La lunga settimana di Lucca Teatro Festival si chiude a Porcari, con una giornata dedicata a debutti e anteprime: l’ultimo spettacolo di questo sabato denso di spettacoli si intitola Semi e ha per protagonista un parco. Lo vediamo subito, anche se ridotto a un’aiuola: i pochi ciuffi d’erba sul palcoscenico non sono una parte che indica il tutto, ma il tutto che, ormai, è rimasto solo una parte di quello che era. Due abitanti del quartiere (Marica Bonelli e Paolo Simonelli) sono gli ultimi superstiti dei vari comitati in difesa del parco cittadino e ogni giorno vengono a misurarlo, con estrema serietà, a passi di gazzella e di formica. Ogni giorno lo spazio si restringe sempre di più, minacciato da forze oscure dal sapore kafkiano: soggetti avvolti nel mistero, che producono diffidenza e timore.
Il nuovo arrivato (Laerte Neri) cerca un tesoro segnato su una vecchia mappa di suo nonno: sarà proprio il suo arrivo a ridare speranza e coraggio agli altri due. Le sue domande mettono in mostra i “difetti” dei due eroi, che nella quotidianità non sono attenti all’ambiente come credono. Grazie a lui, quelle minacce remote sembrano concretizzarsi: la superficialità, l’autoindulgenza e la corruzione, che prendono corpo in Claudio Maestrelli, l’apparizione notturna che ordina di restringere quel che resta del parco.
I tre protagonisti di questa favola green sono adulti leggermente caricaturati, ma senza mai eccedere in una caratterizzazione piatta e (come pensano alcuni) “a portata di bambino”. Restano figure complesse, anche se vagamente infantili, ognuna con il proprio colore dominante nei costumi colorati a pennellate di vernice.
Le musiche, curate da Roberto Orrico, accompagnano i segmenti più agìti: piccole e delicate parentesi ben curate in uno spettacolo in cui si dice più di quel che si fa. La regia di Carlo Ottolini (che firma anche il testo) è vivace e divertente, affronta il tema dell’ecologia senza pedanterie o moralismi, senza assolvere nessuno né indicando un facile colpevole.
Uno spettacolo godibile e utile anche per i più grandi, portatore di un bel messaggio (per certi versi davvero necessario) per un pubblico da educare non solo al rispetto per l’ambiente, ma anche alla complessità che questo comporta. Buoni semi per i bambini, come quelli trovati con il tesoro e da cui rinascerà il parco che abbiamo visto sparire sotto i nostri occhi.