Rieccoci in pista, ricuperando, pian piano, un assetto tuttora non ottimale, ma senza dubbio benaugurante. Parliamo del Calendazzo che si ripopola di eventi, ma anche delle stagioni invernali che entrano nel vivo. Settimana densa, ma meno del previsto a causa della defezione (ben sei repliche) di Emilia, (testo e regia di Claudio Tolcachir con Giulia Lazzarini) che non andrà in scena, causa un’indisposizione della protagonista, né a Massa né a Prato, dov’era atteso tra martedì e domenica. Vediamo cosa resta in giro.
Provincia di Lucca – Danza, monologhi e drammaturgia, praticamente di tutto
Quarto appuntamento per la bella rassegna Sguardi oltre confini: diremo presto di quanto veduto a Porcari nei giorni scorsi, ivi compresa la percezione sensibile di quanto lo spazio di SPAM!, assai funzionale come (doppia) sala prove, sia del tutto insufficiente per poter organizzare spettacoli in grado di accogliere un pubblico in numero decoroso. Questa, sia chiaro, non è una critica rivolta a questa realtà (di cui siamo pure collaboratori), bensì una denuncia, l’ennesima, circa l’ingiustificabile carenza di ambienti adatti alla performance contemporanea nella provincia di Lucca. Detto ciò, andremo senz’altro, mercoledì sera, a vedere David Valrosso e il suo We_Pop, incuriositi dalla dichiarazione da parte dell’artista di voler creare, con questo lavoro, un «ponte fra la cultura popolare e la percezione di alcuni cliché contemporanei». Non possiamo nascondere, però, che con altrettanta curiosità attendiamo di assistere all’improvvisazione di danza e musica a seguire: in scena, l’arlecchina danzatrice Anna Solinas,al fianco di Giselda Ranieri e Rossano Emili.
Altro appuntamento cui non mancheremo, giovedì sera, è quello con Autobiografia di un picchiatore fascista: protagonista, in tutto e per tutto, Marco Brinzi, artista che ben conosciamo e di cui siamo (la trasparenza è d’obbligo) buoni amici.
Autore e attore di un monologo dal tema alquanto chiaro, sarà interessante vedere quello che, sino a oggi, abbiamo sempre visto all’opera come interprete, con ottimi risultati. Lo spettacolo è inserito in una serie di iniziative che il comune di Lucca, in collaborazione con ANPI e altre realtà, ha dedicato alla lotta contro il neofascismo: che dire? Speriamo. In una città che, da oltre dieci anni, registra periodici atti di violenza nera, forse ci si sta svegliando un po’ tardi, ma è pur sempre meglio che non farlo affatto. Peccato, diciamo così, che la recita sia al Teatro San Girolamo, altro spazio che dimostra l’insufficienza strutturale patita dalla Piana lucchese.
Nella stessa sera, a Pietrasanta, va in scena La cena dei cretini, con Nicola Pistoia nella doppia veste d’interprete e regista: non fremiamo.
A poca distanza, altra proposta, senz’altro più attraente (almeno per chi scrive): Elisabetta Salvatori torna a proporre La bella di nulla, racconto della vita di Giuseppina Silvestri, versiliese nata nel 1881 e, appunto, soprannominata bella di nulla. Lo fa “giocando in casa”, poiché ad ascoltarla sarà il pubblico di Villa Bertelli, a Forte dei Marmi, che si lascerà stregare dalla forza evocativa per una storia femminile sorprendente e a suo modo magica, tra memoria storica e passato familiare, dato che Giuseppina fu la bisnonna paterna della narrattrice. Lo consigliamo.
Riecco la prosa al Teatro del Giglio: da venerdì a domenica, le tre repliche per Il padre, testo di Florian Zeller per la regia di Piero Maccarinelli e l’interpretazione di Alessandro Haber, Lucrezia Lante della Rovere e David Sebasti. Una storia che parla di avvicendamento, di famiglia e delle contraddizioni che ne conseguono. Non ci stracceremmo le vesti, ma potrebbe essere interessante.
Spiace registrare anche quest’anno infelici sovrapposizioni tra spazi, tutto sommato, abbastanza vicini: domenica sera, a Barga, la stagione del Teatro dei Differenti propone Marco D’Amore con American Buffalo, testo di David Mamet; assieme al regista-attore reso celebre dalla serie Gomorra, due ottimi interpreti del calibro di Tonino Taiuti e Vincenzo Nemolato, talento cristallino frutto di quel bel progetto che è Punta Corsara (il gruppo teatrale nato a Scampia con l’aiuto di numerosi grandi teatranti contemporanei italiani), a nostro avviso uno tra i migliori attori della sua generazione.
