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Una rondine tra sentimentalismo e principio di realtà

Sguardazzo/recensione di "La rondine"

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Cosa: La rondine
Chi: Gino Zampieri. Massimiliano Stefanelli, Francesca Sassu, Marcello Vannucci, Francesco Marsiglia, Chiara Peretti
Orchestra della Toscana
Teatro del Giglio
Dove: Pisa, Teatro Verdi
Quando: 18/01/2015
Per quanto: 240 minuti

S’ha un bel discutere delle eroine pucciniane e della certa qual maniera l’autore lucchese aveva acquisita nell’assecondare i gusti d’un pubblico affezionato agli irresistibili languori punteggianti il di lui repertorio. In tal senso, La rondine, nonostante la statura di minore e le peculiari condizioni produttive, rappresenta approdo notevole per la poetica amorosa del nostro: si torna a Parigi, teatro di Bohème, ma tutto è cambiato. Ancor s’avverte, vero, l’atmosfera gaudente da café, ma non per le scapigliate gesta d’aspiranti artisti: protagoniste, adesso, le grisettes, fanciulle d’umile origine giunte in città per affermarsi, col lavoro, primi podromi d’emancipazione, o assicurandosi buoni partiti. La bella Magda solo da lungi rammenta la Violetta verdiana: altra coscienza, pur nelle concessioni alla  trama che la vuol, dopo il repente innamoramento coll’ingenuo Ruggero, pentita e ritrosa dinanzi alle di lui profferte nuziali, per tornarsene, indegna d’amore, alla vita precedente.

L’allestimento del Teatro del Giglio ripercorre in gran parte l’operazione del 2008, riprendendo le belle strutture di Rosanna Monti nonché la regia di Gino Zampieri per la riscoperta recente dell’operetta. In tal senso, v’è da intendersi: a Puccini poco interessava tale forma spuria e solo articolate vicissitudini contrattuali l’avevano trascinato nei pelaghi del genere. Ne consegue un esito peculiare e, in ciò, interessante: ben più opera di quanto si sia creduto, col sapiente innesto d’una movimentata varietà ritmica dovuta alla sperimentazione di balli che si stavano affermando al tempo: fox-trot, one-step, tango, oltre all’immancabile valzer, tributo alla commissione viennese del titolo. Buon gioco ha la direzione dell’Orchestra della Toscana da parte di Massimiliano Stefanelli, mossa e vivace, non sempre cristallina, ma comunque fedele all’esilità del costrutto.

LA RONDINE I atto - da sinistra, iFrancescoMarsiglia (Prunier) e Francesco Facini (Rambaldo), (ph Giuseppe Giovanelli)La storia, rarefatta, si snoda in tre ambienti dominati da tonalità pastello: l’interno altoborghese del primo atto, il variopinto Bal Bullier dai contorni simili a una giostra (suggestivo il finale baluginante di nebbia mattutina), l’assolato verone ove si consuma il tragico (neanche troppo) finale. La Magda di Francesca Sassu è volitiva, sfuggente, quasi vi fosse (ne capiremmo i motivi) un vago cinismo nel gran rifiuto al Ruggero di Marcello Vannucci: la proposta dell’amante, il buen retiro in campagna ad accudir suocera e pargoli, remoti i fasti parigini, ispirerebbe alla fuga la più cieca delle amorose. Conoscendo la biografia pucciniana, arduo pensare che non abbia dosato un salace umorismo per questa femmina tutta novecentesca: salvare le forme palesando struggimenti, ma, soprattutto, salvar la vita evitando l’approdo rustico alternativo alla sperimentata mondanità.

Qui s’avverte la gran modernità dell’opera, unitamente all’appuntita caricatura dannunziana nel poeta Prunier (centratissimo ed efficace Francesco Marsiglia: una conferma), alla malizia riversata sul vacuo mondo dell’arte con cui si raffigura la serva Lisette (Chiara Peretti, apprezzabile) nella sottotrama comica, in un quadro d’insieme di tenue disincanto. Quando Puccini sottrae il soggetto dalle mani austriache affidandolo a Giuseppe Adami, la guerra divampa: inevitabile non presentire, nella sin troppo ostentata frenesia parigina, l’inquietudine e la distanza, quasi rossiniana, con cui si delinea un mondo tanto contemporaneo quanto alieno dalla realtà. Tradurre il tutto in uno spettacolo gradevole è merito che giustifica il plauso finale dell’unanime Teatro Verdi pisano.

