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La settimana a teatro: 11-17 aprile

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Aprile dolce dormire, afferma la saggezza popolare: che dire? A teatro non di rado la palpebra s’abbassa, ma non dev’essere un dramma: potendo citare Ennio Flaiano (Lo spettatore addormentato, pubblicato la prima volta nel 1983, è una delle letture che consigliamo maggiormente in tema di critica teatrale militante) non escludiamo, un giorno, di dedicare alla cosa uno specifico sdottorazzo. Nel frattanto, tuffiamoci in un’altra settimana davvero intensa, con proposte buone per ogni tipologia di spettatore. Di seguito, la nostra selezione, che non oblitera, per amor di completezza, la consultazione del nostro inclito Calendazzo.

Tra martedì e domenica − Province di Pisa e Livorno

Si apre in bellezza martedì sera a Buti, ché al Francesco di Bartolo torna una vecchia conoscenza, il napoletano Enzo Moscato con Grand’estate (un delirio fantastorico, 1937/1960…ed oltre): non ne sappiamo granché, ma ci sentiamo di garantire a priori. Aggiungiamo che il grande attautore partenopeo condividerà il piccolo palco butese con Massimo Andrei, Giuseppe Affinito, Caterina Di Matteo, Gino Grossi, Francesco e Giancarlo Moscato. Ci piacerebbe leggerne: chissà.
Le sorelle Macaluso, Emma Dante (no credit)La sera seguente, mercoledì, grande teatro pure a Cascina con Le sorelle Macaluso, scritto e diretto da Emma Dante, nonché più volte recensito su questi schermi (eccovi gli sguardi arlecchini del sottoscritto e di Balestri, cui si aggiunte un’ulteriore recensione dantiana di Tomei): spettacolo già transitato nelle nostre zone, giustifica in ogni caso il fatto di recarsi a teatro.
Altra storia, giovedì, in quel di Pomarance: ai Coraggiosi, Angela FinocchiaroMaria Amelia Monti fan coppia comica per La scena, testo e regia di Cristina Comencini, di cui rammentiamo la prima nazionale al Giglio, un paio di stagioni fa. Non indimenticabile, ma neppure da buttare: per chi vuol (sor)ridere un po’.
Stessa sera, tutt’altra cosa a CastiglioncelloTutto il mio folle amore, sottotitolo s-concerto poetico e non per un profeta popolare, vede la scrittura di Pier Paolo Pasolini tradotta scenicamente da Alberto Astorri e Paola Tintinelli. La morte, non è detto se quella del poeta, e il degrado culturale di un’intera nazione sono al centro della performance, grazie alle figure di due comici, Fefè e Fofò, ingaggiati appunto a fare uno spettacolo sul poeta e regista. Non escludiamo sguardazzi.
Milite_Ignoto_Perrotta-672x372Dalle stesse parti, ma sabatodomenica sera, arriva invece Mario Perrotta [nella foto a fianco]con Milite ignoto, omaggio poetico alla Grande Guerra, di cui ricorre il centenario: “E chi scende da qui? Ci misi giorni di fatica e bestemmie a salire, tra cadaveri maleodoranti e rocce e grida di morte, ci misi l’orrore stampato negli occhi e il coraggio, tutto questo ci misi, tanto che adesso non scendo! Resto quassù“. Anche questo sarebbe da vedere.
Diamo conto, con piacere, pure dell’ennesimo debutto dell’amico Andrea Kaemmerle che tra venerdìsabato fa doppietta al Teatro delle Sfide di Bientina: dalle indiscrezioni raccolte, Balla si preannuncia come uno spettacolo meno smaccatamente comico rispetto alla media dell’artista (recentemente protagonista di un gran bel questionazzo arlecchino), ma non sappiamo dirvi nient’altro. Auguriamo, però, ad AK (che grande acronimo!) e al suo compagno di scena, il violinista Roberto Cecchetti, ogni bene possibile.
Non c'è acqua più fresca - Battiston Sidoti - foto Luca D'AgostinoSi chiude ancora alla grande e pasolininianamente a Livorno (città teatrale di cui diremo ancora, poco sotto), perché domenica sera, all’interno della rassegna Teatri di Confine, arriva Non c’è acqua più fresca, dal testo Volti, visioni e parole dal Friuli dell’autore friulano di natali emiliani, spettacolo con Giuseppe Battiston [nella foto a fianco]e Piero Sidoti, drammaturgia di Renata M. Molinari, regia e spazio scenico curati da Alfonso Santagata. Il cast si commenta da solo e fa immaginare un gran bel lavoro: ci piacerebbe leggerne (e farvi leggere) qualcosa.

