Caper movie è il nome di quel sottogenere cinematografico che racconta storie in cui un gruppo di individui – generalmente si tratta di amabili delinquenti, come gli undici di Billy Ocean nella serie di Steven Soderbergh – pianifica e mette in atto un colpo criminale. Non crediamo che esista una categoria analoga nel repertorio teatrale; se vi fosse, Il rapimento, commedia scritta da Ugo Notto nel 2009 e messa in scena con inappuntabile brillantezza dal Gruppo Zerowatt, vi apparterrebbe senz’altro.
Davanti alla luminosa superficie di un armadio a quattro stagioni procede a ritmo serrato la vicenda di un manipolo di personaggi (un po’ Soliti ignoti, per la comica imperizia, un po’ Trettré, per la cadenza partenopea) riuniti dall’indole viziosa, e dal proposito di rapire Giuseppe Fiorello: l’obiettivo è rimediare, con i soldi del riscatto, ai debiti contratti.
L’armadio in questione, bianco, altissimo, non è un semplice sfondo scenografico, ma un attivatore di situazioni comiche, come nella più nobile tradizione della pochade. Ad una ad una le ante, che scopriamo essere porte, si aprono lasciando entrare e uscire ora le mogli dei protagonisti, ora un bravaccio convocato per impartire improbabili lezioni di sequestro, ora l’ispettore di polizia che indaga sulla sospette manovre dei rapitori.
Il popolare attore siciliano invece non appare mai. Se ne sente solo la voce registrata, in una serie di fittizie conversazioni telefoniche durante le quali i quattro improvvisati rapitori cercano di attirarlo, invano, in uno sperduto bar di periferia. Invano, poiché l’attore si nega sistematicamente, scatenando iperboliche reazioni di disappunto nella banda. Si tratta di momenti irresistibili, grazie soprattutto all’interferenza comica per cui le frasi pronunciate da Fiorello sono prelevate da alcune sue fiction di successo (crediamo di aver riconosciuto Volare, Joe Petrosino, La leggenda del bandito e del campione).
Immune da presunzioni e pretenziosità, devianze tipiche del più ambizioso teatro di ricerca, la regia di Bruno Bravo si attiene alla lettera al testo scritto da Notto, consegnandolo al suo gruppo di attori. Tuttavia, la diseguale esperienza dei membri della compagnia fa sì che il maggior peso della messinscena gravi sulle spalle forti di Giammario Continuo, che i più ricordano come spalla comica di Avio Getto nel formidabile duo cabarettistico Getto Continuo: la sua furia pantoclastica nel veder mortificati i tentativi delinquenziali e le moine guittesche con le quali cerca di difendersi dalle angherie della moglie (la giunonica Annabella Di Pavia) tengono in piedi la godibilissima commedia fino all’inevitabile e agrodolce finale.
Molti, molti applausi da parte dei numerosi spettatori riuniti nel restaurato Teatro Antipentola di Cinigiano.
Non sparate su Beppe Fiorello
Sguardazzo/recensione di "Il rapimento"
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Cosa: Il rapimento
Chi: Bruno Bravo, Giammario Continuo, Annabella Di Pavia
Dove: Cinigiano (GR), Teatro Antipentola
Quando: 30/03/2015
Per quanto: 100 minuti
VERDETTAZZO
Perché: Sì
Se fosse... un parente sarebbe... un fratello
Locandina dello spettacolo
Titolo: Il rapimento
di Ugo Notto
adattamento e regia di Bruno Bravo
con Giammario Continuo, Annabella di Pavia, Ario Semita, Quinto Tordivalle
luci Stelvio Dinamite
produzione Gruppo Zerowatt