Insomma: avete votato? Siete felici, scontenti, delusi, tronfi, pentiti? Insinuando la considerazione sempre valida che recita “Tanto è uguale“, ci apprestiamo a parlar di teatro, o giù di lì. Con un giorno di ritardo, complice la MaratonaMentana (o MaratonaMentale), torniamo alla consultazione del Calendazzo, per una settimana più che intensa. E un occhio rivolto a mercoledì 21 dicembre per il Natale in casa Arlecchino – No Birkenstock Party, a proposito del quale vi ripetiamo il mantra salvateladata.
Dato il ritardo, per questa edizione andiamo di crestomazia meditata quanto sintetica e citiamo solo dove andremo o andremmo.
Da martedì a domenica − Latella (più o meno) natalizio
Discusso, contestato, adorato, neppure fosse il risultato della conta referendaria: il Natale in casa Cupiello ordito da Antonio Latella è tra i titoli più interessanti della stagione scenica toscana. Nelle sere di martedì e mercoledì, sarà il Guglielmi di Massa a ospitare un allestimento scuro, spietato e tagliente, sfrondato da anni di interpretazioni “filologiche” le quali, in teatro più che altrove, rischiano un’esiziale inefficacia. Successivamente, lo stesso spettacolo (grande cast, peraltro, con Francesco Manetti, Monica Piseddu, Lino Musella, Valentina Acca, Francesco Villano, Michelangelo Dalisi, Leandro Amato, Giuseppe Lanino, Maurizio Rippa, Annibale Pavone, Emilio Vacca, Alessandra Borgia) sarà a Pistoia, Teatro Manzoni, dove, con tutta probabilità, andremo a dare un’occhiata per poi parlarvene. Lo consigliamo a scatola chiusa, ma non ai puristi. O, forse sì, anche a loro, ché incazzarsi non è mica sbagliato.
Ogni santo giorno − Occasioni cittadine
L’abbiamo visto domenica a Pontedera, e ve lo consigliamo davvero: Animali da bar è un gran bel lavoro, scritto con criterio, recitato bene e in grado di soddisfare diverse tipologie di pubblico, perché coniuga rapidità cinematografica, una certa, calcolatissima, insolenza, ma pure un “senso” del teatro che costituisce forse l’aspetto più sfuggente, ma non meno centrale. Tra martedì e domenica, Gabriele Di Luca e il resto degli orfici carrozzieri saranno di stanza a Scandicci, per una tenitura settimanale che ci pare il giusto premio a un gruppo meritevole. Ve ne diremo il prima possibile, pur avendovene già parlato (qui e qui).
Dopo l’anteprima a Valdottavo di giovedì scorso (ne leggerete), ecco che David, progetto di Paolo Civati, drammaturgo e regista, là dove la produzione è targata Teatro Del Carretto. A dire il vero, si tratta di un lavoro assai diverso rispetto al linguaggio cui ci hanno abituati Maria Grazia Cipriani e Graziano Gregori, ma, in sé, questo non può certo essere un problema, tutt’altro. Sta di fatto che, da venerdì a domenica, lo spettacolo debutterà ufficialmente sulle tavole del Giglio, a Lucca, e che qualche arlecchino sarà senz’altro a prender visione per poi raccontarvi qualcosa.
Tornando dalle parti di Firenze, vi segnaliamo, da un lato, il ritorno di Il malato immaginario, regia di Ruth Shammah, con Gioele Dix e Anna Della Rosa, recensito su questi schermi circa un anno fa. Sarà alla Pergola da martedì a domenica. Le stesse date di tenitura, ma a Rifredi, per L’intrusa, testo di Eric-Emmanuel Schmitt, regia di Angelo Savelli, protagonista la grande Lucia Poli. Si tratta di un’attrice che amiamo tanto, mai banale, sempre in grado di abbinare intelligenza, gusto, sapienza scenica. Andateci.
Segnaliamo, infine, il passaggio di Bisbetica dalle parti di Pontedera, sabato e domenica: niente abbiamo contro Nancy Brilli (figuriamoci) e, tra coloro che praticano la critica, siamo i meno tacciabili di snobismi di sorta; ciò non toglie che uno sguardo al cartellone del teatro legato a Grotowski palesa una metamorfosi dai contorni quantomeno preoccupanti. Ah, ma il Teatro Nazionale avrebbe portato vantaggi… Forse sì, e sarebbe interessante capire a chi.
Ogni santo giorno − Occasioni sparse, ma preziose
S’inizia subito stasera, giacché al Teatro dell’Olivo in quel di Camaiore, arriva L’avaro, un Molière rivistato da Arca Azzurra Teatro per la regia di Ugo Chiti e, in aggiunta, la presenza di Alessandro Benvenuti nel cast. Non si tratta certo della prima occorrenza, per una collaborazione che ci ha regalato, nel tempo, la “saga” dei Gori e, una decina di anni or sono, il bel Nero cardinale, un’efficace riscrittura “falstaffiana” da parte del bravo drammaturgo e regista chiantigiano. Se riuscissimo, correremmo a vedere: chissà.
Grande attività, comunque, in Versilia, perché domani (mercoledì) sera, l’amico e padrino di questa rivista Marco Paolini arriva a Seravezza con il suo Numero primo, allestimento distopico su un futuro (forse) possibile, di cui ci aveva già raccontato qualcosa l’arlecchina Viola Giannelli. A tale proposito, una curiosità: un anno addietro, lo stesso spettacolo, debuttando, aveva tenuto “a battesimo” la stagione camaiorese, adesso lo fa con quella delle Scuderie Granducali, la cui direzione artistica pertiene a Elisabetta Salvatori.
A Pisa, il Cinema Teatro Lux attende, venerdì sera, Daniele Timpano ed Elvira Frosini con il nuovo Acqua di colonia, spettacolo che non ha mancato, già, di sollevare qualche polemica. Il colonialismo italiano, un tema solo apparentemente agé e fuori moda, analizzato dall’acume di due artisti tra i più originali del panorama contemporaneo. Di Timpano, peraltro, come non ricordare la trilogia formata da Dux in scatola, Risorgimento pop e Aldo morto, i cui testi sono andati a comporre il volume Storia cadaverica d’Italia pubblicato da Titivillus quattro anni fa. Ve lo diciamo: ci andremo (l’ingresso è pure libero, quindi meglio prenotare) e, se l’attore-autore romano non risponderà al questionazzo arlecchino, non è escluso che la sua carriera possa terminare con la replica pisana.
Per chiudere, vi manderemmo anche a Bientina (PI), al Teatro delle Sfide: la sera di sabato, ecco ritornare in scena il curioso DoveEri, testo e regia di Andrea Kaemmerle, con Paolo Migone e I Gatti Mezzi impegnati in scena. Si tratta di una riflessione, mai distante dal comico, sulle costrizioni (e costruzioni) che la società impone agli individui, il tutto filtrato attraverso differenti esempi di vis comica, quella lunare di Kaemmerle, il cinismo di Migone e la capacità di coinvolgere dei Gatti: se gli ingredienti si sommassero, sarebbe già un gran risultato, se arrivassero addirittura a moltiplicarsi…
E anche per questa volta: andate a teatro e pensate alla festa arlecchina!