VERDETTAZZO

Perché:
Se fosse... un bacio sarebbe... sfuggente

Locandina dello spettacolo



Titolo: La rondine

Personaggi e interpreti
Magda Maria Luigia Borsi – Francesca Sassu
Lisette Lavinia Bini – Chiara Pieretti
Ruggero Salvatore Cordella – Marcello Vannucci
Prunier Francesco Marsiglia – Andrea Giovannini
Rambaldo Francesco Facini – Francesco Verna
Périchaud Andrea Zaupa
Gobin Marco Voleri
Crébillon Alessandro Calamai
Yvette Mirella Di Vita
Bianca Alessandra Meozzi
Suzy Chiara Brunello
Un maggiordomo Alessandro Bilotti

Direttore d’orchestra Massimiliano Stefanelli
Regia Gino Zampieri
Scene e costumi Rosanna Monti
Maestro del coro Marco Bargagna
Coreografie Giulia Menicucci
Disegnatore luci Marco Minghetti
Assistente direttore d’orchestra Jordi Sànchez-Caroz

Orchestra e Coro della Toscana

allestimento Teatro del Giglio di Lucca, edizione 2014
coproduzione Teatro del Giglio di Lucca, Teatro Comunale di Modena, Teatro Goldoni di Livorno, Teatro Verdi di Pisa, Teatro Alighieri di Ravenna


Atto I
Magda è la giovane amante del ricco banchiere Rambaldo: un giorno, nel suo salotto, si discute dell'ultima moda parigina, l'amore romantico. Rimasta sola con le amiche, Magda confida loro di una sua passione giovanile, ed esprime il desiderio di provare ancora quel sentimento. Giunge Ruggero, un giovane amico di Rambaldo di passaggio a Parigi; la discussione divaga ora sul modo più piacevole di trascorrere una serata nella capitale e, mentre Magda conversa con il poeta Prunier, le altre ragazze consigliano a Ruggero di recarsi da Bullier, un celebre locale notturno della città. Vestitasi semplicemente, quella sera Magda decide di raggiungere anch'ella il Bullier, senza sospettare che la sua cameriera Lisette, con gli abiti della padrona ed accompagnata dal suo amante (che altri non è che Prunier), ha preso la stessa decisione.
 
Atto II
Al Bullier. Indifferente all'allegria ed alla confusione, Ruggero si annoia. Arriva Magda che, un poco sfrontatamente, si siede al tavolo del giovane presentandosi come Paulette; in breve fra i due si stabilisce dapprima un'intesa, poi un sentimento via via sempre più intenso. Giungono Prunier e Lisette: quest'ultima crede di ravvisare nella compagna di Ruggero la padrona, ma Prunier, che capisce la situazione, la smentisce.
Poi i quattro si dispongono a trascorrere la serata conversando amabilmente. L'arrivo di Rambaldo è un fulmine a ciel sereno; Prunier
vorrebbe che Magda si allontanasse, ma la giovane è intenzionata ad affrontare la situazione e confessa al banchiere la serietà dei suoi
sentimenti. Mentre Rambaldo si allontana cavallerescamente, Magda torna da Ruggero.
 
Atto III
Magda e Ruggero vivono ormai insieme, felici e lontani da Parigi, ma il giovane, che ignora il passato della fanciulla, ha scritto una lettera
alla madre per avere il consenso alle nozze; Magda sente crescere l'imbarazzo. Giungono Prunier e Lisette e, mentre quest'ultima chiede alla padrona di un tempo di riprenderla a servizio, il poeta informa che i sentimenti di Rambaldo non sono mutati. La lettera di risposta giunge con il consenso materno e a questo punto Magda, comprendendo che l'illusione non può durare più a lungo, racconta tutta la verità. Nonostante le proteste di Ruggero, disposto a tutto pur di non perderla, Magda parte, portando dentro di sé il bel ricordo dei giorni passati, per ritornare alla vita di sempre.

Igor Vazzaz
Toscofriulano, rockstar egonauta e maestro di vita, si occupa di teatro, sport, musica, enogastronomia. Scrive, suona, insegna, disimpara e, talvolta, pubblica libri o dischi. Il suo cane è pazzo.