ARCHIVIO SPETTACOLI
Voci di famiglia, D. Marconcini (2015)
Titolo: Voci di famigliaRegia: Dario Marconcini
di Harold Pinter
Regia Dario Marconcini
con Giovanna Daddi, Emanuele Carucci Viterbi e Dario Marconcini
scene e luci Riccardo Gargiulo e Valeria Foti
produzione Associazione Teatro Buti
È una commedia epistolare in cui ognuno racconta la propria quotidianità e le proprie esperienze…..voci che si parlano senza ascoltarsi; lettere probabilmente mai scritte o forse scritte e mai spedite o che comunque il destinatario non ha mai ricevuto”.
A. Serra. “I miei personaggi mi dicono quel tanto che basta per farmi capire quali esperienze hanno vissuto, quali sono le loro aspirazioni, qual è la loro storia. Tra la mancanza di dati e l’ambiguità di ciò che dicono vi è un territorio che non solo vale la pena, ma che non si può fare a meno di esplorare.
I personaggi prendono forma su una pagina, il più delle volte è una forma quasi inespressiva perché si concedono pochissimo e sono inattendibili, vaghi, evasivi, contrastanti, maldisposti. Ma è solo grazie a queste caratteristiche che nasce un linguaggio, il linguaggio che nasconde ciò che non viene detto.” Harold Pinter “Mi chiedo se ci porremo mai il problema del linguaggio che usiamo.
Rientra nelle nostre capacità? La realtà resta essenzialmente al di fuori del linguaggio, distinta, ostinata, estranea, non suscettibile di descrizione? La corrispondenza precisa e vitale tra ciò che è e la percezione che ne abbiamo è impossibile? Oppure siamo costretti a usare il linguaggio solo per offuscare e distorcere la realtà-distorcere ciò che è- per distorcere ciò che accade- perché ne abbiamo paura?”
Harold Pinter
Ed ora sta a noi, che dobbiamo dar voce e corpo a questo dramma, restituire o rispondere con le nostre inquietudini a tali domande e cercare di nuovo a pensare all’uomo come esperienza, al teatro come strumento per vedere e all’attore come esploratore del mistero
Dario Marconcini
Voci di famiglia è la seconda produzione in Stagione del teatro di Buti, dove Dario Marconcini prosegue il suo lavoro di ricerca su Pinter e, in particolare, sulle Memory Plays – nate per la radio, ma che il regista traspone per le scene quali ipotesi sul senso della famiglia (così come la vedeva Pinter) in quanto fonte di unione ma, contemporaneamente, di intima distruzione.