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“Bella da morir…”: recensione seduta

Sguardazzo/recensione di "Bella da morir! Aida e il bambino che sognava la musica"

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Cosa: Bella da morir! Aida e il bambino che sognava la musica
Chi: Fabrizio Bartolucci, Roberta Biagiarelli, Sandro Fabiani 
Dove: Porcari (LU), Auditorium Vincenzo da Massa Carrara
Quando: 26/03/2017
Per quanto: 50 minuti

Questo pomeriggio, fortunatamente, nessuno mi si è seduto e forse riesco finalmente a vedere bene il palcoscenico, celato al pubblico dal rosso sipario. Non so che spettacolo sia, non sono riuscita a vedere i volantini. All’improvviso, ecco uno spettatore ritardatario. Si avvicina: mi sta “puntando”. Sono pervasa dal terrore che poggi le sue natiche su di me. Si approssima ancora: davanti alla mia vicina, si ferma. S’accomoda. Che fortuna, oggi potrò godermi lo spettacolo. Il signore ha in mano il volantino della messinscena e io riesco a leggere qualche spezzone di frase: «Spettacolo ideato e scritto da Sandro Fabiani e Fabrizio Bartolucci con Roberta Biagiarelli e Sandro Fabiani: Bella da morir! Aida e il bambino che sognava la musica».

La musica! Amo la musica, è l’unica cosa che riesce a distogliere i miei pensieri dalle mie sfortune, anche quando un essere umano non proprio leggero ha deciso di sedersi su di me. Silenzio! Comincia lo spettacolo: dal fondo del teatro, passando tra il pubblico, arriva Sandro Fabiani. All’inizio non lo posso vedere (sono senza collo), poi mi supera e lo osservo: un omuncolo con una gobba, vestito all’antica, una lanterna in mano. Canticchia. Si apre il sipario e resto a bocca aperta: durante tutta la mia lunga carriera da poltroncina teatrale non ho mai, dico mai, visto una scenografia così suggestiva, un cimitero delimitato da un cancello che, nella sua semplicità, è semplicemente spiazzante. Il guardiano del cimitero – l’omino gobbo – sale, provocando nel pubblico (e nelle poche sedute che hanno la fortuna di assistere) risate di sorpresa; dalle poltroncine condannate alla cecità, silenziose maledizioni.

Il personaggio estrae dal giubbotto la “gobba”: in realtà, è un piccolo busto di Giuseppe Verdi. Inizia così lo spettacolo. Fabiani chiama sul palco un bambino (l’invidia mi corrode, avrei voluto andare io, ma figuriamoci se un essere umano si degna di chiamare sul palco una sedia: noi siamo per loro soltanto strumenti, senza una sensibilità e senza alcuna necessità, se non quella di ospitare il loro deretano) che starà con lui sino alla fine. Sebbene mi dolga dirlo, vi anticipo che è stato veramente bravissimo. Il guardiano racconta al ragazzino che – guarda coincidenza! – si chiama pure lui Giuseppe (in realtà Jacopo), aggiunge poi la storia di Giuseppe Fortunino Francesco Verdi e, infine, la trama di Aida, opera dello stesso compositore che parla di una storia d’amore impossibile tra la principessa etiope prigioniera degli egizi e Radamès, un giovane guerriero nemico promesso sposo alla figlia del faraone. Per raccontarci la vicenda, i due attori recitano in scenari diversi, tutti creati modificando a vista la scena iniziale. La musica si fa triste e imponente quando i due innamorati si incontrano nella cripta di Radamès, sepolto vivo, dove Aida è entrata per morire con il suo amore.

Finito di raccontare, il bravo Sandro Fabiani se ne va come è venuto, passando tra il pubblico e portando con sé l’esordiente piccolo attore. Uno spettacolo divertente, entusiasmante e davvero ben pensato, con qualche minima pecca nel cambio di scenografia: niente comunque che non si possa migliorare o che pregiudichi la riuscita della messinscena.  Spero di essere stata il più possibile esauriente, ma, se per caso non foste soddisfatti, vi prego di non giudicare troppo aspramente una povera, vecchia sedia dell’Auditorium Vincenzo da Massa Carrara di Porcari.

Asia Cavalletti

VERDETTAZZO

Perché:
Se fosse... un fungo sarebbe... un Cantharellus Cibarius (noto anche come "galletto")

Locandina dello spettacolo



Titolo: Bella da morir! Aida e il bambino che sognava la musica

uno spettacolo ideato e scritto da Sandro Fabiani e Fabrizio Bartolucci 
in collaborazione con ATGPT – Associazione Teatro Giovani – Teatro Pirata 
con Roberta Biagiarelli e Sandro Fabiani 
consulenza biografica Prof. Corrado Mingardi 
collaborazione con l’Associazione “Le Terre Traverse” 
collaborazione alla realizzazione della scena Paolo Gramaccioni 
coordinamento Marina Bragadin 
info Gianfrancesco Mattioni
 +39 348.380171 – francipirata@gmail.com


Dopo Mozart, Rossini, Puccini e Monteverdi la nostra attenzione si rivolge ora ad uno dei più grandi compositori del melodramma italiano: Giuseppe Verdi. E ad una delle sue opere più conosciute in tutto di tutto il mondo: Aida. Un’opera di repertorio, ossia una delle opere che vengono maggiormente rappresentate, considerata una delle più belle della storia dell’opera . Raccontare Aida ai bambini offre anche l’occasione di raccontare Verdi: Giuseppe Fortunino Francesco nato nel piccolo paese di Roncole. Il bambino che sognava la musica , l’enfan prodige che suonava l’organo ad orecchio nella chiesa del paese, che percorreva chilometri a piedi per andare a lezione di musica, che non è stato ammesso al conservatorio. Il ragazzino timido e scarso di parole che s’affacciava affascinato dalla porta dell’osteria di famiglia per ascoltare un suonatore di violino ambulante. E come è nostra abitudine a condurci nell’opera, sarà un insolito personaggio: un custode. Non il custode di un teatro,e nemmeno quello di una casa, di un giardino o di una stalla come ne aveva tanti il Maestro nelle sue tenute. Un custode di un curioso cimitero di campagna! Niente paura , qui non ci sono fantasmi, ne scheletri. Questo è un cimitero che canta e suona! Già, perché si sa che nelle opere di verdi muoiono tutti o quasi. Anche nell’Aida tutto finisce in una tomba. Ma la musica di verdi e immortale e tra ironia e po’ di poesia ecco che il piccolo cimitero si trasforma , si copre di sabbia, si ergono piramidi, e prende vita la storia di Radames e di Aida, bella, bella da morir!