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    ARCHIVIO SPETTACOLI

    Donne che sognarono i cavalli, R. Rustioni (2016)

    Titolo: Donne che sognarono i cavalli

    di Daniel Veronese
    regia Roberto Rustioni

    adattamento Roberto Rustioni
    con Valeria Angelozzi, Maria Pilar Perez Aspa, Michela Atzeni, Paolo Faroni, Fabrizio Lombardo, Valentino Mannias
    assistente alla regia Soraya Secci
    scene e costumi Sabrina Cuccu
    assistente scenografo Sergio Mancosu
    luci Matteo Zanda
    foto Alessandro Canico-produzione Fattore K – Sardegna Teatro – Festival delle Colline torinesi
    con il sostegno di Fondazione Olinda Teatro La Cucina

    “Mujeres sonaron caballos” uno dei testi piu’ riusciti e rappresentativi dell’opera di Daniel Veronese-presenta  una qualità di ambiguità e di mistero nella scrittura ed un andamento strutturale abbastanza particolare, tali da richiedere una breve esplicazione per facilitarne la lettura.
    Innanzitutto l’architettura dell’opera contiene uno sfasamento temporale:le scene o quadri sono 5, ma non sono in ordine cronologico, la prima scena (se vogliamo seguire e comprendere l’andamento della vicenda in senso lineare) è la 3 seguita poi dalla 1,e dalla 2 e poi le altre:cioè riassumendo la sequenza-3,1,2,4,5.
    Lucera,il personaggio piu’ giovane,con i suoi monologhi che provano a ricostruire dolorosamente la sua memoria,aiuterà anche a ricostruire l’intera vicenda:Lucera è chiaramente una figlia di desaparecidos,una dei tanti figli di dissidenti tolti di mezzo durante la feroce dittatura militare che ha coinvolto l’Argentina tra il ’76 e l”83,strappati alle famiglie originarie ed affidati ad  altre famiglie vicine al regime. Ma questa verità terribile è nascosta dietro ad una situazione ordinario-familiare apparentemente normale:tre fratelli ritrovano con le loro rispettive mogli per un improvvisato pranzo che li riunisce. Bugie,tradimenti,sospetti reciproci, competizioni continue e ridicole,si alternano in un’atmosfera contemporaneamente torbida e tragicomica,fino ad arrivare ad un finale inaspettato e catartico. La Storia però con Veronese (cosi’ come avviene per Cechov-grande classico molto amato dall’autore argentino),rimane all’orizzonte ,sullo sfondo ,indeterminata,il Politico od il Sociale a Veronese interessano fino ad un certo punto.L’attenzione è sulle relazioni umane,sulla violenza insita nelle relazioni stesse,sul desiderio che ci muove come burattini tirati da invisibili fili,sulle dinamiche banali e quotidiane che possono rivelare inaspettatamente un fondo di orrore.Sull’uomo e sulla donna,sul maschile e sul femminile,su cio’ che conta,come in Cechov ,appunto.

    SGUARDAZZI/RECENSIONI