Si è concluso domenica 17 maggio il festival It – Independent Theatre, tre giorni dedicati alla presentazione di spettacoli o primi studi (in media tra i 20 e i 40 minuti l’uno) messi in scena da oltre cento compagnie milanesi. Scopo della rassegna, come annuncia la presentazione, è «creare una festa gioiosa aperta a tutti, in cui vivere il teatro fuori dal malessere del sistema culturale contemporaneo, perché il teatro possa emergere come un evento “cool” per tutta la cittadinanza».
Ebbene, l’organizzazione del festival è davvero molto cool: due giorni riservati solo agli operatori teatrali e tre di iniziative aperte al pubblico a prezzi molto popolari, con spettacoli a ritmo serrato, ogni 20 minuti. Cool è anche la location della Fabbrica del Vapore, che vanta ben nove spazi scenici ubicati tutti intorno a un grande piazzale. E cool è, ovviamente, anche l’idea stessa del festival: dare spazio ad artisti poco visibili, che faticano a essere scelti dai teatri perché sconosciuti, troppo giovani o troppo arditi.
Peccato, però, che di cool, in scena, si sia visto ben poco. In due sere di full immersion, abbiamo visionato nove allestimenti/studio che di teatrale, dirompente o, banalmente, interessante avevano solo le intenzioni: drammaturgie inesistenti o strampalate, attori quasi amatoriali, testi incomprensibili – non si sa se per difetto di pronuncia o per libera scelta di un linguaggio dialettale sconosciuto ai più. Unico autentico sollievo, la performance delle Nina’s Drag Queen con il loro primo studio ispirato a La voce umana (vedi foto qui a fianco) e alla biografia di Alma Mahler, dove non mancavano bravura interpretativa, adattamento drammaturgico, felici tradimenti del testo, indovinate scorribande poetiche intorno all’opera con playback esilaranti e tecnicamente perfetti .
È vero che non è stato possibile visionare tutti i 105 spettacoli in programma, ma il campione analizzato può essere, a nostro avviso, più che significativo, in considerazione delle oltre tre ore dedicate ad «ampliare il più possibile i nostri orizzonti », sempre per citare la presentazione del festival. Peccato davvero, perché quella di It –Independent Theatre rappresenta un’occasione sprecata. Accogliere a scatola chiusa chiunque voglia presentare uno spettacolo, senza prima visionarne il contenuto e la struttura, senza vagliare il tipo di proposta o la serietà degli artisti, difficilmente può portare risultati fruttuosi. E, forse, 105 compagnie per la sola città di Milano sono tante, troppe. Non avrebbe certo guastato una sana selezione. Non è in questo modo, a nostro avviso, che si può immaginare una pratica democratica del teatro e dell’arte, ignorando che lo sguardo e l’attenzione degli spettatori bisogna saperseli guadagnare, conquistare, possibilmente con la qualità e un certo rigore. Non si tratta di essere strettamente professionisti, ma certo professionali, applicandosi con coscienza e rispetto verso il pubblico e verso quello che, per molti, è un vero e proprio mestiere. Offrire a chiunque uno spazio per esibire il proprio egocentrismo non fa altro che affossare e svalutare il lavoro quotidiano di coloro che faticano davvero a emergere pur arrivando a ottimi risultati artistici.
Elenco degli spettacoli visionati (con un breve commento in corsivo)
Effetto Morgana – Swing for life!
regia, scenografia e luci: Serena Piazza
drammaturgia: Fabio Banfo e Serena Piazza
in scena: Fabio Banfo e Serena Piazza
Pessima recitazione, strampalata drammaturgia delle perversioni. Si fa guardare per la rara bruttezza dell’ensemble
Ciccio Rigoli – Ponderatissime parole a manetta
di e con: Ciccio Rigoli (nella foto a lato)
Il solito starnazzone che se la prende coi ciclisti e con Berlusconi per far ridere; divertente i primi due minuti
Ilinx Teatro – Progetto bombarolo_appunti per un corpo tra macerie
regia: Nicolas Ceruti
drammaturgia: Barbara Pizzo
con: Luca Marchiori
produzione: ilinx, Residenza Teatrale ILINXARIUM
Ci dispiace, ma non abbiamo capito
Mascherenere – Sotto un cielo straniero (a lato un’immagine dalla presentazione)
con: Rachid L. Willy, Yudel Collazo, Olivier Elouti, Mayil Georgi Nieto, Yordy Cagua, Magatte Mbaye, Moussa Badji, Mustafa Abdelkarim
a cura di Tiziana Bergamaschi e Olivier Elouti
testi: Elide La Vecchia, Rufin Doh
regia: Tiziana Bergamaschi
Aaahhh il teatro sociale…
Nina’s drag Queens – Vedi alla voce Alma_Studio per una voce umana
drammaturgia e interpretazione: Lorenzo Piccolo
regia: Nina’s Drag Queens
Vien voglia di vedere almeno un’altra ora e mezzo di spettacolo
Nuvolanove – Il mio figlio perduto
testo: Lucilla Tempesti
regia: Gianluca Brezza
attrici: Cecilia Vecchio, Valentina Arru, Ilaria Pardini, Federica Fabiani e Lucilla Tempesti
supervisione artistica e drammaturgica: Andrea Narsi
coreografie: Lara Guidetti
scenografie e costumi: Ilaria Pardini
produzione: Nuvolanove/Officine Papage
Dimenticabile
Teatro dell’albero – Il colore del grano
regia: Rosalba Genovese
percorso drammaturgico: Rosalba Genovese e Maria Rita Simone
assistente alla regia: Maria Rita Simone
attori: Anastasia Doaga, Rosalba Genovese, Cristina Rozzoni, Maria Rita Simone
Pensavo fosse l’Odin Teatret e invece era un calesse
Zerocomma Zero Uno – Il lago dei Tigli (a lato un’immagine dalla presentazione)
con: Federica D’Angelo, Eleonora Leporini, Daniele Pennati
Uno spettacolo contro Expo. Non abbiamo capito
È vento – Il viaggio di Ulisse
di: Alberto Tavazzi
Proiettare immagini scaricate da Google e leggere alla bell’e meglio l’Odissea con leggio davanti e sgabellino non è il modo migliore per avvincere un bambino