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La settimana a teatro: 4-10 maggio

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Francesco Guccini, 'Radici' (EMI, 1972) - copertina«Ben venga maggio e il gonfalon selvaggio», versi celebri di quel gran letterato di corte che fu Agnolo Poliziano (sulle qualità personali, Luigi Pulci la vedeva diversamente), benché gran parte dei lettori potrebbero aver pensato a una citazione di Francesco Guccini (La canzone dei dodici mesi, in Radici, disco del 1972, di cui riproduciamo a lato la peculiare copertina). Niente di più errato: in primis perché il barbuto pavanese chiude il verso con «gonfalon amico» e, soprattutto, è lui per primo a compiere una citazione dell’alt(r)o riferimento letterario (abitudine praticata a più riprese, talvolta in modo a dir poco eccepibile).
Settimana che parte in sordina, ma che offre comunque una gran copia di occasioni (specialmente in area fiorentina) per gli amanti del teatro, della danza e della performance contemporanea, come vedrete anche per ragazzi. Avremmo voluto scrivere per adulti, ma ci sarebbe parso davvero equivocabile: conserviamo questa carta (sempre vincente, in rete e non solo) per quando davvero vorremo guadagnare click facilmente.

Da giovedì 7 a domenica 10
Inizia l’edizione numero 22 di Fabbrica Europa, alla Leopolda di Firenze, per una coabitazione con Pontedera che è, in pratica, preconizzazione del futuro asse tra le due città unite dalla cogestione del nuovo Teatro Nazionale.
ZAP - Lee-Heemoon-CompanyGiovedì, a Firenze, dopo il concerto di musiche kurde (alle 18) e l’apertura dell’installazione Trees di Cristina Caprioli, alle 21 si terrà il debutto europeo di Zap [a sinistra], del gruppo sudcoreano Lee Hee-moon Company diretto dal sorikkun Lee Hee-moon. Cantanti, musicisti e danzatori con percorsi formativi diversi si concentrano sul vasto repertorio del Gyeonggi Minyo, il canto tradizionale della provincia coreana del Gyeonggi per un ricupero contemporaneo e poliespressivo della tradizione.
Armine_Sister-Teatru-ZAR.-FotCercheremo di vedere e documentare, anche perché vi sarà una replica il giorno dopo, venerdì, affiancato da Armine, Sister di Jaroslaw Fret,  dolente installazione performativa [a destra] ispirata al genocidio armeno, e da Pa|Ethos, al Teatro Era di Pontedera, coreografia in cui il coreano Sang Jijia ha si confronta coi due poli Ethos, la precisione, e Pathos, la passione e il sentimento. Questi due lavori sareanno riproposti sino a domenica sera.
Favale_OssidianaNon solo: a Firenze, sabato sarà possibile assistere anche a Ossidiana [a sinistra], di Fabrizio Favale, ideatore e coreografo, con le musiche elettroniche eseguite dal vivo da Daniela Cattivelli, per un peculiare sguardo performativo che si sofferma sull’incompiutezza delle forme nella natura, in un fluire inesausto che vedrà la partecipazione di un folto gruppo di danzatori. Domenica, infine, sempre a Firenze, è la volta di WDOPPIO, con coreografia e regia a firma di Ramona Caia, Jacopo Jenna e Giulia Mureddu: oscillatoria danza che sonda limiti e profili della sincronia, carica di alti riferimenti letterari e musicali. Non assicuriamo la completezza, ma sguardazzeremo senz’altro qualcosa; consigliamo di certo la fruizione sia agli spettatori più aperti sia ai tradizionalisti (così hanno un’occasione di confronto, ché non fa mai male).

Da martedì 5 a domenica 10
Gabriele Lavia, 'Il sogno di un uomo ridicolo'Abbiamo voluto concedere l’onore dell’apertura a Fabbrica Europa, ma, due giorni prima dell’inizio della rassegna in Leopolda, si deve registrare il debutto di Il sogno di un uomo ridicolo, traduzione scenica d’un racconto tra i più intensi di Fëdor Dostoevskij per la regia di Gabriele Lavia. Protagonista Massimiliano Aceti, giovane attore (già diretto da Lavia in I pilastri della societàSei personaggi in cerca d’autore) alla prima grande prova “solista” della carriera: sorte benevola, in un certo qual modo, giacché l’allestimento dostoevskijano, già incluso nel repertorio dell’importante attore-regista milanese che qualche stagione fa ne era pure interprete in solitaria, va a tappare la falla dovuta allo slittamento (al prossimo 28 ottobre) dell’annunciato Vita di Galileo, regia dello stesso Lavia, che avrebbe dovuto impegnare il palcoscenico gigliato dal 14 al 20 maggio. Il riassetto a seguito della nomina a Teatro Nazionale ha, invece, spinto gli organizzatori fiorentini al cambio di rotta. Avendone la possibilità, volentieri vedremmo la trasposizione di uno dei racconti tra i nostri preferiti in assoluto (datato 1877, venne pubblicato sulla rivista “Il Cittadino” e ripreso nella raccolta Diario di uno scrittore), ma non possiamo assicurare di riuscirci. Invitiamo, però, chi ci legge ad andare.

