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Il malato immaginario, U. Chiti (2014-15)
Titolo: Il Malato immaginario
di Molière
adattamento, ideazione dello spazio e regia di Ugo Chiti
con Giuliana Colzi, Andrea Costagli, Dimitri Frosali, Massimo Salvianti, Lucia Socci, Gabriele Giaffreda, Elisa Proietti
produzione Arca Azzurra Teatro/MIBAC/Regione Toscana/Comune di San Casciano V.P.
Adattamento e regia cercano questa doppia, obliqua lettura necessaria in un testo “contaminato” da molteplici segni teatrali, dove a differenza, per esempio, dell’assoluta “purezza” drammaturgia del Misantropo, convivono insieme pantomime metafisiche e amare riflessioni sulla natura dell’uomo. Ne Il Malato immaginario si spariglia così il giuoco: i caratteri ridicoli o stravaganti che attingono
al farsesco dichiarato, cercano risonanze più reali in grado di evidenziare lo smarrimento esistenziale avvicinandoli, alla riconoscibilità del contemporaneo.
Il Malato Immaginario è testo turbevole proprio per queste doppiezze contraddittorie, testo ambiguo che dietro l’inossidabile, perfetta macchina teatrale, sembra occultare il tema portante; commedia sì sulla “delusione medica” ma forse, ancora più presente è la disamina sull’uomo vinto dalle illusioni.
ArcaAzzurra incontra Molière e il suo Malato immaginario, un intreccio ricchissimo e di un’attualità quasi disarmante, una di quelle rare commedie divenute ormai qualcosa di più di un classico, di fronte a personaggi diventati veri e propri archetipi. Dire che Il malato immaginario come tutti i classici parla apertamente all’oggi è quasi una banalità, ma certo l’ossessione ipocondriaca di Argante, la sua bulimia medicinale sembrano paradigmatiche di atteggiamenti apertamente contemporanei, come del resto la sua vulnerabilità ai raggiri degli esperti e dei dottori, che sono senza dubbio caratteristica della nostra società dove abbondano millantatori e maghi, ma dove i rimedi sono spesso peggiori dei mali.