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    ARCHIVIO SPETTACOLI

    Il controllore, gli Omini (2017)

    Titolo: Il controllore

    ideazione Gli Omini
    con Francesco Rotelli, Francesca Sarteanesi, Luca Zacchini
    dramaturg Giulia Zacchini
    luci Alessandro Ricci
    produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione / Associazione Teatrale Pistoiese Centro di Produzione Teatrale
    PROGETTO T
    ANNO TERZO
    Porretta-Bologna

    Il primo anno è stato alla Stazione di Pistoia. Un mese di registrazioni di incontri, chiacchiere, impressioni, altoparlanti. Cento pagine di parole raccolte, frammenti di altrettante vite. Abbiamo ascoltato e abbiamo risposto: Ci scusiamo per il disagio.
    Il secondo è stato sul treno Pistoia-Porretta. Una tratta che è un viaggio nel tempo, semideserta, abitata prevalentemente da poeti estemporanei, filosofi che fanno l’orto, donne che scrivono lettere. Era La corsa speciale, nata solo per esistere lì, tra il bosco e la galleria.
    Quest’anno, al suo terzo anno, il Progetto T proseguirà il suo naturale cammino sulla strada ferrata, da Porretta a Bologna. Diciassette fermate in tutto. Diciassette piccoli mondi visti dal finestrino. A bassa velocità. Qui continua la nostra ricerca sugli uomini lungo ibinari. Su quelli che camminano ai bordi, quelli che tentano di non vederli, quelli che ci stanno sopra e vanno diritti.

    Tutti sono insieme, senza rendersene conto. Fanno finta di essere soli.
    Sotto l’occhio attento, o distratto, o distrutto dei controllori.
    Chi si siede sempre allo stesso posto, chi guarda in basso, chi non trova il cesso.
    In treno succede di tutto. E i controllori passano e controllano.
    Ancora una volta. E’ un continuo, un continuo.
    Cosa controllano? Chi li controlla? Riescono a controllarsi?
    Sono scese nove persone e ne sono salite tre.
    Quanto li cambiano le vite degli altri che passano? Cosa sono le cose proibite? Quali regole devono essere seguite? Cos’è questo odore? Possiamo ancora farci domande?

    Il treno di notte si è fermato. O forse non era neanche notte. E nemmeno un treno.
    Erano anni difficili da capire. Non si riusciva a distinguere una mosca da un regalo, un sacchetto da una donna, un idiota da un eroe.
    Era buio, quello si vedeva, o meglio, non si vedeva.

    SGUARDAZZI/RECENSIONI