Siamo stati assenti, ma rieccoci qua, un po’ come i vaccini anti-influenzali per gli anziani. È
dura l’era contemporanea, sempre più rapida, iper-connessa, proattiva, in cui ogni giorno vengono generate quantità di informazioni difficilmente processabili tanto da una mente singola quanto da un gruppuscolo quale siamo.
Veniamo al teatro, nostra ragion d’essere, magari non in senso individualmente biografico, ma senz’altro sotto il profilo redazionale: abbiamo saltato a piè pari i festival estivi, e un po’ ci spiace, al di là delle ironie sui critici (non tutti, non tutti…), lestissimi nell’affrontar autentiche tournée vacanziere presso le amene località ove s’organizzano rassegne, scambiando in maniera talvolta non eccessivamente ponderata succose articolesse per prebende (in generale: vitto e alloggio, raramente danaro).
Non che li si invidii né che ci spiaccia festivaleggiare, o far bisboccia con gli artisti che ci stanno simpatici: ma a questo giro non è accaduto, e i vari inviti recapitatici (alcuni persino bizzarri, ma tralasciamo) hanno ricevuto puntuali risposte, per quanto negative. Qualcuno ha pure apprezzato le medesime (non per i dinieghi), confermando l’impressione formataci a proposito delle risposte a certe comunicazioni via mail: sono più rare degli unicorni. Effettivamente, ne abbiamo prove provate qui: l’ultimo paragrafo attende ancora evoluzioni (così come la sua pittoresca quanto irrinunciabile appendice giudiziaria).
Ritorniamo in pista e ci rimoduliamo: in senso essenzialmente geografico, perché il Calendazzo è e resta sempre una delle sezioni di cui andiamo più orgogliosi, ma le difficoltà di monitoraggio e continuo aggiornamento son più che concrete, spingendoci a pensare che restringere ancora un poco l’area geografica possa rappresentare una garanzia di maggior completezza.
L’Arlecchino, dunque, si ritira (speriamo temporaneamente) a Lucca, assicurando la supervisione completa e totale della relativa provincia, corredata, inoltre, dai programmi di alcuni spazi a essa esterni; nella fattispecie, per quanto concerne Pisa e provincia, il cittadino Verdi, gli altri spazi all’ombra della torre pendente, il Teatro Era, e poi Sfide (Bientina), Verdi (Casciana Terme), Francesco di Bartolo (Buti) e Fondi/Quaranthana (Corazzano); oltre a questi, Manzoni e Funaro in quel di Pistoia, più i vari luoghi scenici pratesi legati al Metastasio.
Non è poco, ve lo assicuriamo.
Restano fuori un po’ di piccoli spazi della (vastissima) provincia pisana, l’area fiorentina (dalla Pergola agli apprezzabilissimi Rifredi e Florida), ma ci ripromettiamo, di volta in volta, di riportare, all’interno dei singoli consigliazzi, eventuali appuntamenti notevoli. Ripetiamo: non è poco.
Nel frattempo, abbiamo visto qualche spettacolo di cui vogliamo parlare, e in settimana inizieranno a essere pubblicati nuovi sguardazzi, oltre a rimpinguare quello omnibus anticipato a mezza estate e che vorremmo continuare ad ampliare. Infine, un po’ alla chetichella, annunciamo presto il debutto di qualche nuovo arlecchino su questi schermi, anzi, di qualche nuova arlecchina. Vedrete.
I consigliazzi veri e propri, infine, riprenderanno la prossima settimana e saranno pubblicati la sera di domenica 6 ottobre.
Buon teatro, e ricordatevi di noi.