Da giovedì e sabato − Livorno a Lucca, Teatro dei Perché

I Toscani, razza cui apparteniamo almeno in parte e per elezione, son brontoloni, cinici e mordaci, nonché spesso propensi a lamentarsi delle proprie città, pur definendole puntualmente le più belle al mondo. Tra i toscani, i livornesi son specie peculiare e mai del tutto integrata nel profilo regionale (assai più giovane, Livorno, rispetto al Medioevo che, tra sangue e guerre, “fonda” l’innegabile identità culturale toscana), ma pure loro non fanno eccezione: eppure, senza sforzo, contiamo almeno sette spazi scenici in riva al Tirreno, senza per forza spingerci alla citata Castiglionello, e più d’una velleità produttiva.
migoneSarà per questo che, nell’edizione del Festival del volontariato 2016 all’interno della rassegna scenica Il teatro dei perché, si registra un’autentica invasione dalla città dei Quattro Mori: nella cornice non prettamente teatrale dell’Auditorium della Banca del Monte, annoveriamo, in serie, Michele Crestacci in Sull’oceano (giovedì sera), Paolo Migone [foto a fianco]nel suo ormai “classico” one man show (venerdì) e, infine, Blocco 3, con Fabrizio Brandi (coautore assieme a Francesco NiccoliniRoberto Aldorasi), monologo di labronica narrazione cui abbiamo assistito qualche giorno addietro al Centro Artistico Il Grattacielo.
Lo abbiamo già scritto e continuiamo a osservarlo, senza intenzioni lesive per nessuno (ma la gallina che canta è quella che ha fatto l’uovo): Lucca non è affatto teatralmente morta, benché sia innegabile che gli impulsi più vivaci, negli ultimi tempi, sembrano escludere i luoghi cittadini maggiormente deputati all’arte scenica. Certo, la mancanza di uno spazio da 400 spettatori è un problema reale e cogente, perché, di fatto, impedisce la circuitazione per una buona parte di scena italiana “viva e vegeta”.

Da martedì a domenica − Di tutto un po’ tra Carrara, Massa e provincia di Lucca

Si chiude la stagione della Nuova Sala Garibaldi a Carrara: nelle sere di martedìmercoledì, ecco I giocatori, di Pau Mirò, testo (Premio Ubu 2013 come migliore opera straniera) riadattato e diretto da Enrico Ianniello, presente in scena assieme a Renato Carpentieri, Tony Laudadio, Enrico Ianniello, Giovanni Ludeno. Non ne sappiamo di più, ma, poiché lo vedremo, ve ne parleremo.
Anche ad Altopascio (Teatro Puccini) c’è aria di vacanza: il cartellone “tramonta” col sorriso, giacché arrivano Giobbe Covatta ed Enzo Iacchetti con quel Matti da slegare di cui vi abbiamo detto non troppo tempo fa. Non indimenticabile, buono per passare una serata senza eccessivo impegno.
Orchidee-Delbono_foto-Karine-De-Villers-e-Mario-BrentaAltro tenore, almeno sulla carta, per la proposta del Guglielmi di Massa, con Pippo Delbono [nella foto a fianco]e il suo Orchidee, che registra il ritorno in zona del teatrante genovese dopo l’assai poco convincente passaggio natalizio di Bestemmia d’amore. Assieme a lui, in scena un foltissimo gruppo di interpreti: Dolly Albertin, Gianluca Ballarè, Margherita Clemente, Ilaria Distante, Simone Goggiano, Mario Intruglio, Nelson Lariccia, Gianni Parenti, Pepe Robledo, Grazia Spinella e l’immancabile Bobò.
MDLSX-©-Ilenia-Caleo-DSC07987-773x580Assai meglio di quanto sopra, per quanto ci riguarda, la fine di settimana (sabatodomenica) alla Tenuta dello Scompiglio (Vorno): avendolo perduto in occasione delle repliche di Pontedera, cercheremo di non mancare per MDLSX, ultimo lavoro di Motus, realizzato e interpretato da Silvia Calderoni [nella foto a fianco], ormai musa indiscussa del gruppo romagnolo e autentica icona di un certo modus operandi del teatro di ricerca italiano. Chissà se potremo proporle il nostro questionazzo. Non solo: le attese repliche del lavoro diretto da Enrico Casagrande e Daniela Nicolò, si incroceranno con Pornopoetica, performance sulla “fluidità della sessualità e l’oscillazione del desiderio” ideata da Titta Cosetta Raccagni, una delle fondatrici del collettivo “Le ragazze del porno”. Che dire? Proveremo a esserci assolutamente, e a raccontarvene.

