Un demone tentatore bussa ogni anno, verso la fine di dicembre, alla porta di giornalisti, critici e amatori d’ogni disciplina. È un essere infame e mostruoso, ma assai allettante: con le sue lusinghe invita il presuntuoso pennaiolo a compilare una graduatoria di ciò che vale la pena salvare (o buttare) dell’anno soccombente. I migliori dischi dell’anno, i gol più belli, le serie tv più entusiasmanti e quelle più stupide, l’abito più brutto indossato da Ilary Blasi, la barzelletta sporca più sporca, e così via.
Ebbene, inutile girarci intorno, anche la redazione di LSDA ha ceduto alla tentazione.
Quella che segue è la raccolta delle scelte fatte dagli arlecchini: tre titoli per ciascuno, tre spettacoli da consigliare, da rivedere o, soltanto, da non dimenticare e, va da sé, opportunamente legati alle (eventuali) relative recensioni.
Andrea Balestri
• Loro – Storia vera del più famoso rapimento alieno in Italia, Maurizio Patella
Un gioco infantile tra racconto e cronaca, con il fascino tipico dei misteri italiani.
• Il colore rosa, Aline Nari
Mostra la libertà ai bambini, mettendoli in contatto con linguaggi a cui non sono abituati
• La signorina Felicita ovvero la felicità, Lorena Senestro e Massimo Betti Merlin
Collage di poesie che, allo stesso tempo, tradisce e riverbera la poetica di Guido Gozzano.
Sara Casini
• MDLSX, Motus (regia Enrico Casagrande & Daniela Nicolò, con Silvia Calderoni)
Per la sincerità.
• I quattro moschettieri in America, I Sacchi di Sabbia
Perché uno spettacolo per bambini può e in questo caso è bello per tutti.
• Minimacbeth, Giovanna Daddi e Dario Marconcini (altro sguardazzo qui)
Per la semplicità e efficacia.
Francesca Cecconi
• The Pride, regia Luca Zingaretti
Un’ottima recitazione sullo sfondo del tema dell’omossesualità ancora troppo “attuale”.
• Chi è di scena, Alessandro Benvenuti
Ironia e comicità dominano la scena con un super finale a sorpresa.
• Pavla nad prepadom, regia Matjaž Pograjc
Un’ammirevole prova fisica e attoriale.
Alessandro Cei
• Laika, Ascanio Celestini (altro sguardazzo qui)
Perché è indispensabile raccontare il presente, perché molte voci convergono in una sola voce, in un solo corpo. E questa è la condizione indispensabile per un buon racconto.
• MDLSX, Motus (regia Enrico Casagrande & Daniela Nicolò, con Silvia Calderoni)
Perché sì!
Maria Feliciano
• Ci scusiamo per il disagio, Gli Omini
Interessante lavoro di ricerca che traspone il reale sul palcoscenico.
• Kansas City, di Claudio Riggio (altro sguardazzo qui)
Ottima trasposizione onirica e musicale del testo scritto, integrazione di numerosi codici perfettamente fruibili dallo spettatore.
• The Pride, regia Luca Zingaretti
Tematica interessante e attuale, stimolante la realizzazione scenica per la recitazione e il light design.
Gemma Salvadori
• Livada de vişini- Il giardino dei ciliegi, di Roberto Bacci
Per il modo in cui Lopachin guarda Ljuba addormentata tra le valige.
• Dopo la tempesta. L’opera segreta di Shakespeare, di Armando Punzo
Per la continua impressione di cercare qualcosa in un baule di vecchi costumi di scena.
• I duellanti, di Alessio Boni e Roberto Aldorasi
Perché è divertente uscire dal teatro e avere un valido motivo per lamentarsi.
Elena Modena
• Loro – storia vera del più famoso rapimento alieno in Italia, Maurizio Patella
Per tornare bambini rapiti da un racconto-cronaca messo in scena in un mondo di cartone, protagonisti Ken e bambolotti.
• Ubu Roi, Roberto Latini (altra recensione qui)
Perché c’è tutto e il contrario di tutto.
• Le nozze di Figaro, direttore Franz Welser-Möst, regista Frederic Wake-Walker
Perché sono rimasta incantata per più di tre ore. In piedi, in galleria.
Francesco Tomei
• Ubu Roi, Roberto Latini (altra recensione qui)
Una delle migliori riscritture degli ultimi anni. Per la capacità di trasportare lo spettatore in un immaginario vasto e sorprendente.
• Cirino e Marilda si può fare, Anna Marchesini
Un atto di grande amore al teatro. L’ultima pagina di un’immensa Anna Marchesini.
• La tragedia di Riccardo III, di Renata Palminiello
Perché avrei voluto vederlo, e per avere riportato l’attenzione nella riscruttura di un classico sul corpo dell’attore, un corpo che canta senza orpelli o sovrastrutture.
Carlo Titomanlio
• Balla, Andrea Kaemmerle
Perché non mi sembra di aver visto niente di meglio, eccetto lo spettacolo seguente.
• Strategie fatali, Compagnia Musella-Mazzarelli
Perché è bellissimo.
• Non ti pago!, Compagnia De Filippo
Perché non non mi sembra di aver visto niente di meglio, eccetto lo spettacolo precedente.
Igor Vazzaz
• Io mostro – esperimenti sociali in archivio, Tindaro Granata
Lavoro inconsueto, aperto, acuminato e, soprattutto, onesto, su un tema tutt’altro che banale.
• Minimacbeth, Giovanna Daddi e Dario Marconcini (altro sguardazzo qui)
Uno Shakespeare da vedere e rivedere, profondo, coinvolgente e profondamente teatrale.
• Mondo cane, Daniele Turconi
Quando la forma supera e sfarina la forma stessa, per un nuovo teatro rabbioso.
Giacomo Verde
• Minimacbeth, Giovanna Daddi e Dario Marconcini (altro sguardazzo qui)
Oltre il tempo e gli spazi consueti dello spettacolo. Un teatro di qualità superiore.
• Il colore rosa, Aline Nari
Per la capacità di comunicare ai bambini un bel messaggio rivoluzionando i classici schemi della narrazione fiabesca e del teatro ragazzi.
• MDLSX, Motus (regia Enrico Casagrande & Daniela Nicolò, con Silvia Calderoni)
Anche se ho criticato l’uso del video in scena rimane comunque uno spettacolo indimenticabile, di ottimo livello.
Questo è quanto. E voi? Ci sono spettacoli visti in questo 2015 che vorreste “portare con voi”?
Scrivetelo, se volete, ad arlecchino@losguardodiarlecchino.it; vi sarà risposto. Forse.