ARCHIVIO SPETTACOLI
Il malato immaginario, A. Buscemi (2016)
Titolo: Il malato immaginario
di Moliére
adattamento e regia Andrea Buscemi
con Natalie Caldonazzo, Andrea Buscemi, Livia Castellana, Nicola Fanucchi/Francesco Tammacco, Martina Benedetti, Simone Antonelli/Pantaleo Annese
musiche Niccolò Buscemi
canzoni Jean Gabin
L’ultima commedia del grande Autore coniuga la felicità inventiva della farsa alla sofferta contemplazione del modo a lui tipica: e mentre descrive con straordinaria comicità le stramberie del vecchio Argante afflitto da infinite patologie (che sono più lo specchio di un’anima impaurita dal mondo) che lo rendono succube di medici approfittatori, la vicenda lascia intravedere un mondo torvo e disperato, di assoluta spietatezza e rigorosi egoismi (come già accade nell’Avaro, altro celebrato capolavoro).
L’antinomia fra questi due aspetti ne fa un’opera di straordinaria ricchezza, e una lancinante testimonianza della condizione interiore di Moliere nel suo ultimo anno di vita.
Lo stesso grande, alla quarta replica dello spettacolo, si sentì male in scena proprio nelle vesti di Argante: volle terminare lo stesso la recita, e morì a casa poco dopo, lasciando al mondo l’idea che Il Malato Immaginario restasse per sempre il suo testamento morale e artistico.
La storia in breve:
Argante, ossessionato dalla propria salute e convinto che non ci sia nulla di più importante della medicina, ha deciso di dare in moglie la propria figlia a un medico goffo e pedante che è invece innamorata di un bel giovane. Accanto ad Argante trama la sua seconda moglie che vuole impossessarsi dell’intero patrimonio del marito.
A dar man forte alla figlia c’è una serva molto determinata che convince Argante a fingersi morto.
La reazione di grande cinismo e soddisfazione della moglie e la genuina disperazione della figlia lo convince a scacciare la moglie fedifraga e dare in sposa la figlia al suo innamorato, a patto però che il giovane diventi medico.
Ma è ancora Tonina il deus ex machina: convince il padrone di farsi medico, perché con la sua esperienza sarà il miglior medico di se stesso.
La commedia termina con un frenetico balletto di investitura che darà una nuova e diversa carica alla sua follia.
Dietro al protagonista malato immaginario, c’è Molière malato vero.
E’ l’attore Molière che muore nel suo personaggio come avvenne realmente alla “Commedie Francaise” la sera del 17 febbraio 1673.