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    ARCHIVIO SPETTACOLI

    Omkretz (C. Caprioli, 2015)

    Titolo: Omkretz
    Regia: Cristina Caprioli

    coreografia: Cristina Caprioli
    danzatori: Philip Berlin, Ulrika Berg
    partitura sonora e musica dal vivo: Yoann Durant
    tecnici: Lumination of Sweden

    camminare girare avanzare zoppicare piegarsi allungarsi inginocchiarsi affrettarsi confondersi spingere
    sciogliersi cancellare guidare seguire spingere afferrare tirare nascondere portare correre

    Due danzatori interpretano venti sequenze di movimenti avanzando lungo una precisa traiettoria, da un’estremità all’altra dello spazio. Ogni volta, arrivati al temine del percorso, ricominciano, spostandosi di qualche grado in senso orario. Un passo dopo l’altro, una sequenza dopo l’altra, la danza circumnaviga lo spazio.

    Omkretz è un progetto creato nello spirito di un minimalismo riproposto sotto forma di entropia di iperboli. Il pezzo partiva dall’ottetto Eight Lines di Steve Reich, poi sostituito da una struttura musicale dentro cui si inseriscono “bug” acustici ed elettronici.
    Si riferisce, per poi trasgredirla, a Dance, la coreografia che Lucinda Childs ha creato con Sol LeWitt nel 1979. Ma quello che in Dance era geometria, linea, in Omkrets diventa vortice.

     

    Italiana ma residente da oltre vent’anni in Svezia, Cristina Caprioli è una delle figure di spicco della scena artistica scandinava. Dopo aver frequentato l’Accademia del Balletto di Stoccolma, si trasferisce a New York dove si perfeziona al Merce Cunningham Studio e all’American Ballet School e dove lavora con il coreografo Douglas Dunn. Dopo una carriera come danzatrice in Svizzera e Germania, si trasferisce a Stoccolma e nel 1998 fonda la compagnia indipendente CCAP, per la quale ha creato oltre 30 lavori.
    È stata Direttore del programma di coreografia dell’University College di Danza in Svezia e insegna regolarmente in Svezia e all’estero. Nel 2006 ha ricevuto il prestigioso Premio Cullberg.
    Autrice di lavori che scardinano le convenzioni linguistiche e percettive della danza, è attiva anche come teorica e curatrice di progetti, tra cui, nel 2012, il convegno Weaving Politics.

     

    SGUARDAZZI/RECENSIONI