affrontare tematiche quali l’amore o il teatro civile poiché ne derivano applausi troppo facili; vi sono anche paradossali quesiti dalla risposta insoluta, tipo l’atroce dubbio sull’eventuale depilazione di Gesù Cristo, che, nell’iconografia relativa alla crocifissione, parrebbe glabro, a parte i lunghi capelli. Il curioso dialogo è condito da citazioni sia filosofiche (da Nietzsche a Pascal, «Tu non mi cercheresti se non mi avessi già trovato») sia letterarie (il motto dantesco: «Lasciate ogni speranza, o voi che entrate», riferito al proprio membro nei passaggi a proposito dell’autoerotismo). I due attori si rivelano personaggi macchiettistici, privi del senso della misura, a tratti grotteschi, non permettendo di capire fino in fondo quale sia il limite tra realtà e finzione, come se vi fosse qualcosa di “strano” e di irrisolto, al di là di quel che viene mostrato al pubblico.

benvenutiL’arcano sarà difatti svelato grazie alla figura di spalle, la cui entità (o verità) non vogliamo rivelarvi, proprio perché su di lei si basa l’intero meccanismo drammaturgico, che avvicina la pièce a un autentico thriller, con tanto di pistole e presunti avvelenamenti. Il commento musicale, composto da nenie bambinesche e sinistri acuti, colora ulteriormente la scena, grazie a un effetto suspense tanto artificioso da sfociare nel tragicomico. Ed è interessante, nella prima parte del lavoro, l’uso della telecamera che il giornalista pone su un piedistallo, il cui girato viene proiettato alle spalle degli attori, permettendo al pubblico di vedere la mimica facciale di Benvenuti che oscilla tra un movimento di collo e una deformante strizzata d’occhio.

Con la rivelazione finale si ha un ritorno alla presunta normalità: i fili si riannodano, i passaggi che prima parevano esagerati (improntati a una certa “scorrettezza politica”) acquisiscono senso, e così l’enfasi nella recitazione, la fissità scenica, le musiche stravaganti: un repentino cambio prospettico che ci permette di sfilare la maschera e tributare un sonoro chapeau a una ben fatta prova attoriale.

Chi-e¦Ç-di-scena-nella-foto-M.V.-Argenti-A.-Benvenuti-P.-Cioni

VERDETTAZZO

Perché:
Se fosse... un gruppo sanguigno sarebbe... AB negativo

Locandina dello spettacolo



Titolo: Chi è di scena

scritto e diretto da Alessandro Benvenuti
con Alessandro Benvenuti, Paolo Cioni, Maria Vittoria Argenti
produzione Arca Azzurra Teatro


Uno stravagante e chiacchierato uomo di teatro scomparso dalle scene improvvisamente e apparentemente senza un plausibile motivo da cinque anni, viene rintracciato per un caso fortuito da un giovane fan. A lui, l'uomo decide di rilasciare un'intervista per spiegare le ragioni della sua scelta e svelare così il mistero che si è creato intorno a questa. Lo invita perciò a casa sua. Testimone silente di questo loro incontro è però una giovane donna che, giacendo seminuda su una chaiselongue di spalle ai due, sembra dormire un sonno profondo. E… … E come spesso accade nei lavori di Alessandro Benvenuti, quel che appare si scopre tutt'altro che vero, e quel che è vero si svela in un intreccio giocoso e imprevedibile, con una specie di doppio salto mortale drammaturgico che accompagna lo spettatore a un finale assolutamente inaspettato che gioca con leggerezza con le vicende pubbliche e private dei tre protagonisti, sull'intreccio tutt'altro che evidente dei loro rapporti, affrontando insieme tematiche di grande attualità sociale. Il tutto ovviamente con il linguaggio forte, pastoso, ricco dei testi di Benvenuti, assolutamente esplicito, lineare, venato di ironia con punte di corrosività sarcastica e sempre di una comicità istintiva e feroce.

Francesca Cecconi
Da attrice a fotografa di scena per approdare alla mise en espace delle proprie critiche. Under35 precaria con una passione per la regia teatrale. Ha allestito una sua versione di Casa di bambola di Ibsen. Se fosse un’attrice: Tosca D’Aquino per somiglianza, Rossella Falk per l’eleganza, la Littizzetto per "tutto" il resto.