S’inizia a finire: parliamo dei cartelloni invernali di una stagione che, per quanto abbiamo potuto vedere, conferma la tendenza a una separazione stagna tra spazi con risorse e non, spazi con “visioni” e non. Fare bel teatro non necessariamente richiede ingenti somme di denaro, ma, senza visione, poco o nulla di buono s’imbastisce. E ci fermiamo qui, per dar conto della settimana.
Lucca e provincia – Comicità (intelligente) e non solo
La sera di lunedì 25, con Tullio Solenghi e la sua rilettura del Decameron, si chiude la stagione del Teatro dei Rassicurati in quel di Montecarlo. Che dire? Sempre troppo breve, e ci dispiace: non è certo una critica per chi, con impegno e amore, contribuisce sensibilmente a tenere in piedi la baracca, da quelle parti; la fatica è tanta e tre mesi pieni di stagione, con esiti peraltro sempre positivi, non sono assolutamente poco. Ci piacerebbe, lo dichiariamo, vedere un attore che ci ha spesso fatto molto ridere e che, dalle premesse, dovrebbe garantire un divertimento intelligente anche in questo caso. Peralto, Solenghi sarebbe un ottimo interlocutore pure per il questionazzo arlecchino, ma non si può arrivare ovunque e, a proposito di questionazzo, ne leggerete presto di belle. Digressioni a parte, andateci, se potete e se ancora trovate i biglietti.
Tre appuntamenti in provincia, la sera di mercoledì 27: a Pietrasanta (Comunale), di scena Spogliati nel tempo con Renato Raimo; conosciamo l’attore, peraltro volto abbastanza noto per chi segue un certo tipo di narrazione televisiva italiana, non conosciamo questo lavoro, per quanto l’impressione sia di non essere esattamente il “pubblico ideale” di questo tipo di operazioni. Ma lo snobismo ci urta e, dunque, ve ne parliamo, esortandovi a interessarvene.
Di là dal monte, all’Alfieri di Castelnuovo Garfagnana, ecco Viktor und Viktoria con Veronica Pivetti, allestimento già trascorso a Pistoia, e che dovrebbe meritare la visione (ma il confronto col film è comunque complicato). In ogni caso, la nostra preferenza per la serata va, senza dubbio, alla programmazione dello Jenco di Viareggio: pochi artisti, a nostro parere, possono competere, sotto molti punti di vista, con Lucia Poli, per classe, bravura attorica, intelligenza autorale e ricchezza di spunti, in un teatro che sempre “si offre” allo spettatore, senza mai sottovalutarlo né rischiare di respingerlo. A leggerne le note, Animalesse ci pare un interessante pout-pourri in grado di unire arguzia e sorriso, con tanto di accompagnamento musicale. Siamo davvero tentati.
Addirittura quattro (forse) proposte per giovedì 28: al Puccini di Altopascio, ecco Augusto e Toni Fornari con La casa di famiglia, mentre, a poca distanza (Capannori, spazio Artè), Enrico Lo Verso dovrebbe portare la sua rilettura delle Metamorfosi; scriviamo dovrebbe perché sappiamo per certo che la recita della sera successiva (al Pacini di Pescia) è saltata a causa di impegni televisivi dell’attore. Chissà. Tempo di commedia a Camaiore (Olivo) con Alle 5 da me, protagonisti Gaia De Laurentiis e Ugo Dighero: il testo è di Pierre Chesnot, la regia di Stefano Artissunch, le musiche della mitica Banda Osiris, come a dire che gli ingredienti ci sono tutti per una serata divertente e non banale.
Qualche chilometro più in là, infine, a Seravezza (Scuderie Granducali), un allestimento che vorremmo vedere, pur temendolo: Francesco Mattonai porta in scena Il richiamo della salita, storia di Marco Pantani; chi scrive, ama lo sport, ivi compreso il ciclismo, e l’epopea scespiriana del grimpeur romagnolo è, pure per questioni meramente biografiche, ben stampata in cuore e memoria; non di meno, il rischio che queste operazioni hanno di cadere o nello retorica o (peggio) nello sciacallaggio, è altissimo, anche perché, rispetto ad altri ciclisti portati in scena (pensiamo a Gino Bartali, sia nel lavoro del toscanissimo Francesco Dendi sia in quello dei lombardi Luna e GNAC Teatro), quello del Pirata è, tuttora, un caso spinosissimo. Ci duole assai, peraltro, esserci perduti la traduzione in scena del Teatro delle Albe, chissà che non la si recuperi, prima o poi. Tutto questo, per dire, che, in ogni caso, l’allestimento a Seravezza ci attira, e molto.
