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    ARCHIVIO SPETTACOLI

    La serra, M. Plini (2015)

    Titolo: La serra
    Regia: Marco Plini

    La serra
    di
    Harold Pinter
    traduzione Alessandra Serra
    regia Marco Plini
    con Mauro Malinverno, Luca Mammoli, Valentina Banci, Giusto Cucchiarini, Fabio Mascagni, Francesco Borchi, Elisa Cecilia Langone
    scene e costumi Claudia Calvaresi
    suono Franco Visioli
    luci Fabio Bozzetta
    assistente alla regia Thea Dellavalle

    Note di regia: Ho deciso di mettere in scena La serra dieci anni fa esatti – afferma il regista Marco Plini - , una straordinaria apocalisse comica di un Pinter “anomalo’’. La serra ha infatti una scrittura anomala nel panorama pinteriano, ha il tono degli sketch ma si avvicina molto ai grandi testi come Il compleanno o Il calapranzi per i temi cari all’autore: il pericolo e la paura che incombono sull’esistenza degli individui. Questi temi ne La serra si affiancano al tema del potere; Pinter infatti sembra divertirsi a descrivere ‘’il piano di sopra’’, il luogo in cui si possono prendere le decisioni e dare gli ordini. Ma anche in questo luogo non si decide niente, si rimanda ancora ad un altro piano di sopra, anche a questo livello i personaggi sono sopraffatti dall’incombere di un pericolo senza volto che aleggia sopra le loro teste e dentro i loro cuori. Qui tutti si guardano alle spalle temendo che qualcuno voglia pugnalarli per appropriarsi dei loro privilegi e della loro posizione. Pinter, in questo testo, aggira la condizione esistenziale dei personaggi per costruire una limpida metafora del potere mostrato nella sua essenza. Un potere che non serve e non costruisce niente, lo si esercita e basta, è solo un modo per narrare la propria esistenza e osservarla con compiacimento. Il potere diventa identità. E così una banda di burocrati cialtroni e pericolosamente ridicoli si batte per ‘’un pezzo di torta andato a male’’, sono individui grotteschi che abitano una farsa tragica, personaggi bidimensionali di una metafora comica e apocalittica di un mondo che va a ‘’farsi fottere’’ in una risata tragica.

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