ARCHIVIO SPETTACOLI
Quando la moglie è in vacanza, A. D’Alatri (2014)
Titolo: Quando la moglie è in vacanzaRegia: Alessandro D'Alatri
Autore: George Axelrod
Regia: Alessandro D’Alatri
Cast: Massimo Ghini ed Elena Santarelli e con Giorgia Cerruti, Bianca Giannasso Catia Nannavecchia, Davide Santoro
produzione Associazione Culturale La Pirandelliana
Musiche originali: Renato Zero
«Fa da detonatore – spiega D'Alatri - la prorompente fisicità della ragazza che come un uragano entra nella banale quotidianità di un maschio irrisolto. Un maschile che più che subire l’attrazione femminile sembra essere spaventato da quell’apparentemente irraggiungibile opportunità». Un ritratto volutamente ironico ma tutt'altro che banale (sia pure costruito sui luoghi comuni e sui mitii della seduzione) delle dinamiche e dei comportamenti, delle convenzioni e delle regole sociali, dei giochi di ruolo e i rapporti di potere fra maschile e femminile nel ricco e “evoluto” Occidente.
Una commedia divertente e di sorprendente attualità, anche se a rleggerla e più di sessant'anni dalla prima – come ricorda il regista «la drammaturgia, oltre che divertire, inquieta anche un po’…», e forse proprio perché ci si rende conto che quel vivido affresco di segreti desideri, ambizioni, e quell'esplosivo mix di bellezza e sensualità, ingenuità e disincanto a fronte di rigidi ma forse non così solidi principi riesce ancora a infrangere gli schemi di un'esistenza tranquilla trasformando un'incantevole ragazza in femme fatale.
E’ del 1955 la consacrazione internazionale ad opera di Billy Wilder di “Quando la moglie è in vacanza”, un testo di George Axelrod che aveva debuttato tre anni prima a Broadway. Considerata un classico della modernità, è una commedia sulle manie erotiche dell’uomo medio e al tempo stesso una feroce satira di costume contro il perbenismo di una certa middle-class che sembra non avere epoche. La prorompente fisicità di una ragazza, cui presta il volto l’affascinante e vitale Elena Santarelli, entra come un uragano nella banale quotidianità di un maschio irrisolto. Un Massimo Ghini con l’aria di uno che più che subire l’attrazione femminile sembra essere spaventato da quell’opportunità apparentemente irraggiungibile. E se la traduzione e l’adattamento teatrale sono stati affidati ad uno specialista come Edoardo Erba, Renato Zero ha creato appositamente le musiche per lo spettacolo che il regista Alessandro D’Alatri farà rivivere adeguandolo ai nostri riferimenti culturali e dividendone i tempi narrativi: il piano reale e la proiezione delle reciproche insicurezze dei personaggi.