Si arriva a sabato 30, con un’ottima proposta di scena all’Accademico di Bagni di Lucca: arriva il Tartufo molieriano per la regia di Roberto Valerio, artista che da anni apprezziamo. Operazione interessante, con un volto noto quale Giuseppe Cederna (fu uno dei primi cui sottoponemmo il questionazzo!) nei panni del protagonista, assieme alla solida compagnia (Valentina Sperlì, lo stesso Valerio, Massimo Grigò) che, da anni, troviamo impegnata nelle produzioni dell’Associazione Teatrale Pistoiese. Lavoro che ha debuttato da qualche settimana e che non fatichiamo a immaginare senza dubbio pregevole.
La stessa sera, con la replica pomeridiana di domenica 31, è con Shrek il musical che chiude il cartellone principale del Teatro del Giglio, a Lucca. L’operazione è accompagnata pure dal “marchio” del Lucca Teatro Festival – Che cosa sono le nuvole?, giunto alla sua quinta edizione. Per quel che concerne l’allestimento, non si tratta di certo del genere che prediligiamo, ma non fatichiamo a immaginare la sala gremita, dato il titolo e pure la peculiare tipologia di operazione. Così è.
Pisa e provincia – Tradizione, tecnologia e molto altro
Il primo appuntamento in provincia pisana è al Teatro Era di Pontedera, martedì: si tratta del Don Chisciotte di Francesco Niccolini, che rimarrà a Pontedera anche mercoledì e sarà invece venerdì al Teatro Verdi di Santa Croce sull’Arno. Vi abbiamo già parlato dello spettacolo nei consigli della settimana scorsa, fino a ieri infatti l’allestimento ha sostato presso il Teatro della Pergola di Firenze. Se ancora aveste dubbi, vi rimandiamo alla sapiente recensione della nostra Francesca Cecconi.
Giovedì abbiamo una sola proposta, particolarmente gustosa. Alla Città del teatro di Cascina, Davide Carnevali si avventura nella difficile landa della pedagogia per l’infanzia, dando vita a Maleducazione transiberiana, spettacolo che chiama in causa grandi nomi quali Fourier, Benjamin, Brecht, per ragionare sul rapporto tra infanzia e marketing. «Si tratta, in definitiva, di mettere in mostra – e, soprattutto, in ridicolo – i meccanismi di costruzione delle narrazioni e il modo in cui esse sono utilizzate per manipolare il comportamento del bambino, determinando il suo ruolo come produttore e consumatore nell’economia di mercato».
A Pomarance (Teatro dei Coraggiosi) va in scena un lavoro che riflette sulla giustizia, sulla mafia e, questo sì particolarmente interessante, sulla responsabilità individuale e delle sue ricadute sulla collettività. Nino De Masi. Il potere dei senza potere parte dalla vicenda personale di Antonino de Masi per sviluppare una riflessione più ampia. «Uno spettacolo di teatro civile che combina denuncia, satira, poesia, musica e canzoni, in un gioco straniato e umoristico che riesce a coinvolgere direttamente lo spettatore». L’allestimento, di Rosanna Magrini, vede sulla scena Lorenzo Bartolini, Elisa Proietti e Stefano Tognarelli.
In vista del fine settimana, cominciamo ritornando sabato a Cascina, per Glimpses of cities, di Nicola Pianzola, regia di Anna Dora Dorno, gruppo Instabili vaganti. Partendo dalle Città invisibili di Calvino, e in particolare dall’affermazione «la crisi delle città… è l’altra faccia della crisi della natura», da cui viene elaborata «un’indagine sulla complessa relazione tra due istanze, spesso, violentemente contrapposte: biologico e artificiale, che si estrinseca, nella scena contemporanea, nella relazione tra analogico e digitale, nel rapporto tra l’organicità dell’uomo e del performer e le nuove tecnologie».
Sia sabato sia domenica al Teatro Rossini di Pontasserchio sarà possibile assistere a una performance doppia tutta al femminile: Double face & Disfida armonica. Double face è una performance del Duo Edera, composto da Claudia Bandecchi e Elisa Drago. «Lola e Olivia, attrici-acrobate, che dopo anni di spettacoli assieme, arrivate ai ferri corti, sono pronte a creare il caos in scena e tra il pubblico. In un climax di capricci e comicità fra terra e aria, alla fine, le due donne, si renderanno conto che la loro forza sta nell’aggrapparsi l’un l’altra, affrontando insieme le cadute della vita!».
