Ancora maggio, ancora penuria, in termini quantitativi, d’offerta teatrale, almeno per le lande d’ordinaria amministrazione dei nostri (e vostri) arlecchini. Di buono c’è che il monitoraggio è quindi relativamente semplice, benché l’insidia dell’appuntamento interessante sfuggito alla ricognizione (e inserito a consigliazzi già pubblicati: vantaggi del web) sia sempre dietro l’angolo e non risparmi neppure le righe che stiamo or ora vergando.
Vediamo, dunque, che cosa ci riserva l’ultima settimana del mese, quasi interamente caratterizzata da serate uniche, spettacoli e performance che non effettuano repliche: anche questa, una rarità.
Martedì 26 – Roberto Castello e Andrea Cosentino a SPAM!
Trattato di economia, o qualcosa del genere: ne abbiamo accennato in precedenza, ne vedremo senz’altro il debutto definitivo tra agosto e settembre; si tratta d’un lavoro a quattro mani e due teste che, al primo passaggio in prova aperta del novembre scorso, ci ha divertito e incuriosito parecchio. Professorale, sabaudo, eppure ironico il danzatore-coreografo, stralunato e perennemente depiazzato l’attautore: Castello e Cosentino [a sinistra] sono la strana coppia che affronta un tema cardine della nostra vita quale l’economia. Non per farne materia saggistica, ma proporre visioni altre anche a partire dalla fragilità del percorso intrapreso sul piano del linguaggio. Mercoledì sera altra prova aperta: qualcuno andrà a vedere, ma senza scriverne. Chi vuole (previa prenotazione) può comunque partecipare.
Giovedì 28, sabato 30 – Rigenerazioni eccentriche, Castiglioncello (Li)
Al Castello Pasquini prosegue, dopo l’antipasto della scorsa settimana, Rigenerazioni eccentriche // Danza // maggio 2015, rassegna che unisce proposte sceniche alquanto variate.
Giovedì 28 è la volta di un ghiotto tris di performance. Inizia Irene Russolillo [a destra], alle 21.15, con Strascichi, lavoro che ci ha davvero impressionato (più che in bene) al debutto lucchese (agosto 2014): una presenza femminile, multiforme, fragile e potente al contempo, fa i conti con un’assenza, fondendo danza, parola e canto con grande efficacia e forza. Ne abbiamo scritto all’epoca e, francamente, rivedremmo più che volentieri.
A seguire, altro assolo piuttosto convincente: parliamo di Grafiche del silenzio di Manfredi Perego, recentemente visto a Siena e di cui pubblicheremo a breve un’analisi. Il corpo del danzatore si flette ed estende su sonorità (a cura di Paolo Codognola) che partono dal silenzio per trovare progressivamente vigore e potenza, ispirandosi all’arte calligrafica dello shodō giapponese: il risultato è ammaliante, incantevole, consigliabile soprattutto a chi crede che la danza contemporanea si rivolga ai soli iniziati.
Si chiude in bellezza, quindi, con zero (work in progress) di Elisabetta Lauro, con tre danzatori alle prese con il concetto di zero: «nell’azzeramento, dove tutto è fugace e labile, si dispiega la vera vita che non ha forma» [a sinistra un’immagine della performance].
Sabato 30, il minifestival chiude i battenti con What Age Are You Acting?, ironica performance firmata da Silvia Gribaudi (affiancata in scena da Domenico Santonicola) sul problema della e delle età: chi scrive, a soli diciotto anni, si sentiva vecchio dentro (senza ancora aver visto il quasi omonimo cortometraggio di Rezza-Mastrella) e, quindi, capisce la questione, benché ignori come la premessa si traduca in risultato spettacolare. A chi raggiungerà il Castello Pasquini l’ardua (?) sentenza.
Giovedì 28, domenica 31 – Fabbrica Europa, Firenze
Si ritorna al Teatro Cantiere Florida, sempre nell’ambito della grande rassegna dedicata alle forme del contemporaneo: di scena Vivo e Coscienza, allestimento d’ispirazione pasoliniana (la cantata incompiuta che il poeta e regista scrive nel 1963, senza approdare, come da progetto, alla Biennale di Venezia) che affronta la dicotomia complessa indicata dal titolo mediante i due protagonisti di un percorso a stazioni di marca brechtiana. Luca Veggetti assembla il tutto grazie alla peculiare partitura musicale di Paolo Aralla e la voce di Francesco Leonetti, attore e amico personale di Pier Paolo Pasolini, in un lavoro di grande interazione tra forme espressive differenti.
Domenica 31, sarà invece la volta di una coproduzione internazionale, ispirata alla fiaba La bella addormentata nel bosco: Belle de Sommeil rappresenta, infatti, una rielaborazione scenica dedicata alla soglia tra sonno, sogno e veglia, nella peculiare declinazione di Philippe Talard, importante artista coreutico proveniente dal balletto (ha lavorato con Rudolf Nureyev, Carla Fracci, Mikhail Baryshnikov) poi approdato a forme artistiche marcatamente contemporanee. Non assicuriamo la nostra visione, ma, nel caso, ci dispiacerà non assistere.
Da giovedì 28 a domenica 31 – Sognare a teatro, Pontedera (Pi)
Prosegue il peculiare progetto del Teatro Era intitolato Sognare a teatro: esperire lo spazio scenico oltre lo spettacolo, quando non c’è (più) o non si deve fare spettacolo. Un gruppo scelto di spettatori (come già detto la settimana passata: il termine, fruitori ci pare da preferire) sarà accolto da alcuni artisti (Elisa Cuppini, Michele Santeramo, Savino Paparella, Silvia Pasello, Luigi Lombardi Vallauri e Augusto Timperanza) e scortato in un silenzioso e sorprendente viaggio notturno in un luogo di grande fascinazione. Abbiamo la certezza: un prode arlecchino andrà, pernotterà e ci racconterà l’esperienza; se volete unirvi, siete avvisati.
Da sabato 30 a martedì 2 giugno – Nella casa c’è un pino che brucia, Tenuta dello Scompiglio, Vorno (Lu)
Nella bellissima cornice della Tenuta dello Scompiglio, ecco un’interessante occasione performativa: Leonardo Delogu [a sinistra] assieme ad altri otto performer, da sabato 30 maggio (attenzione all’orario: 18.15), realizza un peculiare progetto all’interno del bosco della Tenuta, facendo di quest’ultimo un autentico protagonista, nella percezione di quel Tempo Profondo (il fluire continuo, inarrestabile e indifferente dell’organico) che Charles Darwin per primo definisce come tale. Nella casa c’è un pino che brucia rappresenta l’occasione per un confronto con «la lotta che emerge quando proviamo a ristabilire un contatto, un accordo, con ciò da cui ci siamo allontanati», una riflessione complessa e ardita circa il rapporto (compromesso?) tra uomo e cosmo, ancor più che natura: «più sentiamo di essere parte di una casa più grande più la nostra s’infiamma e brucia». Si sconfina sino a metà della prossima settimana e, dunque, andremo di certo a vedere.
Buone visioni!