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Eneide, un racconto mediterraneo Enea agli inferi, A. Sandrelli (2016)
Titolo: Eneide, un racconto mediterraneo Enea agli Inferi
Dopo Orfeo, dopo Odisseo, ma prima di Dante, anche Enea raggiunge da vivo il regno di Ade. Come Odisseo anche Enea compie questo viaggio estremo nel bel mezzo del poema che lo vede protagonista. Il viaggio agli inferi è il cambiamento, la rinascita. Enea e i suoi compagni sbarcano a Cuma, in Campania, dove l’eroe si reca nel tempio di Apollo. La somma sacerdotessa di Apollo, la Sibilla Deifobe, gli rivela che riuscirà ad arrivare nel Lazio, ma per ottenere la nuova patria dovrà affrontare odi e guerre, essendo inviso a Giunone. La Sibilla guida Enea nel regno del dio Ade, ovvero l’Aldilà secondo la religione greca e romana. Dopo aver superato l’ostacolo di Cerbero, Enea e la sacerdotessa incontrano prima le anime di molti troiani caduti in guerra, poi quelle dei suicidi per amore: tra queste v’è anche Didone, che reagisce gelidamente al passaggio di Enea, il quale scoppia in un pianto disperato. Giunti alla diramazione tra la via per il Tartaro e quella per i Campi Elisi, incontrano l’ombra del poeta Museo, che porta Enea da Anchise: Enea tenta invano di abbracciare il padre per tre volte. Anchise spiega dunque ad Enea la dottrina di cicli e rinascite che sostiene l’universo, e gli mostra le ombre dei grandi uomini che rinasceranno nella città che Enea stesso con la propria discendenza contribuirà a fondare, ovvero i grandi personaggi di Roma, come Catone, o Fabio Massimo: molti popoli otterranno gloria nelle belle arti, nella scienza o nel foro, ma i Romani governeranno il mondo con la sapienza delle leggi, perdonando i vinti e annientando solo chi si opporrà. Quindi Enea e la Sibilla risalgono nel mondo dei vivi, passando per la porta dei sogni.