Ci siamo, e dopo l’inizio di Utopia del Buongusto, rassegna estesa tecnicamente su quasi tre stagioni (debutto il 21 giugno, chiusura a fine ottobre), e sulle ceneri di Teatri di Confine, arriva Inequilibrio 2016, il primo autentico festival estivo del teatro toscano. La presente edizione dei consigliazzi sarà, infatti, quasi egemonizzata dall’ampia offerta di Castiglioncello e dintorni: l’intenzione non è quella d’essere esaurienti, ma suggerire quel che vorremmo (e probabilmente non riusciremo a) vedere. L’invito è, dunque, sempre lo stesso: occhio al Calendazzo.
Martedì-domenica, Castiglioncello e dintorni − Inequilibrio, la prima settimana
È, come al solito, interessante quanto precario (a pochi giorni dal via, registravamo ancora oscillazioni di calendario), il programma realizzato da Armunia per l’edizione numero 19 di Inequilibrio, un festival che resiste a dispetto di spazi inagibili e altre farneticazioni che vogliamo risparmiarvi. La prima settimana offre numerose occasioni interessanti, a partire dall’anteprima di La vita ferma, nuovo lavoro a firma Lucia Calamaro, interpreti Alice Redini, Simona Senzacqua e l’immarcescibile Riccardo Goretti, atteso con molta curiosità in un contesto forse “meno comico” di quelli in cui l’abbiamo più volte visto all’opera: tutti a Vada, dunque, al Teatro dell’Ordigno, martedì e mercoledì sera.
Nelle stesse sere, ma a Castiglioncello, da non perdere è pure Più carati, nuova realizzazione degli Omini, consociati al drammaturgo Armando Pirozzi, sebbene la presentazione (“Cosa succede se il caso pone tre amici che condividono tutto di fronte a un dubbio esistenziale? Cosa succede a tre persone che hanno in comune lavoro, vita e passione, tre persone che tirano a campare insieme, cercando idee comuni in tutto quello che fanno, per rispetto, affetto, estrema confidenza, quando un piccolo evento fa porre domande che rimangono solitamente sottaciute e che mettono a rischio gli equilibri di una vita intera, anzi, tre vite intere più quella del gruppo?“) non ci faccia innamorare a priori; la fiducia nel trio toscano è tale che ci sentiamo, però, di scommettere a occhi chiusi sullo spettacolo.
Dar conto di tutto il fitto programma dei primi sette giorni in un articolo come questo è quasi impossibile, quindi procederemo davvero per suggestioni, rimandandovi sia al sopracitato Calendazzo sia, per sicurezza, al cartellone ufficiale del festival, giacché i cambiamenti possono essere frequenti.
Attenzione ai Sacchi di Sabbia (con I quattro moschettieri in America, da noi già recensito, e il nuovo Dialoghi degli dei, realizzato assieme a Massimiliano Civica), Freier Klang di Claudio Morganti e Rita Frongia, Metamorfosi di Roberto Latini (nuova versione del lavoro visto e analizzato un anno fa), la prima nazionale di Niente (farsa nera) con Andrea Cosentino e Valentina Capone, nonché il Progetto in quattro battaglie realizzato esclusivamente per il festival da Gogmagog e Virginio Liberti dal titolo Infinita guerra italiana.
E ancora: il bel I Dream di Michele Abbondanza (lo abbiamo recensito lo scorso autunno), la prima di Cavalieri dalla triste figura della compagnia Garbuggino-Ventriglia, sino ad Acqua di colonia, ultimo titolo sfornato dal talentaccio paradossale di Daniele Timpano ed Elvira Frosini. Non è tutto, ma è già parecchio: per il resto, controllate, andate ed entrate pure a caso, difficilmente resterete delusi.
Pisa, martedì e mercoledì − Risate doppie con l’Utopia
Due spettacoli sotto la torre pendente, per l’esattezza nella caratteristica cornice (si dice sempre così) di piazza delle Vettovaglie, angolo pittoresco costantemente funestato dagli afrori d’una movida di cui parrebbe escluso parlar male se non si vuol passare da retrogradi. Sicuramente varrà la pena, però, assistere a Il popolo cattivo di e con Andrea Kaemmerle (leggete qui il suo questionazzo) e al roboante Katastrofa, irresistibile assolo clownesco “alla russa” da parte del bravo Luca Regina. Attenzione: ore 21.30 di martedì e mercoledì, stesso posto, l’ingresso è gratuito. Cosa volete di più?
Altri lidi − La fine dei Teatri di confine a Pistoia
Ultimi due appuntamenti a Pistoia, per Teatri di confine. Si parte martedì sera alla Villa di Scornio, con il tutto esaurito registrato da giorni per la brava Marta Cuscunà e il suo Sorry Boys, sottotitolo Dialoghi su un patto segreto per 12 teste mozze: si tratta della terza tappa di un progetto sulle resistenze femminili. Ispirato liberamente ad alcuni fatti consumatisi nella statunitense Gloucester (niente a che vedere con Riccardo III), lo spettacolo parla di gravidanze premature volontarie, coscienza di genere, di una “comune femminile” e di identità sessuale. Di Cuscunà ricordiamo l’interessante assolo di La semplicità ingannata, benché non fosse riuscito del tutto a conquistarci: senza dubbio si tratta, però, di un’artista molto valida e speriamo di potervene parlare presto.
Si chiude, infine, con un concerto: il discusso, controverso e mai prevedibile Giovanni Lindo Ferretti sarà ospite nella Fortezza di Santa Barbara per A cuor contento, viaggio nelle forme sonore e poetiche precedenti al buen retiro che ha riportato l’artista sul “suo” Appennino, tra Emilia e Toscana. In scena, due musicisti, Ezio Bonicelli (chitarra elettrica e violino), Luca A. Rossi (basso, chitarra elettrica e batteria elettronica). Non facendo parte, lo abbiamo scritto già in passato, della schiera delle vedove dell’ex voce di CCCP e CSI (“Beato il paese che non ha bisogno di eroi” è un monito concreto, non una frase da Smemoranda), accogliamo la notizia dell’esibizione con fiducia e il solo rammarico di non poter presenziare.
Andate a teatro, anche d’estate!