Tutti gli spettacoli meriterebbero un manifesto – un’affiche, per fare i raffinati – che, pur rimanendo fisso, incollato a un pannello in doppia o quadrupla copia, riesca ad eccitare la fantasia del passante affaccendato, a incuriosire l’automobilista inchiodato al semaforo, a sorprendere il passeggero distratto sul filobus.
Non tutti ne hanno uno, ahimè, e gli spettacoli che hanno la fortuna d’essere reclamizzati per via di affissioni pubblicitarie ne hanno forse più svantaggi che benefici.
Io, che sono Arlecchino, sono vagabondo per natura. E quando passeggio, ciondolando tra le vie che si svuotano all’imbrunire, mi fermo a guardare i manifesti dei teatri. E giudico.
La situazione drammatica non è delle più originali ma funziona sempre: l’impegno per una buona causa. A teatro, come al cinema, le variazioni sul tema sono innumerevoli. Calendar girls è una delle più fortunate degli ultimi anni. Siamo nello Yorkshire inglese. Annie ha appena perso il marito, morto di leucemia. Insieme con le amiche – tutte sulla cinquantina e affiliate a un’associazione benefica femminile – decide di intraprendere una raccolta fondi “diversa” dalle solite, per salvare l’ospedale del paese. Si fanno ritrarre da un fotografo amatoriale mentre cucinano, rammendano, preparano bouquet. Nude però! Scandalo “di provincia”, notorietà, risvolti comici e non solo.
Nei cinema il film del 2003 diretto da Nigel Cole (con Helen Mirren e Julie Walters) ha sbancato. A teatro, lo stesso soggetto di Tim Firth è stato riadattato in tutte le lingue.
In Italia la regia dello spettacolo è stata affidata a Cristina Pezzoli, chiamata a guidare esperte attrici come Ariella Reggio, Carlina Torta, Matilde Facheris, Corinna Lo Castro, Elsa Bossi, Noemi Parroni e Angela Finocchiaro (nel ruolo di Chris). Anche LSDA se n’è occupato, recensendolo nei suoi passaggi in terra toscana (qui e qui).
Ma io, che sono Arlecchino, bado solo ai manifesti affissi in strada, ché seduto a teatro proprio non riesco a stare.
Ho visto la locandina della versione italiana, ben fatta, ariosa, con le sei donne vestite solo di un filo di perle e allineate dietro un nastro giallo-girasole (i girasoli sono i fiori piantati dal marito di Annie, accanto ai quali si fanno fotografare le intraprendenti “tardone”). E mi sono incuriosito e domandato: trattandosi di un adattamento di una commedia di cassetta – una sorta di format teatrale, insomma – come sarà stata realizzata altrove?
Non lo direste mai (o forse sì…), ma googlare “Calendar girls” rischia di minare un rapporto di coppia, o comunque di lasciare pericolose tracce nella Cronologia del browser. Ciononostante, sono pur riuscito a raccogliere qualche locandina forestiera. Avevo ragione a esser curioso: il layout è pressoché costante, così come l’autoironia delle donne che si mettono a nudo – letteralmente – pur non godendo più dei favori dell’età. E costante è pure la presenza dei girasoli, simboli o testimonial dell’intera operazione.
Per voi e solo per voi, una piccola selezione delle “ragazze-calendario” europee. Quale preferite? Gli esuberanti cappelli delle quattro danesi, lo sconcertante effetto-clone delle cinque greche, il tenue incarnato delle sei polacche, o i simpatici accessori delle sette spagnole?
1 Calendar Girls, diretto da Barry McKenna.
Visto a Copenhagen nel 2012.
Con Sarah Cox, Maureen Egerup, Tina Juul, Maria Lundbye, Poppy Mikkelsen, Hanne Ryge Nielsen, Brendan O’Gorman, Vanessa Poole, Tai Segel, John Shennan, Debbie Taylor, Rebecca Vaa and Polly Wilson.
2 ΚΟΡΙΤΣΙΑ ΗΜΕΡΟΛΟΓΙΟΥ, diretto da Χριστίνα Κωνσταντίνου
Visto ad Atene nel 2013.
Con Χριστίνα Παυλίδου, Έλενα Ευσταθίου, Ζωή Κυπριανού, Σοφία Καλλή, Μαρίνος Χατζηβασιλείου, Κύνθια Παυλίδου, Μαρίνος Κόνσολος, Χριστίνα Κωνσταντίνου, Χρήστος Νικολάου.
3 Dziewczyny z kalendarza, diretto da Tomasz Duckiewicz.
Visto a Varsavia nel 2010.
Con Barbara Bursztynowicz, Hanna Dunowska, Bożena Dykiel, Marta Klubowicz, Karolina Nowakowska, Izabella Olejnik, Maria Pakulnis, Halina Rowicka, Grażyna Wolszczak, Krzysztof Janczar, Bartosz Obuchowicz, Grzegorz Sikora.
4 Las chicas del calendario, diretto da Antonio Calvo.
Visto a Madrid nel 2013.
Con Beatriz Carvajal, María Garralón, Asunción Balaguer, Soledad Mallol, Berta Ojea, Cati Solivellas, Carmen Esteban, Cristina Fenollar, Manuel Fernández Nieves, Javier Lago, Samuel Señas, Charo Zapardiel y Sonia Villalba.