The man in charge is back. Si perdoni l’autoreferenzialità, ma se non ce la permettiamo tra arlecchini, quando mai potremmo considerarla lecita?
E, quindi, torniamo a vergare la rubrica più letta e più faticosa (da compilare), sorvolando su:
- i tentativi di imitazione (ah, i tempi della Settimana Enigmistica!)
- gli spettacoli che slittano, vengono annullati, anzi no, li spostiamo di mezzo metro… ecco lì, così… (è il caso, tra gli altri, sia del Lear di Roberto Bacci, di recente sguardazzato e sul cui conto s’inseguono voci incontrollate, dello Zio Vanja del regista sloveno Tomi Janežič, ma anche di Il sole e gli sguardi, di e con Luigi Lo Cascio, che dalla presente settimana è stato catapultato a novembre)
- i commissari che intervistano grandi personaggi (Peter Brook: lo aspettiamo a Firenze, tra dieci giorni) di cui non sanno niente: al di là dello stigmatizzare tecnici e politici, cosa un po’ scontata e oltremodo retorica nel paese dell’indignazione, dovremmo pure riflettere sul fatto che, alla fine, siamo davvero niente, incluso Brooky, altrimenti perché ameremmo tanto La tempesta scespiriana?
- i premi agli spettacoli che hanno più amici in rete (ne parleremo a tempo debito)
- gli artisti che ci tempestano di messaggi chiedendo di votare e far votare, neppure fossimo in un film di Totò (magari)
Il tutto è risolto in un bailamme di cui, alla fin fine, faremmo volentieri a meno: in ogni caso, siamo qua. È un maggio scarico, questo, segno che le pompatissime riforme, in assenza di sghèi, rischiano di esser chiacchiere e distintivo, nell’attesa (spasmodica?) dei festival estivi.
C’è quel che c’è, come si chiamava la band che un tempo accompagnava Paolo Rossi: noi vi diciamo qualcosa, per il resto, ci sono il Calendazzo e Google (ma anche il cinema e le serie tv).
Assemblaggi provvisori − Due produzioni della Compagnia dello Scompiglio
Da venerdì 20 a domenica 22, prosegue la grande rassegna promossa dalla Tenuta dello Scompiglio dedicata a performance, installazioni, opere d’arte che affrontino in modo originale i temi dell’identità di genere. Già vi abbiamo raccontato Pornopoetica (qui la recensione del sottoscritto) e MDLSX con Silvia Calderoni (tributata sia di sguardazzo sia di sdottorazzo). Vi vorremo senz’altro parlare, dunque, di Nannerl, sorella di Mozart (ore 18, presso il Ninfeo) e round midnight (19.30, Spazio Performatico Espositivo), entrambi ideati da Cecilia Bertoni con la collaborazione di Carl G. Beukman. Il primo lavoro, che vede partecipare anche il percussionista Antonio Caggiano, è ispirato alla sorella del grande compositore austriaco, insieme al quale formava una coppia di veri enfants prodige musicali, esibiti in tutta Europa da un padre assai ambizioso. A diciotto anni, la ragazza dovette, però, deporre qualsiasi ambizione per rientrare nei ruoli che la società imponeva alle donne, destinate a esser mogli, madri e insegnanti. Bertoni e Beukman affrontano quindi un personaggio e una storia di profonda inquietudine che ci pare assolutamente valer la pena di ascoltare.
Seguirà round midnight, in prima nazionale: si tratta di un altro frutto della collaborazione tra Bertoni e Beukman, un’indagine filosofica sui contorni e le definizioni di genere, attraversando testi di Nietzsche e Rimbaud, affidando l’aspetto coreutico a un interessante ensemble di performer (Olivier Boréel, Eleonora Chiocchini, Katia Frese, Sara Leghissa, Valerio Sirna e Mauro Carulli). Entrambi i lavori sono consigliati a un pubblico adulto e ci paiono degni d’interesse.
