Io, che sono Arlecchino, ho conosciuto molti attori. Ne conoscevo uno, in particolare, che era anche un autore, uno che i pezzi se li scriveva e poi li recitava, da solo o con i pochi che lo sopportavano, perché era uno contro: contro il sistema teatrale, contro i giornalisti e i critici convocati per parlar bene degli spettacoli, contro gli organizzatori ottusi e gli acuti direttori artistici che sanno di far politica anziché cultura, contro il pubblico che va a teatro perché si deve (e purché si sappia) e contro il pubblico che potrebbe andarci e non ci va.
Contro, insomma.
Uno di quelli che si amano o si odiano, come si suol dire, perché era scontroso e geniale, prolisso e fantasioso, maleducato e pieno di idee. Era difficile incontrarlo: taluni lo avevano bandito dalle loro cerchie, altri non lo invitavano temendo che desse in escandescenze, come aveva fatto più volte in passato, altri ancora non lo consideravano neppure.
Il suo era un percorso appartato, una ricerca incessante di cui potevano godere soltanto i rari estimatori. Tuttavia, molti vollero provare a distruggerlo, chi per invidia, chi per ripicca, chi per il gusto di vederlo cadere (non altrimenti chi è malato desidera contagiare chi gli sta d’intorno e con tutta l’avversione possibile cerca nell’altro le avvisaglie del proprio stesso male).
Perciò si dedicarono con impegno a minimizzare il suo talento, stigmatizzarono la sua aggressività, la cieca e volgare irruenza delle sue parole, arrivarono perfino a dipingerlo come un depravato. Nessuna di queste tattiche funzionò, si diceva anzi che lo rinvigorissero, anno dopo anno, e che la luce dei riflettori, ancorché crudelmente accusatoria, potesse solo giovare al suo successo.
Infine a qualcuno venne un’idea per sputtanarlo definitivamente: gli consegnarono un premio.
La storia finisce qui, e posso quindi riepilogare i premi UBU assegnati lunedì 15 dicembre a Milano:
Migliore Spettacolo dell’anno e migliore Regia: Le sorelle Macaluso, scritto e diretto da Emma Dante.
Miglior Progetto artistico o organizzativo: E la volpe disse al corvo realizzato dal Comune di Bologna e Socìetas Raffaello Sanzio e curato da Piersandra Di Matteo.
Miglior Progetto sonoro o musiche originali: G.u.p. Alcaro per i live electronics dello spettacolo Quartett, diretto da Valter Malosti.
Miglior Attore o performer: Roberto Latini per Il servitore di due padroni, diretto da Antonio Latella
Miglior Attrice o performer: Arianna Scommegna per Il ritorno a casa, diretto da Peter Stein
Miglior Attrice under 35: Licia Lanera, protagonista di Celestina di Luca Ronconi, nonché fondatrice del gruppo Fibre Parallele.
Miglior Spettacolo straniero rappresentato in Italia: Glaube Liebe Hoffnung di Ödön von Horváth, diretto dallo svizzero Christoph Marthaler
Migliore Novità italiana o ricerca drammaturgica: Ce ne andiamo per non darvi altre preoccupazioni di Daria De Florian e Antonio Tagliarini
Miglior Allestimento scenico: Alessandro Marzetti, Silvia Bertoni e Armando Punzo per Santo Genet Commediante e Martire della Compagnia della Fortezza.
Miglior Novità straniera: Frost/Nixon, del britannico Peter Morgan.
Premi speciali: Compagnia Marionettistica Carlo Colla e Figli; Michele Sambin e il Tam Teatromusica.