Altri lidi − Pistoia, Prato, Firenze 

Alessandro Riccio, 'Roba da duri' (ph sito rifredi)Per quanto riguarda l’altrove, questa settimana selezioniamo consigliandovi uno sguardo a Roba da duri, adattamento da Esopo a firma Alessandro Riccio, in prima nazionale al Teatro di Rifredi (Firenze), da martedìdomenica. Registriamo, inoltre, il passaggio pistoiese (Teatro Manzoni) di Il bugiardo, testo di Goldoni nella versione di Alfredo Arias, con Geppy Gleijeses e Marianella Bargilli, e quello pratese (Teatro Metastasio) dell’Enrico IV messo in scena da Franco Branciaroli, allestimento di cui abbiamo dato conto circa un anno fa.
Costanza Macras, the_ghosts1_0061La nostra maggior curiosità, però, è destata da altre due prime nazionali: sabato domenica, al Teatro Cantiere Florida di Firenze, debutterà Jack and the Beck, ideazione e regia di Angela Burico e Paolo Mereu, con Cristina Abati, Mauro Barbiero, Marta Bellu, Angela Burico, Jack, Paolo Mereu, Andrea Veneziano, mentre domenicalunedì 18, al Fabbricone di Prato, spazio all’interessantissimo The ghosts, coreografia e regia di Constanza Macras (gli interpreti sono Emil Bordas, Fernanda Farah, Daisy Phillips, Yi Liu, Linjuan He, Huanhuan Zhang, Huimin Zhang, Xiaorui Pan, Lu Ge, Chico Mello, Wu Wei) che tenta un approccio poetico al mondo della Repubblica Popolare Cinese. Leggiamo: “L’ispirazione arriva durante un viaggio a Pechino, Guangzhou e Shanghai nella primavera del 2013. Macras mette a fuoco la Cina attraverso l’arte straordinaria del circo cinese, i suoi numeri di spettacolare equilibrismo e prodezze acrobatiche quasi sovrumane, ormai leggendarie. Da 2000 anni gli acrobati cinesi sono un tramite per promuovere la fama e la fortuna della Cina e in questo senso sono uno dei cliché occidentali sul paese. Nella sua esplorazione artistica, Macras si concentra in particolare sulle vite e le parabole artistiche di alcuni acrobati cinesi ormai alla fine della loro carriera. Persone che a soli 25 anni si ritrovano già messi da parte e presto dimenticati dalla società”. Cercheremo di vedere.

E pure per questa settimana, abbiamo finito: andate a teatro, male che vada ci incontriamo.

 

Igor Vazzaz
Toscofriulano, rockstar egonauta e maestro di vita, si occupa di teatro, sport, musica, enogastronomia. Scrive, suona, insegna, disimpara e, talvolta, pubblica libri o dischi. Il suo cane è pazzo.

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