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Una vedova sin troppo raffinata per OperaStudio

Sguardazzo/recensione di "La vedova allegra"

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Cosa: La vedova allegra
Chi: Franz Lehár, Nicola Paszkowski, Fabio Sparvoli
Dove: Lucca, Teatro del Giglio
Quando: 06/02/2016
Per quanto: 140 minuti

C’è aria di festa al Teatro del Giglio per il debutto di La vedova allegra, diretta produzione dell’ente lucchese. L’allestimento rientra nel progetto LTL OperaStudio che, da anni, vede alternarsi i teatri della costa (Lucca-Pisa-Livorno) nella produzione di titoli possibilmente poco frequentati, selezionando e preparando per mesi giovani cantanti più o meno esordienti. Quest’anno il capofila del progetto è stato proprio lo spazio diretto da Aldo Tarabella, che ha scelto l’operetta più famosa del compositore Franz Lehár.

Il titolo aderisce perfettamente alle intenzioni del progetto: anche se emergono due o tre personaggi, la trama è essenzialmente corale, ricca di sottotrame che si intrecciano, favorendo il lavoro collettivo e assicurando a diversi cantanti parti comunque significative. Inoltre, i molti segmenti recitati richiedono una preparazione su più fronti, sicuramente stimolante per i giovani talenti. Il risultato è fresco e brillante, pur su un testo d’altri tempi, con una comicità un po’ troppo innocua per farci ridere davvero. Non mancano, però, le scene che scatenano dirompenti applausi a scena aperta dal teatro gremito e entusiasta.

applausi (primo cast)Il palco è occupato quasi per intero da due vertiginosi scaloni bianchi che si intrecciano e salgono a perdita d’occhio (in realtà, questa è un’illazione: dall’ultima fila della galleria possiamo solo immaginare la porzione che non scorgiamo). La scenografia firmata da Giuliano Spinelli è montata su una pedana girevole, in modo da offrire un’ambientazione sempre diversa alle varie feste cui partecipano dignitari, ambasciatori e funzionari.
L’alta società parigina, in cui il tradimento è cosa consueta, viene messa in subbuglio da una grande novità: il ricco marito di Hanna Glawari è morto durante la prima notte di nozze, lasciando la giovane in uno stato di ricchissima vedovanza. Tutti puntano a sposarla e la fanciulla, suo malgrado, si vede perfino al centro di un gioco di potere, per cui l’ambasciatore Zeta non vuole che il patrimonio finisca nelle mani di un marito straniero. Maria Radoeva, soprano, veste i panni della vedova, unico ruolo di spicco: il resto della compagine rischia di perdersi – almeno in una singola visione – in una massa indifferenziata di mogli dai facili costumi e mariti cornuti (complici anche i costumi d’epoca di Irene Monti, raffinatissimi, ma con limitate connotazioni individuali).

2016-02-04 19.47.27La regia di Fabio Sparvoli è abile nel gestire il traffico della grande massa di personaggi, rendendo sempre fluide le transizioni sceniche. Notevoli, soprattutto nella parte finale, alcune scene quasi oniriche: un ballo a due in una luce lunare, una scena corale che termina in una lunga immobilità generale mentre la giostra gira come un carillon. Il prodotto finale è raffinato come i colori chiari delle scene e dei costumi. Anche l’Orchestra Giovanile Italiana, guidata da Nicola Paszkowski, si muove in sintonia con questa eleganza di fondo che pervade (salvo alcune trascurabili parentesi) tutto l’allestimento.

L’operetta, però, non è solo un titolo che costa meno e che si capisce meglio. All’interno del suo linguaggio sono presenti tratti che saranno comuni all’avanspettacolo e che non possono essere trascurati: non può essere tutto delegato alle gag (in cui primeggia Mario Brancaccio nelle vesti del cancelliere) tra una scena e l’altra. Serve un vero spettacolo d’arte varia, che valorizzi l’imprescindibile componente coreografica: seppur lodevoli, solo tre coppie di ballerini sono troppo poche per le vivaci musiche di Lehár.

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VERDETTAZZO

Perché:
Se fosse... un supporto video sarebbe... un VHS

Locandina dello spettacolo



Titolo: La vedova allegra

operetta in tre parti (versione italiana)
di Franz Lehár 
libretto di
Victor Léon e Leo Stein
dalla commedia L’Attaché d’ambassade
di Henri Meilhac

La scelta degli interpreti è il risultato del Progetto LTL Opera Studio 2015

Mirko Zeta Carmine Monaco (6 e 7 febbr.)
Valencienne Marika Colasanto (6 febbr.) – Alessandra Della Croce (7 febbr.)
Danilo Danilowitsch Giuseppe Raimondo (6 febbr.) – Ricardo Crampton (7 febbr.)
Hanna Glawari Maria Radoeva (6 febbr.) – Anta Jankovska (7 febbr.)
Camille de Rossillon Christian Collia (6 febbr.) – Yasushi Watanabe (7 febbr.)
Cascada Stefano Marchisio (6 e 7 febbr.)
Raoul de St-Brioche Vasyl Solodkyy (6 febbr.) – Marco Miglietta (7 febbr.)
Bogdanowitsch Francesco Napoleoni (6 febbr.) – Federico Bulletti (7 febbr.)
Sylviane Domitilla Lai (6 febbr.) – Maria Grazia Tringale (7 febbr.)
Kromow Tommaso Quanilli (6 e 7 febbr.)
Olga Teresa Gargano (6 febbr.) – Donatella De Luca (7 febbr.)
Pritschitsch Alfonso Franco (6 febbr.) – Artem Tarasenko (7 febbr.)
Praskowia Alessandra Masini (6 febbr.) – Giulia Perusi (7 febbr.)
Njegus Mario Brancaccio (6 e 7 febbr.)

direttore Nicola Paszkowski
regia Fabio Sparvoli

OGI Orchestra Giovanile Italiana
Ensemble vocale del Progetto LTL Opera Studio

nuovo allestimento Teatro del Giglio di Lucca
coproduzione Teatro del Giglio di Lucca, Teatro Goldoni di Livorno, Teatro di Pisa, Teatro Coccia di Novara


Operetta tra le più note e rappresentate del compositore Franz Lehár fin dall'acclamato debutto viennese il 30 dicembre 1905. La sua popolarità approdò anche al cinema conquistando registi come Erich von Stroheim, Ernst Lubitsch e Curtis Bernhardt che ne firmarono versioni per il grande schermo. Si tratta del ritratto di una società che si abbandona alle feste danzanti e ai balli mondani, dal carattere lieve e frizzante ma anche con la consapevolezza di una celebrazione dell’ultimo trionfo del valzer. La danza presente in tutti e tre gli atti (polke, mazurke e valzer nel primo, balli folkloristici nel secondo e can-can nel terzo) è la rappresentazione di un movimento vorticoso nel quale si articola la vicenda della ricca ereditiera, il cui sogno d’amore si realizza solo grazie ad un intervento esterno quasi miracoloso ed inaspettato. Un esito che salva anche la società in cui il destino individuale si compie. I giovani interpreti di LTL Opera Studio si cimenteranno in una rappresentazione nota e facilmente fruibile al grande pubblico.

Andrea Balestri
Non è il Pinocchio di Comencini. Apparentemente giovane, studia teatro (non solo) musicale tra Pisa e Roma. Serie tv, pulizie e viaggi in treno occupano il resto della sua vita. Archivia i ricordi in congelatore e si lava i capelli tutti i giorni.