Fabbrica Europa − Firenze tra danza contemporanea e performance teatrale
Due appuntamenti col marchio Fabbrica Europa, per questi giorni, a coprire quattro serate: le prime tre, da mercoledì a venerdì presso Le Murate a Firenze, saranno tutte appannaggio di Vocazione all’asimmetria, progetto di Francesca Foscarini, da questa interpretato assieme ad Andrea Costanzo Martini, con musiche originali di Andrea Cera. Performance di danza contemporanea che alterna assoli a coreografie in coppia, traducendo in gesto una tensione legata al confronto con l’altro, secondo una suggestione tratta dal pensiero del filosofo lituano Emmanuel Lévinas. Senz’altro interessante, il lavoro, per quel che ne leggiamo, non si sottrae a due aspetti di questo genere espressivo che ci colpiscono particolarmente: meno si hanno urgenze narrative (punto che possiamo comprendere e accettare), più le note di regia si allungano, superate solo dall’insieme di soggetti produttori e coproduttori nei crediti (ma questo, spesso, è la spia circa l’esiguità dei finanziamenti e la necessità di accorpare più soggetti possibile per garantire la realizzazione dei lavori).
Altra storia, non ignota a chi ci segue, sabato e domenica sera presso il Teatro Studio di Scandicci, torna in scena Il Minotauro di Zaches Teatro, spettacolo cui assistemo in anteprima a Cascina poco prima di vedere (e recensire) il Pinocchio dell’ambiziosa formazione toscana. In questi mesi, la regista Luana Gramegna ha continuato a lavorare sulla traduzione scenica del mito greco: il lavoro ha visto guadagnare una coda al titolo che, nei crediti della rassegna fiorentina, è completato da Viaggio di un eroe. Non è il solo cambiamento apportato, giacché a mutare, sensibilmente, è pure il cast: resta al proprio posto il bravissimo Gianluca Gabriele, che viene affiancato da Susannah Iheme e Daria Menichetti, in sostituzione di Enrica Zampetti e della nostra insider, Anna Solinas. Faremo di tutto affinché ne possiate leggere.
Sabato sera − Bohème a Casciana Terme
L’opera in provincia ha un fascino tutto suo: lo diciamo senza il minimo snobismo, tutt’altro, rimarcando l’importanza di un genere (non tutti gli arlecchini concordano, ma la contraddizione è una delle nostre arme più preziose) che un tempo è stato autenticamente popolare e non vi sono motivi ineluttabili affinché non possa tornare a esserlo (a dire il vero, ci sono: la politica scolastica e culturare di questo paese). Detto ciò, invitiamo gli amici del melodramma e gli appassionati di Puccini a fare un salto in quel di Casciana Terme, sabato sera, per assistere alla versione di Bohème con la regia di Alberto Paloscia e Sergio Licursi, con la direzione di Massimiliano Piccioli. A cantare, saranno Cristina Martufi (Mimì), Roberta Ceccotti (Musetta), Daniele Centra (Rodolfo), Simon Wallfish (Marcello), Velthur Tognoni (Schaunard), Alessandro Ceccarini (Colline), Andrea Paolucci (Benoit/Alcindoro), Matteo Michi (Parpignol) e Massimo Dolfi (sergente dei doganieri).
Altrove − A Calenzano, la rassegna What’s Up? dedicata al teatro emergente
Cinque appuntamenti con il nuovo teatro al Manzoni di Calenzano: uno spettacolo per settimana (ieri il debutto con MeMORIA di Claudio Fucile, protagonista Anna Serena, regia Martina Vianovi) in una ricognizione diretta su cosa vi sia di interessante nell’ampio sottobosco nazionale. Domenica 22, sarà la volta di un testo di un autore che non ha bisogno di grandi presentazioni come Stefano Massini (si veda pure il relativo questionazzo): Marco Gargiulo dirige L’Italia s’è desta, protagonisti Eugenio Nocciolini, Anastasia Ciullini, Andrea Nucci e Irene Rossi, in questa curiosa immersione tra le peculiari notizie di cronaca nera raccolte in oltre un anno di monitoraggio sui principali quotidiani nazionali. Magari ve ne diremo di più. What’s Up? proseguirà sino a fine giugno e ve ne daremo ancora conto.
Questo è (forse) tutto. Andate a teatro, se volete, e guardatevi dagli arlecchini.