Seconda settimana di un maggio teatralmente assopito: personalmente, il consiglio mio, vice-estensore in pectore di quest’augusta rubrichetta, è di andare al cinema o a fare un pic-nic, fosse pure serale. Per chi di voi, invece, odia l’odore di pop-corn o la luce del sole, rimbocchiamoci le maniche e esploriamo questa desertica sette-giorni. Il Calendazzo è lì, anche se un po’ vuoto: è fotonico, sì, ma mica può inventarsi gli eventi!
Buti − da venerdì a domenica
Gabriele Paoli, originario di Buti, londinese d’adozione, è un fotografo e regista che ogni tanto torna in terra natìa per organizzare spettacoli al Teatro Francesco di Bartolo o, più ambiziosamente, il Festival ArtArchia. Nello stesso periodo dell’anno scorso vedemmo (e recensimmo) L’inferno dentro; quest’anno tocca a Un giorno di #noi, di cui Arlecchino ha già commentato la locandina [riproposta a destra]. Possiamo già immaginare uno spettacolo ggiovane come l’hashtag che ne guarnisce il titolo, in cui la regia lascerà molto spazio alle performance dei grandi nomi coinvolti: Francesco Arca e Giorgia Surina. Spingendoci ai limiti della preveggenza, vediamo già una platea colma e plaudente, formata da un pubblico che di solito non frequenta il teatro e sarà travolto dalla percezione della grande occasione. Chi scrive diserterà, rispettosamente: magari qualche arlecchino andrà a controllare che il duo in scena non ci riservi qualche sorpresa. Da venerdì a domenica alle 21.15: partite con anticipo ché a Buti non è facile trovare parcheggio.
Firenze − Fabbrica Europa 2016
Prosegue a gonfie vele il festival fiorentino Fabbrica Europa, la cui edizione 2016 si è aperta la scorsa settimana: ancora danza, musica, incontri e workshop. Un gran numero di appuntamenti in cui, sinceramente, perdiamo la trebisonda e non sappiamo consigliarvi. Non abbiamo ancora imparato a decifrare le note di regia degli spettacoli di danza contemporanea e, anzi, siamo pronti ad assumere un aruspice che possa aiutarci.
Andremo sicuramente a vedere The Speech [in alto a sinistra], assolo di Irene Russolillo debuttato in Belgio a ottobre 2015. Danzatrice e performer, Russolillo nel 2014 vince il premio Equilibrio, che le dà l’occasione di scegliere un artista da cui farsi dirigere per la creazione di un nuovo solo. Opta per l’argentina Lisi Estaras, storica interprete degli spettacoli di Alain Platel e già coreografa per de les ballets C de la B. Il risultato è «un tentativo stralunato di instaurare un discorso diretto con il pubblico, di incontrare il suo sguardo, di fargli leggere un linguaggio fatto di gestualità muscolare». Non mancheremo: mercoledì e giovedì alle 19.30, Stazione Leopolda.
Ci incuriosisce anche Betyna (A casa), in cui va in scena un incontro tra quattro coreografi provenienti da quattro diversi paesi: Libano, Togo, Giappone, Belgio. Si ritrovano a tavola e mangiano, discutono, danzano. Un confronto che parte dal cibo per costruire «una performance dalla struttura coreografica e concettuale più complessa». Venerdì e sabato alle 21, ancora alla Leopolda.
Altri appuntamenti − Bagno a Ripoli, Pisa e San Rossore
Teatro Comunale di Antella, frazione di Bagno a Ripoli (FI): “Hai a anda’ più in là“, dirà qualcuno. Martedì sera, alle ore 21, andrà in scena Riccardo III – Il potere ha un linguaggio, il lavoro di Daniele Lamuraglia che indaga il rapporto attualissimo tra il testo shakesperiano e le dinamiche seduttive del linguaggio [locandina a destra]. «Ecco quindi Riccardo nostro contemporaneo nella sua scalata irreversibile al potere, dominare con straordinaria abilità ogni format tv, fino a rendere naturale, con i suoi geniali artifici linguistici, l’identificazione della sua visione politica con la sua tele-visione». Non mancheremo, anche perché i video di scena saranno curati da Marco Magurno, responsabile del nostro prodigiosissimo sito e (secondo alcuni ottimamente informati) dell’inclinazione della Torre di Pisa.
Interessante, per svariate ragioni, la proposta del Teatro Lux, a Pisa, nella funesta (per gli scaramantici: il che avrà un senso, come vedrete) sera datata venerdì 13: sulle tavole del piccolo ma caparbio spazio pisano, troveremo infatti Marina Romondia con il suo Rien ne va plus, spettacolo dedicato al fenomeno del gioco d’azzardo, secondo un’ottica non scontata e che si basa, parzialmente, sull’esperienza diretta che l’attrice ha potuto accumulare lavorando come telefonista di un call-center per un grande marchio del settore. Andremo senz’altro ad assistere e ve ne parleremo, anche perché, tra i vari vizi arlecchini fieramente coltivati, quello dell’alea non lascia indifferenti più d’uno: sarà particolarmente interessante, dopo il caso di Slot machine del Teatro delle Albe recensito su queste colonne, confrontarsi con un altro allestimento sul tema (per quanto sarebbe assolutamente fondamentale distinguere tra le varie tipologie d’azzardo). In ogni caso: andiamoci, e andateci.
Infine, appuntamento non strettamente teatrale in quel di Migliarino (non sapete dov’è? chiedete a vostro marito): all’interno del parco di San Rossore si svolgerà un percorso teatrale site-specific dal titolo Sentieri (ma, no, purtroppo non pare sia la versione scenica della più lunga soap, peraltro transmediale, mai realizzata: 72 stagioni). Un’iniziativa, alla prima realizzazione, volta anche alla valorizzazione delle bellezze naturali e architettoniche del parco pisano, dalla Villa del Gombo alla suggestiva Pineta Morta. Tre repliche sabato e domenica, alle 15.00, 16.45 e 18.30, ripetute anche nel finesettimana successivo. Necessaria prenotazione.
Per questa settimana è tutto, a quanto pare: ve l’avevo detto che vi conviene andare al cinema.
Passo e chiudo.