ARCHIVIO SPETTACOLI
Svegliami, Santeramo-Bacci (2019)
Titolo: Svegliami
“Questa è la storia di una famiglia.
Moglie, marito, suo fratello. Una famiglia affogata nei rancori e nella ripetizione. I cui rapporti interni sono fatti di odio ben piantato, profondo. Di sopportazione, di violenza portata alla volontà dell’omicidio.
Le presenze sono troppo ingombranti, e quando diventa impossibile vivere bene, quando le persone che vedi ogni giorno sono quelle che sei costretto a vedere ogni giorno, allora le reazioni possono essere estreme.
Gente che non si è scelta, che è capitata, gente alla quale si è legati da un solo legame affettivo che ha a che fare col dovere dell’affetto, il nucleo delle insoddisfazioni e della violenza, il luogo primigenio dell’insofferenza.
Se ne fa un gran parlare, di proteggere le varie forme di famiglia, come se questo dovesse essere necessario alla felicità.
In scena, qui, tre personaggi dimostrano la necessità dell’evasione da quella prigione di affetti.
La libertà dalle cose è indispensabile. L’assenza di legami è a volte alla base della costruzione di legami veri e scelti.
Questi tre non sono soltanto costretti a stare insieme dai legami di sangue. Lo fanno anche perché condividono lo stesso lavoro.
Si sopportano ogni giorno e ogni notte, al lavoro e nelle pause, nella progettazione dei sogni e nella loro realizzazione.
Sono teatranti: una compagnia di giro che li costringe a lavorare sotto le direttive di uno di loro, convinto che il teatro sia ancora il posto nel quale, a cercar bene, si possa trovare qualcosa di vero.
Una famiglia.
Il contesto inventato dalla violenza per affermarsi incontrastata”.
Michele Santeramo
Note di regia
Oggi il Teatro sembra sempre più ritirarsi dietro la “quarta parete” per trasformarsi in Spettacolo piuttosto che proseguire con i propri strumenti alla ricerca delle domande sull’Uomo.
SVEGLIAMI vuole essere un richiamo artistico e filosofico alla tradizione dei Maestri del ‘900, una forma di resistenza nei confronti di coloro che chiedono all’arte teatrale di uniformarsi allo spirito dei tempi.
La lezione dei grandi Maestri del secolo scorso, che avevano aperto nuove prospettive per il lavoro dell’attore e per la relazione con lo spettatore è pressoché dimenticata.
E’ come se la storia delle grandi rivoluzioni culturali e teatrali del secolo scorso si stia trasformando in Restaurazione: cioè in un sistema dello Spettacolo utile a produrre consenso. Dallo “spettatore” come interlocutore privilegiato di un dialogo con l’attore, siamo tornati all’ applauso di un pubblico indifferenziato sul modello televisivo.
SVEGLIAMI indaga, oltre che il confronto tra Teatro e Spettacolo, anche le scelte che lo spettatore, in quanto individuo, è chiamato a fare ogni giorno nella propria vita tra la cosiddetta realtà, così come ci appare, ed una possibile “verità” da ricercare dietro le apparenze.
SVEGLIAMI ci interroga sul “ruolo” che ognuno di noi accetta di rappresentare nella vita, il “personaggio” con cui ci si identifica e la “persona” (l’io sono) che dobbiamo conquistare per poter Essere.
Nel Teatro, in cui i “ruoli”, i “personaggi” e le “persone” prendono vita professionalmente sulla scena, è possibile costruire lo specchio più adatto per osservare noi stessi, distratti nella vita quotidiana, con la necessaria crudeltà.
Così in un Teatro alla ricerca di domande, l’attore e lo spettatore possono togliersi per qualche momento la maschera e rivolgersi reciprocamente la preghiera: SVEGLIAMI!
Roberto Bacci