ARCHIVIO SPETTACOLI
WDOPPIO, Cani (2015)
Titolo: WDOPPIO
Progetto CANI
coreografia e regia: Ramona Caia, Jacopo Jenna, Giulia Mureddu
danza: Nicola Simone Cisternino e Jacopo Jenna
musica: Richard Wagner, Liebestod from Tristan und Isolde
collaborazione drammaturgica: Carlo Cuppini
luci: Giulia Broggi
organizzazione: Luisa Zuffo
produzione: CANI, SpazioK_Kinkaleri
coproduzione: Contemporanea Festival-Teatro Metastasio Stabile della Toscana
ringraziamenti a Il Vivaio del Malcantone
Due corpi in sincrono cercano la fase, l’accordo, il punto di incontro nel tempo e sull’onda. Inventano un costrutto linguistico laddove non appare che un unico flusso emotivo. Si fanno evidenziatori di sintagmi, estraggono dal magma microstrutture e le dispongono come frammenti di un possibile dialogo oltre lo specchio.
La fisica ci insegna che essere in sincrono non è sufficiente: occorre anche essere in fase, a meno di non volere farsi scappare il pavimento da sotto i piedi, morire di solitudine e crepacuore, infelici e incompresi.
Ma cos’è la fase che ci riguarda? Come essere in fase? Con cosa o con chi?
Con un doppio, tanto per cominciare, l’altro, un altro, chiunque altro. D’altra parte, non siamo che in due, come sempre, in questa stanza. L’oscillazione potrebbe fare al caso, veicolare informazioni, smussare rigidezze, fare convergere segretamente gli intenti, le intimità. Che accordo meraviglioso ne scaturirebbe! Al punto che ci ameremo per sempre, fino a morirne.
Così, ecco Wagner, e il canto di morte di Isotta. Con buona pace di chi lo ha inteso responsabile della “regressione dell’ascolto”, perché certo, si sente bene il sentimento, ma in questo magma sonoro non si sente la musica. Come oggi, qui, un po’ tutte le cose: non si sente il ritmo, l’armonia, la fase, la collaborazione degli strumenti, non si intravede il costrutto linguistico.
Si sente il bordone convincente che ci fa propri e ci fa piangere e ci fa dire comunque sì.