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Il sogno di Leonardo nella voce di Flavio Albanese

Sguardazzo/recensione di "Il codice del volo"

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Cosa: Il codice del volo
Chi: Flavio Albanese
Dove: Lucca, Teatro San Girolamo
Quando: 12/03/2016
Per quanto: 70 minuti

Il secondo spettacolo che Flavio Albanese presenta al Lucca Teatro Festival è Il codice del volo, ispirato alle vicende di Leonardo Da Vinci. L’attore barese, in questo caso come in La vera storia di Pinocchio (visto il giorno precedente), è autore del testo e attore della messinscena. Teatro di narrazione purissima: Albanese è “neutro”, vestito in nero e, nel raccontare, alterna racconto a interpretazione dei personaggi (principalmente Leonardo stesso e il suo devoto assistente Tommaso Masini), un po’ come succedeva anche in Pinocchio.

Nel voler dire del genio toscano, l’artista sceglie un ambito preciso: il sogno di Leonardo di far volare l’uomo. Morto ad Amboise nel 1519, il Maestro lascia al suo allievo Francesco Melzi migliaia e migliaia di pagine di appunti, in gran parte non strutturati. Il discepolo cerca di raccoglierli in libri tematici, visto il periodo fecondo per la trattatistica d’arte. Non sarà più così quando, anni dopo, sarà pronto il Libro di pittura che avrà scarsa circolazione: questo insuccesso e la morte di Melzi porteranno a un dispargimento del corpus di manoscritti del vinciano. Tuttora queste pagine sono raccolte in Codici nelle biblioteche di tutto il mondo.
Il codice del volo è come una di queste raccolte, immaginata da Albanese che, dopo lunghe ricerche, recupera virtualmente gli appunti del maestro sul volo: dagli studi degli uccelli ai progetti per costruire macchine volanti fino agli sfortunati collaudi. In scena accade poco o nulla, tutto è evocato dalla voce dell’attore: le spiegazioni di fisica, il racconto dei tentativi, il tutto in uno stile che alterna narrazione mai asettica e passaggi d’intensa interpretazione. In alcuni momenti, l’attore si concede un abito bianco con un paio d’ali piumate, o un bastone con, attaccato a un filo, un modellino di volatile.

Il codice del volo, F. Albanese (ph. puglialive.net)La scenografia si compone soltanto di una grande lavagna − su cui è disegnato il celebre autoritratto leonardesco − e uno sgabello, più funzionale che decorativo. Le atmosfere cangianti suggerite dal monologo sono accentuate dalle luci proiettate sulla scena dominata dal nero: in particolare, una sfera specchiata è poggiata sul proscenio e, irradiata dal faro, disegna un cielo stellato che si propaga sul palco e in sala. In apertura, il protagonista suona un salterio strumento di forma triangolare, a corde fisse stimolate da un archetto producendo una musica serena e onirica.

Grazie ad Albanese è come se entrassimo nella mente di Leonardo, alla scoperta del suo metodo basato su associazioni mentali, scoprendoci, per l’incanto di una sera, tutti suoi allievi. Non c’è timore nell’addentrarsi, a volte, anche nello specifico dei ragionamenti (spesso sbagliati, ma sempre stimolanti) di Da Vinci, anche con la gestione di un linguaggio scientifico, o comunque specialistico, che, per approccio e utilizzo, ricorda da vicino un altro spettacolo assai celebre, ITIS Galileo di Marco Paolini. Più che un progetto ambizioso, vediamo in scena un sogno a un passo dalla sua realizzazione.

Il codice del volo, F. Albanese (ph. compagniadelsole.com)

VERDETTAZZO

Perché:
Se fosse... una birra sarebbe... una bionda piccola

Locandina dello spettacolo



Titolo: Il codice del volo

scritto, diretto e interpretato da Flavio Albanese
collaborazione artistica Marinella Anaclerio
impianto scenico Flavio Albanese
disegno luci Valerio Varresi
assistente alla regia Vincenzo Lesci


Flavio Albanese, racconta la vita, le peripezie, i miracoli e i segreti del più grande genio dell’umanità, la sua particolarissima personalità, ma soprattutto la sua voglia di conoscere e insegnare. Perché Leonardo voleva volare? Lo spiega Zoroastro, il suo allievo, il suo giovane di bottega, ovvero l’assistente e suo amico fedele: Tommaso Masini. È proprio lui che ha sperimentato una delle più ardite invenzioni del Maestro: la “macchina per volare”. Gli spettatori conosceranno la storia, l’umanità e sopratutto il modo di pensare di un genio poliedrico e originalissimo che è il simbolo del nostro Rinascimento. Protagonista assoluta è la curiosità, l’inquieta tensione dell’uomo verso la scoperta, l’incredibile capacità umana di arrivare oltre i limiti che la natura sembra imporci. “Leonardo mi ha insegnato a non aver paura di volare. Tutto è sempre sotto i nostri occhi, domande e risposte. E’ il pensiero che genera la materia, non la materia che genera il pensiero.” (Flavio Albanese)

Andrea Balestri
Non è il Pinocchio di Comencini. Apparentemente giovane, studia teatro (non solo) musicale tra Pisa e Roma. Serie tv, pulizie e viaggi in treno occupano il resto della sua vita. Archivia i ricordi in congelatore e si lava i capelli tutti i giorni.