A volte, ci diciamo che il Calendazzo dovrebbe bastare e avanzare, ma poi pensiamo ai nostri veri lettori (essenzialmente gli uffici stampa) e ci impietosiamo. Non è vero: con nostra somma sorpresa, nelle ultime settimane abbiamo avuto la dimostrazione che i consigliazzi (di cui il pezzo che state leggendo è un esempio, distratti che non siete altro) sono sia letti sia, talvolta, attesi, vuoi con trepidazione vuoi con curiosità. Probabilmente per capire quale fesseria c’inventeremo e, soprattutto, a chi faremo vorticare i testicoli (tanto per farci tacciare di sessismo). La settimana prima del rush vacanziero è ricca di appuntamenti, quindi, bando alle ciance.
Lucca e provincia – Arance, famiglie e favole assortite (tra Sherazade e Collodi)
Ultimo appuntamento, mercoledì sera a Porcari, per la rassegna Sguardi oltre i confini organizzata da SPAM! In scena, Marco Chenevier con Questo lavoro sull’arancia, cui seguirà un’improvvisazione con Ilenia Romano a danzare e il chitarrista/polistrumentista Claudio Riggio a duettare con lei. Andremo senz’altro e, con tutta probabilità, ne scriveremo, avendo ancora ben impresso il divertentissimo Quintetto di Chenevier visto (e sguardazzato) circa un anno fa. Siete avvertiti.
Qualche chilometro più in là, stessa sera: al Puccini di Altopascio ecco Isabella Ferrari e Iaia Forte impegnate in Sisters. Come le stelle nel buio, nuova produzione che, sino a qualche giorno fa, lo assicuriamo, s’intitolava soltanto Come le stelle nel buio. Misteri. La regia è di Valerio Binasco, il testo di Igor Esposito, per una commedia amara sul confronto tra due sorelle.
La sera successiva, giovedì, a Camaiore (Teatro dell’Olivo), arriva Io ci sono, spettacolo di teatro civile (sorridiamo sempre a questa definizione, agognando il momento in cui troveremo un artista a proporre teatro incivile) tratto dall’omonimo romanzo di Lucia Annibali e Giusi Fasano. La regia è di Andrea Bruno Savelli, affiancato in scena da Alice Spisa, Valentina Chico e Amerigo Fontani. Ne sappiamo poco, ma non siamo tentati.
Grande attesa a Lucca, per il ritorno in scena del Teatro Del Carretto: da venerdì a domenica, al Teatro del Giglio sarà possibile rivedere Pinocchio, titolo tra i più apprezzati della storica compagnia lucchese. Sono passati undici anni dalla prima assoluta, ma la memoria è vivida, nonché felice, per uno spettacolo che ha veramente girato il mondo, arrivando dal Giappone agli Stati Uniti. Speriamo che un arlecchino ve ne possa parlare. Come antipasto per la tre-giorni di fine settimana, giovedì sera, il gruppo di Maria Grazia Cipriani tornerà in scena, ai Coraggiosi di Pomarance (PI), con Le mille e una notte, allestimento di due stagioni or sono e che all’epoca abbiamo documentato in più occasioni (una, due e tre).
Pisa e provincia (e pure Pistoia) – Chi più ne ha, più ne metta
Intensa la settimana scenica in provincia di Pisa: si parte mercoledì a Santa Croce sull’Arno con l’interessantissimo American Buffalo, che vede impegnati Marco D’Amore, Tonino Taiuti e Vincenzo Nemolato, tris d’attori che (in particolare quest’ultimo) apprezziamo davvero tanto.Peccato essere altrove. Per chi volesse ricuperare, lo spettacolo si trasferirà al Manzoni di Pistoia, da venerdì a domenica. Ora lo sapete.
Sempre nella sera di mercoledì, a La Città del teatro di Cascina, ecco tornare in scena un autentico “spettacolone”, dato che si tratta di un allestimento del 1999 e che, nel corso degli anni, ha totalizzato un numero di repliche ragguardevolissimo.
È Copenhagen, testo di Micheal Frayn, diretto da Massimo Avogadro, con un vero tris d’assi in scena: Giuliana Lojodice, Umberto Orsini e Massimo Popolizio. Dramma che unisce teatro, storia della fisica e, ovviamente, storia tout court, Copenhagen mette in scena il confronto tra Niels Bohr e Werner Heisenberg e, già da tempo, può essere considerato un autentico “classico contemporaneo”. Da vedere.
La sera successiva, giovedì, tutti al Cinema Teatro Nuovo di Pisa per Petì glassé: immaginiamo una sorta di reductio, da parte degli Omini, del Gran glassé portato in giro nei mesi passati assieme agli eXtraLiscio, superorchestra punk da balera: siamo intuitivi, vero? Conoscendo Rotelli, Sarteanesi e Zacchini, ci sentiamo di garantire anche senza aver visto: anzi, magari ci andiamo e ve ne parliamo.
