Io, che sono Arlecchino, ho sentito spesso parlare di “teatro digestivo”: lo spettatore dopo aver mangiato ha bisogno di starsene a riposo e “fare il chilo” (beninteso, se i teatri si decidessero a far iniziare gli spettacoli alle ventidue anziché nell’immediato dopocena, parte del problema si risolverebbe).
Nel tepore della sala si accuccia, grato alle tenebre che lo proteggono da sguardi accusatori, e metabolizza qualunque polpettone.
Ma che ci provi, l’ingordo spettatore, a digerire il mio, di polpettone.
IL POLPETTONE DI ARLECCHINO PER IL MARTEDÌ GRASSO
Ingredienti per 8 persone
– 1 larga fetta di fesa di tacchino (500-600 g)
– 80 g di prosciutto crudo
– 150 g di polpa di maiale tritata
– 1 uovo
– 2 cucchiai di parmigiano tritato
– 3 fette di pancarrè
– mezza cipolla
– 1 mazzetto di prezzemolo
– 250 ml di vino bianco secco
– 1 rametto di rosmarino
– 2 foglie di salvia
– 1 cucchiaio di burro
– sale e pepe q.b.
Preparazione
Stenderete sul piano di lavoro la fesa e vi adagerete sopra le fettine di prosciutto.
Raccoglierete in una fondina la polpa di maiale tritata insieme con il pancarrè precedentemente ammollato in acqua e strizzato.
Mescolerete l’uovo, il parmigiano (facendo attenzione a non eccedere), il prezzemolo e la cipolla tritati, aggiungendo sale e pepe.
Manipolerete l’impasto fino a rendere il tutto ben amalgamato.
Formerete quindi un grosso polpettone allungato e ben compatto, che sistemerete sulla fetta di fesa.
Arrotolerete il tutto e legherete strettamente con dello spago per alimenti, includendo nella legatura la salvia e il rosmarino.
Rosolerete il rotolo nel burro, rigirandolo da tutti i lati. Poi innaffierete con il vino bianco, alzando la fiamma.
Una volta sfumato il vino, toglierete il rotolo dal fuoco e lo cuocerete in forno per un’ora (200-220°).
Taglierete a fette il polpettone e infine servirete caldo con il sugo di cottura.
Buon appetito.