Un momento di calma (apparente) dopo la settimana dei debutti stagionali per Firenze (Pergola), Pontedera (Era) e Lucca (Giglio). Pistoia aveva anticipato d’una decina di giorni con La tragedia di Riccardo III cui abbiamo assistito mercoledì scorso. Ne parleremo diffusamente, non ora, ché s’ha da ragionare di segnalazioni e consigli, con un occhio al Calendazzo e l’altro al resto.
Da martedì a sabato − Firenze, tra Bibbia, Corano e cinesi
Da anni la compagnia di Virgilio Sieni rappresenta uno dei migliori ensemble di danza contemporanea nel nostro paese (ne abbiamo scritto mesi fa qui): non il solo, rimarcando come la Toscana sia, in tal senso, una regione ricca, segno che qualcosa può funzionare, seppur nutriamo la convinzione che si potrebbe fare anche di meglio. Da martedì a venerdì, la Pergola ospiterà, per la rassegna dal titolo La democrazia del corpo, la coreografia Il cantico dei cantici, ultima creazione dell’artista fiorentino, dopo il debutto a Bologna nei giorni scorsi. La consigliamo al buio. “Tutto si articola attraverso otto momenti: idilli pastorali, frammenti sull’amore in forma di adiacenza, vicinanza e tattilità. (…) La proliferazione continua del gesto tende a creare uno spazio scheggiato dove la danza perduta di uomini e donne, stravolge i corpi che insieme tendono a costruire la fisicità di un luogo primordiale e primitivo. (…) Otto momenti che indagano, se è possibile, e se così si può dire, il vuoto sacrale che non nega niente e annuncia qualcosa con le sue membra”. Vada, chi può: non ci proveremo.
Pura coincidenza, ma è gustosissima, la compresenza, almeno per la serata di venerdì, tra l’allestimento di Sieni e, al Teatro di Rifredi, la speciale messinscena di Monsieur Ibrahim et les fleurs du Coran: per l’occasione, infatti, l’autore franco-belga Eric-Emmanuel Schmitt comparirà personalmente in scena nei panni che, per la pluripremiata versione cinematografica del 2003, vennero vestiti da Omar Sharif. Lo spettacolo, in lingua originale con sopratitoli in italiano, è diretto da Anne Bourgeois, prodotto da Bruno Metzger per Les Tournées du Théâtre Rive Gauche e arriva in Italia grazie a una collaborazione tra Estate Fiorentina 2016, l’Institut Français de Florence e il Teatro di Rifredi. Bel colpo. Si replica sabato sera.
Tre repliche, da giovedì a domenica con l’eccezione del venerdì, invece per Le cinesi, sempre a Firenze, ma al Goldoni. Si tratta di un’azione teatrale in un atto a firma Pietro Metastasio e risalente al 1735: il breve poemetto licenziato dal celebre librettista e improvvisatore italiano sarà proposto nella rielaborazione musicale di Manuel del Pópulo Vicente García, tenore passato alla storia per essere l’autentico “destinatario” del capolavoro rossiniano Il barbiere di Siviglia (il cui titolo originale, Almaviva o dell’inutile precauzione, è palesemente incentrato sul personaggio del conte e non sul celebre factotum). In una scena coloratissima, troveremo Francesca Longari (Lisinga), Giada Frasconi (Sivene), Ana Victoria Pitts (Tangia) e Patrick Kabongo Mubenga (Silango), per la regia di Jochen Schönleber e l’esecuzione pianistica di Michele D’Elia. La tentazione è forte e vi invitiamo ad assecondarla.
Da giovedì a domenica − Pisa tra Kaemmerle e Rigoletto
Ce ne hanno parlato assai bene, e questo ha stimolato sensibilmente la nostra curiosità: parliamo di Balla!, nuovo assolo di quell’Andrea Kaemmerle (scortato dal violino di Roberto Cecchetti) che a più riprese ha trovato spazio tra le nostre pagine (eccovi al volo uno, due e tre sguardazzi, corredati pure da un sapidissimo questionazzo) e che tra qualche giorno potrà contare su un ulteriore contributo arlecchino. Stavolta, però, marcheremo visita, confidando al limite in qualche inviato volontario che voglia presenziare in quel di Pisa, per l’esattezza al Teatro Lux. Da venerdì a domenica: ci sentiamo di consigliarlo a tutti coloro che vogliano passare una bella serata, tra risate (tante) e pure qualche lacrima dolce-amara.
Tra sabato e domenica, per contro, al vicino Teatro Verdi va in scena la prima del cartellone operistico, ossia il verdiano Rigoletto (libretto di Francesco Maria Piave) con la direzione di Gianni Fratta e la regia firmata da Federico Bertolani. L’orchestra sarà la Filarmonica Veneta, mentre a cantare troveremo, tra le due giornate, un bel cast composto da Elia Fabbian o Sergio Bologna nei panni del protagonista maschile, Desirée Rancatore o Venera Protasova in quelli di Gilda, Roberto Iuliano e Max Jota a contendersi l’indimenticabile parte del Duca di Mantova e Sofia Janelidze che sarà Maddalena. Non escludiamo arlecchini melomani in platea.
Fine settimana – Si ride a Porcari, si pensa (e non solo) a Vorno
Ha inizio sabato sera in quel di Porcari (LU) una piccola rassegna teatrale che animerà l’autunno e che ci troviamo a segnalarvi: a dare il via alle danze sul palcoscenico dell’Auditorium Vincenzo da Massa Carrara, Tutto sotto il tetto, comico assolo di e con Katia Beni (coadiuvata da Donatella Diamanti per la parte drammaturgica), allestimento diretto da Carmen Femiano. “No, non è uno scioglilingua. Semmai la narrazione tragicomica di una sfida improbabile: quella di trovare un rifugio, un luogo tutto per sé. Di mettere qualcosa sopra la testa, nella speranza che ci ripari dalle follie del mondo fuori, per poi capire che di follia ciascuno di noi è portatore sano ovunque provi a nascondersi“. Per chi vuol ridere.