La sera di venerdì, sin troppa roba: Michela Cescon, al Teatrino dei Fondi/Quaranthana di Corazzano, con Talking heads, dal cui titolo possiamo immaginare qualcosa. A Lari, la Taverna Al Provino (bel nome) ospita La chiamai Poderosa, e anche qui, il riferimento a Ernesto Che Guevara è a dir poco evidente: il progetto è di Giovanni Balzaretti, realizzatori e interpreti sono, invece, Francesca Pompeo e Roberto Molesti.
Per questa serata (e sino a domenica), però, la nostra personalissima preferenza va alla prima nazionale di Mauser, per la nuova stagione del Teatro di Buti: il testo di Heiner Müller (nella foto qui a sinistra), regia dell’amico Dario Marconcini, in scena, Giovanna Daddi, Paola Marcone (altra nostra conoscenza che ritroviamo finalmente al lavoro) e Paolo Buscarino, assieme ad altri sette attori. Interessante, la produzione siglata ButiTeatro, unione di due realtà locali quali Associazione Teatro di Buti e BubamaraTeatro. Andremo, speranzosi, e vi diremo.
Doppia data per la stagione di teatro liquido diretta da Andrea Kaemmerle e proposta da Guascone Teatro: a Bientina (Teatro delle sfide) e Casciana Terme (Teatro Verdi), rispettivamente venerdì e sabato, sarà di scena il bravo Ugo Dighero con Platero y yo, dai testi di Juan Ramón Jiménez sull’asinello Platero. Ci sarà da ridere. Nella sera di sabato, ancora teatro a Lari, presso il Comunale: il titolo, L’importanza di lavarsi presto, in ostentata assonanza con una celeberrima commedia di Oscar Wilde, incuriosisce, ma ne sappiamo poco.
Chiudiamo la sette-giorni pisana, con il Teatro Verdi del capoluogo, che ospita uno spettacolo che abbiamo già visto e commentato: ci riferiamo a Nudi e crudi, regia di Serena Sinigaglia, con Maria Amelia Monti, Paolo Calabrese e Nicola Sorrento, attore che non conoscevamo e che, in uno spettacolo assai gradevole e non banale, è stato colui che meglio ci ha impressionato, senza niente togliere ai due bravi colleghi di palco. Detto ciò: lo consigliamo volentieri.
Oltreconfine – Latini e Però a Prato, Cecchi e Santeramo a Firenze (più o meno), L’avaro a Massa
Prosegue, al Fabbrichino di Prato, la tenitura di Quartett, altro testo di Heiner Müller, per la regia di Roberto Latini. In scena, però, non vi sarà il teatrante romano, bensì la coppia formata da Valentina Banci e Fulvio Cauteruccio, per un autentico e labirintico tributo al teatro. Abbiamo già visto e ne scriveremo al più presto: nel frattempo, ve lo raccomandiamo, ricordando le repliche sino al 17 dicembre.
A pochi metri di distanza, nella più ampia sala del Fabbricone, altro lavoro di sicuro interesse: ci riferiamo a Playing Strindberg, regia Franco Però, con Maurizio Donadoni e Maria Paiato. Commedia firmata nel 1969 dallo svizzero Friedrich Dürrenmatt, Playing Strindberg è una specie di riscrittura giocosa (e dunque profondamente teatrale) di Danza macabra, testo da annoverare tra i “classici contemporanei”, scritto per l’appunto da August Strindberg.
A Firenze, la Pergola è pronta a salutare uno tra i più geniali teatranti nati nella città del giglio, vale a dire Carlo Cecchi, fiorentino di nascita, partenopeo (lato eduardiano) di adozione. Da martedì a domenica, ecco il pirandelliano Enrico IV, altro “classico” che, immaginiamo, l’artista piegherà giustamente secondo le proprie corde e la propria personalissima visione della scena. Ad andare, non c’è da pentirsi, specie se si ha la fortuna di trovarlo in serata buona.
Di certo, non ci si pente ad andare al Teatro Studio di Scandicci, dove approda, fresco fresco di debutto pontederese (ne parleremo in questi giorni) Michele Santeramo con il suo Leonardo da Vinci. L’opera segreta. Ci è piaciuto proprio assai e, quindi, vi ci mandiamo, da giovedì a domenica, consigliandovelo e rimandandovi allo sguardazzo prossimo venturo.
Classico per classico, chiudiamo con Molière, dato che L’avaro, nella rilettura di Ugo Chiti e Arca Azzurra, approda sulle tavole del Guglielmi di Massa. Lo sguardazzo su questo allestimento è “in canna”, pronto per essere pubblicato, sperando presto di poterlo affiancare pure al questionazzo arlecchino che, da tempo, il protagonista Alessandro Benvenuti “ci deve”. In ogni caso, visione che merita.
Fate i bravi, ché tra poco è Natale (si aggiungano imprecazioni a piacere).