Da venerdì 8 a domenica 10 (e oltre)
Fumo-blu_Silvia Frasson-Daniele Bonaiuti2A Prato, il Teatro Magnolfi ospita (sino a domenica 24 maggio) un debutto interessante e di cui vedremo di occuparci presto: si tratta di Fumo blu, prima fatica scenica di un collega critico, il fiorentino Gherardo Vitali Rosati, per la regia di Andrea Paciotto e l’interpretazione di Daniele Bonaiuto affiancato da Silvia Frasson [a sinistra]. Dopo alcune esperienze in veste di coautore, Vitali Rosati ha sviluppato questo nuovo lavoro grazie a un progetto di residenza artistica presso il centro La MaMa Umbria International che gli ha permesso di effettuare, nel corso del 2014, una serie di letture sceniche tra Spoleto, Firenze e New York: lo spettacolo, in anteprima a Prato, sarà infatti incluso nel programma della prossima edizione del Festival dei Due Mondi di Spoleto. Cercheremo in ogni modo di vedere e, magari, di parlarne direttamente con l’autore.

Da venerdì 8 a domenica 10
l'inferno dentro  regia di g. paoliSi torna a Buti, dopo la felice occasione rappresentata da Voci di famiglia, per ritrovare in scena, tra le altre, Giovanna Daddi e Giusi Merli (sì, lei, la “santa” in La grande bellezza di Paolo Sorrentino), impegnate con L’inferno dentro, riscrittura italiana di un lavoro che il lanciatissimo regista, teatrante e fotografo toscano Gabriele Paoli ha realizzato in inglese a Londra, col differente titolo Weight Off My Shoulders (alla lettera: un peso tolto dalle mie spalle). Nella versione anglofona, le storie di donne sarebbero state otto (offrendo la possibilità di giocare con le parole Weight ed Eight, invenzioncina che ci pare confermata nella scelta dei caratteri alfabetici usati nella specifica locandina), in questo diverso allestimento soltanto sei. Reductio evidentemente diabolica, col sottotitolo che, mediante la triplice ripetizione del numero 6, strizza l’occhio alla numerologia infernale, il 666 già citato dall’Apocalisse di Giovanni e ormai ipersfruttato anche in chiave poppettara; ma non vogliamo sostituirci a l’Arlecchino e speriamo in una sua pronta chiosa nella prossima selezione della rubrica A prima (s)vista.
Particolare dietro le quinte: una sostanziale porzione di lavoro per lo spettacolo è stato svolto a distanza, via Skype; idea che fa molto ggiovane e di cui, in modo assai tradizionale (ossia seduti da una convenzionalissima poltroncina di platea), saggeremo gli effetti, sedendo nella sala del Francesco di Bartolo, cosa che vi invitiamo a fare con noi. Piuttosto: affrettatevi a prenotare, ché, per le copiose richieste, si è passati da due repliche a tre.

Fuori zona: da giovedì 7 a domenica 10
Antonio Latella (ph Andrea Pizzalis)Dovremmo scavalcare l’Appennino, impresa certo non titanica, ma che non diamo affatto per scontata: cosa che non è detto debba fare chi ci legge (la grande potenza, si dice così?, della rete). Ci riferiamo alla prima nazionale, nel bel Teatro Storchi di Modena, dell’ultimo lavoro di Antonio Latella [foto a sinistra], titolo Ti regalo la mia morte, Veronika. Si tratta d’una drammaturgia originale realizzata a quattro mani dal regista e Federico Bellini, ispirata liberamente alla poetica del cinema di Reiner Fassbinder: protagonista sarà un’interprete valente quale Monica Piseddu (sguardazzata di recente in occasione di Ce ne andiamo per non darvi altre preoccupazioni di Antonio Tagliarini e Daria Deflorian), affiancata da un nutritissimo cast di attori.

Fuori zona: Milano-Cormano, dal 6 all’8 maggio
Segnali 2015Ne abbiamo parlato in un apposito strombazzo, ma ci pare giusto ribadire, dato che si tratta di teatro ragazzi e che abbiamo pure visto qualcosa direttamente: stiamo parlando del festival Segnali, organizzato da Elsinor e Teatro del Buratto, tra le maggiori rassegne sceniche nazionali (siamo alla ventiseiesima edizione) rivolte specificatamente al teatro per i più giovani. Quattordici allestimenti (tra cui I tre porcellini, opportunamente sguardazzato in occasione della replica per il Lucca Teatro Festival) dislocati in tre spazi (Teatro Verdi e Teatro Sala Fontana a Milano; Bì la fabbrica del gioco e delle arti a Cormano), gli Eolo Awards, i premi che l’omonima rivista di Mario Bianchi assegna ogni anno e, infine, una tavola rotonda dal titolo a dir poco articolato: Made in Italy, atto secondo. Un confronto sulle nuove regole del Teatro contemporaneo, giovani generazioni e strumenti di sostenibilità. Nell’insieme, un’iniziativa di sicuro interesse: siamo pressoché certi di non poterne seguire gli sviluppi, ma invitiamo chi ci legge e abbia la possibilità, a fare una puntata in area meneghina, a prescindere dall’EXPO, gli scontri e le insensatezze che ci capita di leggere praticamente ovunque.
Non ci resta che augurarvi buone visioni. State calmi, tanto è uguale.

Proteste EXPO Milano 2015

 

Igor Vazzaz
Toscofriulano, rockstar egonauta e maestro di vita, si occupa di teatro, sport, musica, enogastronomia. Scrive, suona, insegna, disimpara e, talvolta, pubblica libri o dischi. Il suo cane è pazzo.

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