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Da Collodi a Granata: il desiderio di un figlio

Sguardazzo/recensione di "Geppetto e Geppetto"

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Cosa: Geppetto e Geppetto
Chi: Tindaro Granata, Paolo Li Volsi, Angelo Di Genio
Dove: Firenze, Teatro di Rifredi
Quando: 03/11/2017
Per quanto: 71 minuti

C’era una volta un uomo, che desiderava tantissimo avere un figlio: decise, quindi, di costruire con le proprie mani un burattino di legno, affinché gli facesse compagnia. Il suo nome era Geppetto e la sua storia nasce dalla fantasia di Carlo Collodi nel lontano 1881. 235 anni più tardi, Tindaro Granata, talentuosissimo ed eclettico attautore (Arlecchino ne ha già detto) ne ricava una drammaturgia al cui centro sta la storia di un moderno Pinocchio, cresciuto da due padri, anch’essi desiderosi di avere un figlio nato dal proprio seme.

Fiumi di inchiostro sono stati versati per Geppetto e Geppetto, pièce ricca di riferimenti attuali e forte del premio Ubu 2016. Ne hanno scritto sventolando la bandiera arcobaleno, quando invero, dopo aver assistito a una replica presso il Teatro di Rifredi, si esce con un forte sentimento di “famiglia”. Il nudo palco vede la presenza di un tavolo, da cui sporgono tre cartelli (ognuno con una scritta: “a volte è agenzia”, “a volte è cucina”, “a volte è scuola”) che indicano la pluralità di luoghi di cui questo sarà parte. Lungo le quinte laterali, alcuni sgabelli su cui sosteranno gli attori non impegnati in scena. Questi indosseranno sempre delle t-shirt nere su cui è applicato il nome del personaggio interpretato.

Il tema familiare è da sempre caro al regista, basti pensare al suo primo allestimento Antropolaroid (2011), legato a doppio filo con il proprio vissuto: anche in Geppetto e Geppetto, i personaggi masticano una pronunciata cadenza sicula (soprattutto per quanto concerne il ruolo della madre), vezzo che regala al pubblico, sin dalle prime battute, l’occasione di copiose risate.

La storia della coppia di uomini alla ricerca di un figlio vede i due fronteggiare numerose difficoltà: dal concepimento alla crescita del bambino, dai problemi connessi ai diritti dei genitori alle ricadute sui pregiudizi della società. Molti i temi affrontati, tutti legati all’attualità, espressi attraverso un lavoro drammaturgico fortemente “classico”, che presenta al proprio interno tre diversi momenti, alla stregua di ipotetiche “cantiche”: una prima parte molto simile alla commedia, una seconda attinente al dramma, e l’ultima che denota tinte tragiche; la forte ironia di Granata, però, non condurrà mai lo spettatore a una funesta tristezza.

La drammaturgia si sposa con la regia nell’attimo stesso in cui vengono utilizzati due registri stilistici che vedono, in un dialogo o monologo, la compresenza, per lo stesso interprete, di interpretazione e narrazione: in alcuni momenti, s’impersona il carattere (azione soggettiva), in altri, si racconta in terza persona quel che accade (azione oggettiva). La fluidità del testo, ottima la partitura ritmica, è resa in scena dalla grande sintonia tra Granata e Li Volsi, i due Geppetto che portano avanti buona parte della piéce. Meno convincente la parte in cui il bravo Angelo di Genio, nei panni del protagonista Matteo in età adolescenziale, si rapporta con gli amici Walter (Carlo Guasconi) e Lucia (Lucia Rea): prevale il performativo e le scene risultano costruite (posizioni coreografiche prevedibili, litigi troppo calcati) e meno efficaci rispetto alla linearità della prima parte.

Sicuramente, si tratta di uno spettacolo da vedere, non tanto per il legame alla stepchild adoption o per gli audio imbarazzanti dei partecipanti al Family Day (che hanno una funzione d’intermezzo comico-grottesco tra una scena all’altra), quanto per assaporare le tinte di un’efficace drammaturgia contemporanea.

VERDETTAZZO

Perché:
Se fosse... un gesto sarebbe... un abbraccio

Locandina dello spettacolo



Titolo: Geppetto e Geppetto

scritto e diretto da Tindaro Granata
con Alessia Bellotto, Angelo Di Genio, Tindaro Granata, Carlo Guasconi, Paolo Li Volsi, Lucia Rea, Roberta Rosignoli
regista assistente Francesca Porrini
allestimento Margherita Baldoni
luci e suoni Cristiano Cramerotti
movimenti di scena Micaela Sapienza
coproduzione Teatro Stabile di Genova, Festival delle Colline Torinesi, Proxima Res
si ringrazia la Rassegna Garofano Verde – XXII edizione Roma


Geppetto e Geppetto è una storia inventata, partorita, dalla mia fantasia e dalle paure della gente che ho incontrato per strada, parlando di figli nati da omosessuali… Ecco! C’è già l’inghippo, non posso iniziare così! Se scrivo che questa storia è nata da Fantasia (femmina) e da Paure (femmine) può sembrare che il testo sia 'di parte'. Allora, diciamo che Geppetto e Geppetto è nato dalla mia fantasia e dai dubbi della gente che ho incontrato per strada, parlando di figli nati da omosessuali… Ma c’è sempre il problema di una nascita da Fantasia (femmina) e da Dubbi (maschi), i dubbi potrebbero essere 2, 3 o addirittura 4… non oso pensarne più di 4! Sempre peggio. Cambio l’origine del concepimento: Geppetto e Geppetto è nato dal mio estro e dal desiderio di capire che la genteeeee… Estro e Desiderio sono entrambi di genere maschile! Mammuzza mè (Mamma mia)! È meglio che non si pensi ad un genere di racconto fatto di generi o di parti stabilite da registi, da autori, dalla società o dalla natura, no! Questa non è la storia universale di tutti i figli nati da coppie omosessuali. Non è la storia di una bandiera spinta dal vento del 'pro' o da quello del 'contro', chi se ne frega! Questa è la storia di un papà che vuole fare il papà e di un figlio che vuole fare il figlio: tra i due, all’apparenza, manca solo una mamma. È la storia di uno scontro tra due uomini, uno giovane e uno adulto, che cercano entrambi il riconoscimento di una paternità, che non può avere la stessa funzione che ha in una famiglia eterosessuale. È il desiderio di un Geppetto di farsi amare da un figlio che non è sangue del suo sangue, ma generato dal seme del proprio compagno. È il desiderio di un ragazzo di ritrovare una figura paterna, vissuta nell’assenza di una figura materna, che lo possa accompagnare nel mondo degli adulti senza il peso della mancanza. È possibile che 1 Geppetto + 1 Geppetto possano fare = 1 figlio? Certo che è possibile, come è possibile che 1 Fatina + 1 Geppetto possano fare = 1 figlio! Anzi, sarebbe più facile, ma la storia avrebbe gli stessi problemi dei due Geppetti, se non ci fosse amore, l’importante in queste storie è l’amore per i figli; "se ci sarebbe più amore…" dicono i personaggi di questa storia. Ecco, "se ci sarebbe più amore" è la storia di Geppetto e Geppetto. Tindaro Granata

Francesca Cecconi
Da attrice a fotografa di scena per approdare alla mise en espace delle proprie critiche. Under35 precaria con una passione per la regia teatrale. Ha allestito una sua versione di Casa di bambola di Ibsen. Se fosse un’attrice: Tosca D’Aquino per somiglianza, Rossella Falk per l’eleganza, la Littizzetto per "tutto" il resto.