Disfida armonica è invece uno spettacolo di clown musicale delle Belle di Mai, Alice Casarosa e Irene Rametta. Le due grottesche artiste si fronteggiano in una battaglia all’ultima nota, per scatenare le risate del pubblico.
Domenica arriviamo finalmente in città: al Teatro Verdi di Pisa va in scena La fiaba della principessa Turandot, una rielaborazione fiabesca delle vicende della nota principessa a cura di Renzo Boldrini e Claudio Proietti. L’adattamento prevede molte modifiche alla storia originale, per permettere una focalizzazione sull’incontro/scontro «fra generi, identità, punti di vista, lingue e culture, fra quotidiano ed esotico, consueto e straniero. Tema antico ma quanto mai attuale anche fra i ragazzi che vivono un momento storico segnato da un mondo sempre più globalizzato e caratterizzato da una sempre più profonda trasformazione interculturale».
Sempre domenica vi segnaliamo una performance che ci sta particolarmente a cuore: al Teatro Rossini di Casciana Alta ci sarà Pisa68, di Marco Azzurrini. Ad accompagnare il narratore nel suo racconto degli eventi che si susseguirono nella provincia pisana nel 1968, ci sarà l’ex arlecchino, qui chitarrista, Alessandro Cei. «Tra canti di protesta (significativi quelli del Canzoniere Pisano) e le canzoni di Sergio Endrigo, lo spettacolo ci porta nel quotidiano di un anno “mitico”, dove, tra l’altro il Pisa Sporting Club raggiunse per la prima volta nella sua storia la serie A».
Per finire, a Casciana Terme (Teatro Verdi) potreste (forse) assistere all’Uno nessuno centomila di Alessandra Pizzi, con Enrico Lo Verso. Il dubbio è il medesimo riportato sopra riguardo alla disponibilità dell’attore. In ogni caso, ve ne abbiamo parlato in diversi consigliazzi precedenti a questo, non aggiungiamo quindi nessuna considerazione ulteriore per non tediarvi: noi consigliamo.
Oltreconfine & lirica – Attese, cancellazioni e donne
Sul fronte lirico si ricordano le ultime proposte al Maggio Musicale Fiorentino prima dell’omonimo festival (liberi voi di indovinare in che mese sarà), come vi abbiamo già annunciato la settimana scorsa. Vi ricordiamo le due repliche (martedì e giovedì) di Il barbiere di Siviglia con la (storica) regia di Damiano Michieletto e, mercoledì sera, l’ultima occasione per vedere La clemenza di Tito diretta da Federico Maria Sardelli.
Restiamo a Firenze per segnalare, da martedì a giovedì, che alla Pergola andrà in scena l’Aspettando Godot per la regia di Maurizio Scaparro. Lo spettacolo con Antonio Salines, Luciano Virgili, Edoardo Siravo, Fabrizio Bordignon e Gabriele Cicirello sostituisce Marco Polo che, sempre per la regia di Scaparro, era previsto per questa settimana. Ve lo consigliamo, anche perché (stranamente) le occasioni per vedere in scena il capolavoro di Samuel Beckett sono più rare di quanto si pensi.
Una settimana tutta al femminile per le proposte in quel di Prato. Al Metastasio, lunga tenitura di Troiane. Frammenti di tragedia: dopo l’Orestea di due settimane fa («si parla d’un capolavoro», ma noi l’abbiamo perso) ancora tragedie greche. La compagnia Mitipretese firma collettivamente drammaturgia e regia per questa trasposizione da Euripide (ma non solo). Le troiane sconfitte, in attesa di essere spartire come un bottino di guerra, sono interpretate da Manuela Mandracchia, Liliana Massari, Alvia Reale e Sandra Toffolatti. Da martedì a domenica
Intanto, al Fabbricone, sabato pomeriggio sarà in scena Claudia Marsicano (recentemente apprezzata in Tropicana) nel suo one-woman-show R.OSA, che aspettiamo di vedere da un po’ di tempo (e il 6 aprile sarà a Pisa, per Teatri di Confine). La coreografia di Silvia Gribaudi «mette al centro una sfida, quella di superare continuamente il proprio limite. R.OSA è in atto una rivoluzione del corpo, che si ribella alla gravità e mostra la sua lievità». Siamo sulla soglia dell’imperdibile.
Che la primavera non vi faccia venire strane idee: continuate a seguirci.
Le rondini sono sopravvalutate.