ARCHIVIO SPETTACOLI
Choreographing Rappers, J. Jenna (2017)
Titolo: Choreographing Rappers
coreografia e danza: Jacopo Jenna
progetto sonoro: Francesco Casciaro
disegno Luci: Giulia Broggi
organizzazione: Luisa Zuffo
produzione: spazioK_Kinkaleri
con il supporto di CROSS International Performance Award, Le Murate.Progetti Arte Contemporanea Collettivo C_A_P, Contemporanea Festival 15
[foto: Ilaria Costanzo]
“La cazzuta genialità del rap sta in questo processo circolare, un loop quasi digitale: ha trasformato l’orrore del suo mondo – tradito dalla storia, bombardato da segnali contraddittori, violento nella sua impotenza, isolato, claustrofobico e privo di vie d’uscita – ha trasformato questa specifica forma di orrore in una specifica forma d’arte d’avanguardia. Va persa la consolazione, ma si guadagna un nuovo tipo di mimesi, ruvida e spietata: Platone campionato mentre sta seduto sulla tazza del cesso.” (Wallace e Costello, Il Rap spiegato ai Bianchi)
Il progetto riflette coreograficamente sulla costruzione dei brani hip-hop focalizzandosi sull’immediatezza che il Rap possiede, ovvero la qualità di portare in un coinvolgimento diretto e istantaneo con qualcosa, senza passaggi intermedi, dando luogo a un senso di urgenza o di eccitazione.
I rappers usano il loro flow, la qualità di scandire e cadenzare le parole ritmicamente, creando attenzione immediata su ciò che viene detto; allo stesso tempo, giocando con le parole e il ritmo, creano uno slang distintivo che ha generato parole che hanno preso forza e significato diverso (signifying) da quello originario.
Choreographing Rappers utilizza la danza e il corpo come le parole dei rappers, modulando la dinamica, il tempo e il ritmo di scansione del movimento, creando intensità e frammentazione nel danceflow.
Il lavoro coreografico crea una contrapposizione semantica mettendosi in relazione con una drammaturgia sonora fatta di testi, mash-up e rimandi alla cultura hip-hop americana.
Il titolo del progetto prende spunto dalla traccia “Signifying Rapper” di SchoollyD (1988) – che rinvia alla guerriglia linguistica e alla manipolazione del linguaggio peculiare del rap – e dal libro di David Foster Wallace e Mark Costello Signifying Rappers: Rap and Race in the Urban Present (1990), tradotto in Italia con il titolo Il Rap spiegato ai Bianchi, che esplora la storia del fenomeno e le sue intersezioni con il contesto storico.