Di tutt’altro tenore, invece, la due giorni di Assemblaggi provvisori alla
Tenuta dello Scompiglio, sulle colline di Vorno (LU): nei due pomeriggi di sabato 15 e domenica 16, si terranno, infatti, ben quattro repliche di Untail 2000.16, lavoro di e con Laura Pante, allestimento a cura di Miranda Secondari, paesaggio sonoro realizzato dalla stessa performer assieme a Gabriele Scopel. Consigliata per un pubblico adulto, l’opera dura circa mezz’ora ed è pensata per una ventina di spettatori: “La carica patetica dell’elemento particolare e autobiografico cortocircuita con il suo aspetto non visibile aprendo la possibilità alla dissolvenza del senso. C’è sempre qualcosa che ci manca, che viene meno e che, sottraendosi, apre lo spazio della familiarità, una zona oscura, indeterminata che condivide con il segmento del racconto un’analogica inafferrabilità“.
Negli stessi giorni, alle 21, il palco dello Spazio Performatico sarà invece abitato da All dressed up with nowhere to go, performance firmata da Giorgia Nardin e che vede in scena Marco D’Agostin e Sara Leghissa, per l’editing musicale e gli ambienti sonori curati da Luca Scapellato. Si tratta di un lavoro che ha già ricevuto dei premi (Prospettiva Danza 2013), concentrato sulla distruzione della “linearità del tempo, l’inizio e la fine, la possibilità del corpo di trovare memoria del gesto“. Ancora: “La stanchezza è una via di fuga, il contatto una forma di protezione per scappare dallo sguardo di un osservatore che scorre sulla superficie nuda e sacra dei corpi senza imbarazzo e senza provocazione. Tutto sta lì, nel riuscire a scorgere l’astratto nel concreto e il reale nell’astrazione, nelle tinte pallide dei corpi e nelle luci soffuse una forma di calore“. Proveremo a vedere.
Arlecchini in scena − Giacomo Verde a Montecatini
Certi di schivar agilmente qualsivoglia sospetto di conflitto interessato, siamo qui a segnalarvi che, domenica 16 ottobre, presso le Terme Tamerici di Montecatini Terme (PT) tornerà in scena (e al contempo sullo schermo) L’albero della felicità, ingegnosissima videofiaba del nostro Guru (al secolo Giacomo Verde), vista e recensita in occasione del debutto per lo scorso Lucca Teatro Festival.
Non avendo l’abitudine di citarci addosso, vi rimandiamo quindi alla lettura dello sguardazzo per avere informazioni dettagliate sul pregevole lavoro del teknoartista arlecchino, segnalando, piuttosto, l’interessante rassegna (ne abbiamo già parlato qualche giorno addietro: qui) che si trova a ospitarlo e che rappresenta un’autentica boccata d’aria per un territorio il cui principale spazio scenico è del tutto appaltato all’intrattenimento. Vero è che vicina si trova la teatralissima Pistoia (ma pure Monsummano, Lamporecchio, Casalguidi, Pescia: tutte cittadine dotate di spazi scenici ove non mancano programmazioni d’un certo interesse), ma ci è impossibile non guardare alla situazione montecatinese con un filo di perplessità.
Ben vengano, dunque, gli Sconfinamenti degli intraprendenti Luca Privitera ed Elena Ferretti (Ultimo Teatro Produzioni Incivili).
Da martedì a domenica − La tragedia di Riccardo III a Pistoia
Chiudiamo, infine, con la capitale della cultura 2017, Pistoia: la lettura che Renata Palminiello offre del capolavoro scespiriano è assai pregevole, per vari motivi; dall’interpretazione degli spazi (il pubblico collocato nei palchetti di primo e second’ordine, la scena estesa a palco, platea sgombra e persino i corridoi del teatro, in una concezione assai ingegnosa e spiazzante dell’edificio teatrale) al coinvolgimento di varie realtà cittadine e non solo: a partire da Armunia (Castiglioncello) per la residenza artistica, senza dimenticare i giovani danzatori direttamente reclutati dalla locale Scuola di Musica e Danza Teodulo Mabellini e le realizzazioni sceniche affidate alla bravura degli insegnanti e degli studenti del Liceo Artistico P. Petrocchi. Un’interessantissima ed esemplare comunione d’intenti che ha saputo garantire un risultato ben positivo. Un’encomiabile sinergia, direbbero i frequentatori di tavole rotonde che, solitamente, si risolvono in tanta chiacchiera e scarsa sostanza. A Pistoia non è così: vedere teatro istituzionale, spazi “alternativi” (Il Funaro) e altri soggetti non solo “parlarsi”, ma fare sistema (e la menzione a città della cultura è comunque un riconoscimento oggettivo alla qualità svolto dai vari operatori del territorio, con i teatri a svolgere un ruolo centrale) dovrebbe far riflettere altrove: non accadrà, statene certi, e se lo facciamo notare, la gente pure s’impermalisce. Vabbè.
Nel frattempo, provate a trovare qualche biglietto per le repliche, al Manzoni sino a giovedì 13, lo spettacolo merita.
Continuiamo a consigliarlo.
Eccoci giunti alla fine: di quel che dimentichiamo, perdonateci, di quel che vi diciamo, fate tesoro.
Buon teatro.