Nella stessa sera, a Valdottavo, il Colombo ospita uno spettacolo che vorremmo assolutamente vedere ma che, invece, mancheremo, contando però sul racconto di qualche altro inviato arlecchino. Stiamo parlando dell’ultimo lavoro di Caterina Simonelli che, dopo aver metaforicamente affondato le mani nella propria storia famigliare con un personalissimo Real Lear, presenta Family affair, rilettura del mito edipico che vede in scena Davide Arena, Alessandro Balestrieri, Silvia Bennett e Lorenzo Torracchi. Contiamo di parlarvene.
Provincia di Pisa – Rossi, Santeramo e Schnitzler
Nella serata di giovedì, doppio debutto anche per Pisa e provincia, ma distanza, dimensioni e abitudini di pubblico autorizzano ampiamente la concomitanza. E, così, primo appuntamento per la bella stagione del Cinema Teatro Nuovo, a Pisa, in piazza della stazione: arriva Paolo Rossi. Dopo una serie di spettacoli (sempre apprezzabili!) abbastanza simili tra loro, il “milanese di Monfalcone” presenta L’improvvisatore 2, uno one man show dal sottotitolo eloquente: L’intervista a un anarchico gentile*, i suoi dei, la rivoluzione… e i cazzi suoi, spiegando, poco oltre, che «Per anarchico gentile non si intende qui un terrorista che prima chiede permesso e poi piazza l’esplosivo. Ma semplicemente un eversivo educato, per bene e assai generoso… cioè io». Sarà senz’altro divertente e, magari, ne riparleremo.
Stessa serata per il ritorno in scena (sino a domenica) di Il nullafacente, al Teatro Era: ne pubblichiamo adesso una recensione e, possibilmente, ve ne diremo ancora, giacché a margine di una replica dello spettacolo vista a marzo, abbiamo fatto qualche chiacchiera col suo autore, Michele Santeramo, e col regista, Roberto Bacci, sottoponendoli al nostro questionazzo. Se solo sbobinare non fosse così noioso… (scherziamo).
Infine, a Cascina, prosegue come se nulla fosse la stagione a La Città del Teatro: nella sera di sabato, in scena La signorina Else, con Martina Benedetti nella parte della protagonista e Livia Castellana in veste di regia. Ne sappiamo pochissimo, benché ci abbia colpito che, a distanza di poco tempo e poche decine di chilometri, siano state allestite due versioni (questa e quella di Lombardi-Tiezzi) del medesimo testo di Arthur Schnitzler.
Oltreconfine arlecchino – Pistoia caput mundi, ma non solo
Settimanona per il teatro, a Pistoia: tra martedì e giovedì, torna in scena Ci scusiamo per il disagio, piccolo capolavoro firmato da quei diavoli che sono Gli Omini. A ospitarli, addirittura il Manzoni e non i binari (location ideale e ottimamente sfruttata) della stazione. Chi non l’ha visto, rimedi, e chi l’ha visto, non disdegni di replicare.
Il tempo di smontare, e, sempre al Manzoni, da venerdì a domenica, ecco Odio Amleto, un lavoro che ci incuriosisce non poco: testo dello statunitense Paul Rudnick, riadattamento e regia sono di Alessandro Benvenuti che, per l’occasione dirige Gabriel Garko, Ugo Pagliai e Paola Gassman. A questo giro, sarà difficile, ma ci sarà senz’altro occasione.
Non finisce qua, perché, al Funaro, tra sabato e domenica, tre repliche per una produzione internazionale: Aladino, regia di Matej Forman (figlio di Milos) con la voce italiana di un altro amico d’Arlecchino quale Massimo Grigò. Da vedere assolutamente, voi che potete.
Cos’altro? Giusto: L’ora di ricevimento, testo di Stefano Massini, regia di Michele Placido, sarà alla Pergola di Firenze per tutta la settimana (lunedì escluso).
Per i melomani
Al Teatro dell’Opera di Firenze proseguono le repliche: mercoledì e domenica con La sonnambula di Bellini (Sebastiano Rolli sul podio, regia di Bepi Morassi), martedì e giovedì con La traviata (direttore John Axelrod, regia di Alfredo Corno).
Al Goldoni di Livorno, largo al Nabucco, venerdì e domenica: il capolavoro verdiano vedrà Marco Severi a dirigere e Gianmaria Romagnoli, in veste di regista.
E questo è tutto, si spera. Ma potrebbero esserci aggiornamenti.
Buon teatro.